Capitolo 49

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ELLA

"Perché no?" chiese Cole imbronciandosi. A volte si comportava come un bambino, e Charlie ormai lo sapeva ma c'era abituato dopo tanti anni.

"Non possiamo correre rischi." disse con tranquillità pulendogli la cucitura sul petto. Era così tranquillo e a suo agio nel fare una cosa così estranea ad un ragazzo della nostra età, e anche molto schifosa a dire il vero. Lo osservai poiché nella sua calma più totale rilassava anche me. La ferita di Cole stava guarendo del tutto, sembrava essersi anche ridotta, tutto per merito del riccio dalle mille bandane. Guardai per un secondo quella che aveva in testa quella mattina, rossa con delle rose verdi. Così aesthetic.

"Ella può rendermi invisibile."

"Solo se lo divento anche io, e non posso, devo seguire le lezioni." risposi a Cole facendolo sbuffare.

"Da oggi in poi rimarrete a scuola tutto il giorno, mattina e pomeriggio. Cosa diavolo dovrei fare qui a casa da solo tutto quel tempo?"

"Si chiamano hobby, dovresti averne almeno uno." disse Charlie spalmando una crema antibiotica sulla pelle rimarginata, poi prese un cerotto nuovo e iniziò ad aprirlo.

"Mi annoierò ugualmente."

"Sappiamo entrambi che non è la noia a preoccuparti amico." Charlie lo guardò per un istante prima di riportare l'attenzione sul suo petto e posizionargli contro il cerotto alla perfezione. Io corrugai la fronte.

"E cosa?"

Entrambi mi guardarono senza dire nulla, poi tornarono a parlare tra loro. Continuai a non capire.

"Starò attento."

"Cole ne abbiamo già parlato, eravamo tutti d'accordo di aspettare a farti uscire di casa. Non mandare tutto all'aria per niente."

"Non è un niente." enfatizzò.

"Si che lo è. E comunque ci saremo anche noi a scuola, non accadrà niente." si tolse i guanti in lattice, prese le varie cose usa e getta dal comodino e le andò a buttare nel cestino accanto alla scrivania. Cole si alzò dalla sedia sbuffando e si rimise la maglia stando attento al filo della flebo.

"Comunque un po' è vero che mi annoio."

"Faremo una videochiamata di gruppo quando saremo a mensa." propose il riccio facendo spallucce.

Cole annuì svogliato e poi mi guardò, per un attimo lo vidi squadrarmi il corpo prima di portare lo sguardo sul mio viso. Faceva così dal momento in cui tornai a casa con la divisa mettendomi anche piuttosto in imbarazzo.

Quando Charlie si mise sulle spalle il proprio zaino dedussi che era il momento di andare, così mi alzai dal letto e lo raggiunsi portando con me anche il mio. Tutti e tre scendemmo di sotto fermandoci poi davanti la porta per salutare Cole. Mi dispiaceva doverlo lasciare lì da solo ogni giorno, ma era davvero necessario che non uscisse e io dovevo recuperare le assenze a scuola.

"Sta' attenta." mormorò guardandomi.

"È solo scuola, come mai sei così in ansia?"

Sospirò. "Perché sono un uomo...e conosco gli altri uomini..tu stai attenta e per qualsiasi cosa chiamami." mi guardò intensamente. "O chiama uno dei ragazzi...uno di noi insomma." si passò una mano tra i capelli.

Non riuscivo ancora a decifrare il suo ragionamento ma me ne feci una ragione. Se c'era una cosa che non riuscivo a capire era la mentalità maschile, ormai non ci provavo neanche più.

"Va bene." gli sorrisi divertita e mi sporsi dandogli un piccolo bacio sulle labbra. Inizialmente ne fu sorpreso ma poi si sporse volendo di più, cosa che non ottenne poiché mi incamminai velocemente verso l'auto di Charlie già messa in moto.

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