Capitolo 43

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ELLA





"Sono tante assenze."


La preside White mi guardò con uno sguardo di rimprovero, attraverso le ciglia brune i suoi occhi, del medesimo colore, mi fissavano come se mantenendo fisse le sue palpebre su di me avessi confessato chissà quale bravata. Ero nel suo ufficio ormai da più di quindici minuti, convocata li nel bel mezzo delle lezioni solo per elencarmi tutti i giorni di assenza fatti, soprattutto nell'ultimo periodo, ed esprimere in qualche modo il suo disappunto. Cosa che non avvenne chiaramente ma si capiva che non era contenta.

Dopo tutte le cose successe con Cole e il resto del gruppo la scuola non sembrò essere un fattore importante, lo avevamo dato per scontato dimenticandoci che, dall'altro lato, a qualcuno poteva destare sospetta la nostra frequente e complessiva assenza. E per dei ragazzi colpevoli di omicidio e occultamento di cadavere, che volevano poter essere invisibili a chiunque per un po' di tempo, destare sospetti era una delle tante cose da evitare, se non la più importante.

Guardai la donna al di là della scrivania davanti a me, i gomiti poggiati sulla scrivania dovevi erano sparsi diverse scartoffie e documenti, in una mano reggeva lamia cartellina scolastica che poco prima aveva aperto per  leggere e portare alla luce i miei misfatti.


"Sono davvero dispiaciuta, le assicuro che cercherò di essere più presente."


Togliendosi gli occhiali da vista mi guardò stringendo leggermente le labbra fra loro. "Io credo in lei, signorina Ayalon. Ma ho avuto il piacere di notare la compagnia che frequenta, soprattutto durante la pausa a mensa. Non è proprio la compagnia adatta se mira ad un rendimento scolastico migliore. E non lo dico con cattiveria, io tengo a tutti gli studentidi questa scuola, tutti allo stesso modo. Però ho avuto il piacere di conoscere nel dettaglio loro e sono ormai quattro anni che quei ragazzi mi danno del filo da torcere."


Corrugai leggermente la fronte, mi sentivo in dovere di difenderli anche se erano solo le parole di una preside esigente. "Sono dei bravi ragazzi."


"Su questo non ne dubito." sorrise. "Quello che voglio dire è che prendono la scuola un po' sottogamba e ho il timore che possano coinvolgerla in questo pensiero. Beh, tranne il signor Dickens, lui ha un rendimento eccellente nonostante il resto della compagnia."


Dickens? Chi poteva avere tra loro il rendimento più alto? Probabilmente Charlie. Il cognome di Charlie era Dickens? Mi resi conto solo in quel momento che dopo mesi e mesi non conoscevo neppure i loro cognomi, tranne quello di Cole.


"Vorrei solo che non si lasciasse trasportare troppo. Ora sono solo le assenze, domani potrà essere qualcosa di più importante." mi guardò con attenzione facendomi sentire improvvisamente nuda. Come se sapesse che io e quei ragazzi eravamo coinvolti in qualcosa di orribile e oscuro. Che avesse saputo del corpo anche lei? Che avesse visto qualcosa in tv e avesse collegato qualcosa? Tentai di respingere idee tanto assurde evitando di andare nel panico e destare sospetti inutili. Costrinsi me stessa a comportarmi nel modo più neutrale e innocente possibile, rimasi composta sulla sedia e sospirai leggermente guardandola dispiaciuta.


"Le assicuro che c'è un valido motivo dietro le mie assenze." cambiai argomento.


"Problemi di salute?Problemi familiari?" inarcò un sopracciglio e mi guardò con una strana espressione, come se stesse elencando quelle cose ormai da una vita intera. Non potevo mentire, se lo avessi fatto avrei potuto avere un altro crollo come quello avvenuto in camera di Cole, e spruzzare un liquido nero da tutti i pori davanti a lei non era nella lista delle cose da fare.


"Cole non è stato molto bene, mi sono presa cura di lui."


"Cole?" chiese raddrizzandosi piano sulla sedia. "Cole Sprouse?"


Wings [Cole Sprouse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora