Capitolo 48

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COLE

A quanto pare il non andare a scuola mi faceva perdere gli ultimi scoop, non che ne fossi mai stato interessato, ma dall'inizio della mia convalescenza pare che in quella scuola succedesse l'impensabile, e che io me lo stessi perdendo. Risse, scommesse tra professori, un video porno proiettato per sbaglio in auditorium, e l'inizio dei corsi pomeridiani. Questi ultimi, in particolare, venivano inseriti negli orari scolastici verso la fine di aprile per permettere agli studenti in difficoltà di recuperare crediti con delle attività nel pomeriggio. Nel nostro gruppo più o meno tutti eravamo esortati dalla preside ogni anno a frequentare una delle attività in questione per avere una media finale più alta. Tutti tranne Charlie ovviamente.

Io e Rayan ci iscrivevamo a football mentre Josh entrava come raccogli palle. Non passava mai le selezioni per entrare in squadra, era, secondo il coach, troppo sbadato, ma riusciva comunque ad ottenere crediti come aiutante. Recuperava le palle, le puliva, procurava gli asciugamani puliti ai giocatori e di tanto in tanto faceva anche il tifo con le cheerleaders, dando spettacolo e facendo divertire gli spettatori sugli spalti.

Nicole, ovviamente, era nelle cheerleaders e ora anche Ella.

Dalla sera prima, in cui litigammo per via del suo inserimento nella missione, non avevamo più parlato. Aveva persino dormito nella vecchia stanza di mio padre invece che con me, e il letto mi sembrò così vuoto senza lei.

Dopo il discorso della missione, nel dopocena, ci cimentammo a parlare di altro con grande sollievo per Ella e con grande fastidio per me che invece volevo risolvere quell'assurda situazione. I ragazzi parlarono delle iscrizioni alle attività pomeridiane e uscì il discorso anche per la bionda seduta al mio fianco. In qualche modo doveva recuperare crediti per via delle tante assenze fatte con noi ma nessuna delle attività faceva per lei. Più che altro non le conosceva, provenendo da un'annata più vecchia della morte stessa. Non sapeva recitare dunque niente teatro, non conosceva gli sport e comunque non me la immaginavo proprio a buttarsi qua e là per recuperare una palla. Così quel genio che era Josh le propose di entrare nelle cheerleaders sotto lo sguardo truce di Nicole che ovviamente non approvava ma rimase ugualmente in silenzio. Dopo un po' di indecisione decise di provarci, in fin dei conti doveva solo sventolare in aria dei pon pon colorati e saltellare con le altre facendo il tifo per la squadra. Nulla sembrò così strano o proibito, anzi i ragazzi le dissero più volte che fosse una soluzione perfetta e che facendo il tifo per la squadra di football in un modo o nell'altro saremmo stati tutti insieme.

Io ero quasi dello stesso parere finché il giorno dopo, uscita da scuola, Ella non tornò a casa con quella divisa striminzita da cheerleader che conoscevo troppo bene per via di Nicole.

Entrò in casa come se niente fosse e io, dal divano, la squadrai come se dovessi fargli una radiografia completa. Il top a giromanica rosso e bianco le si fermava poco sopra l' ombelico, la gonna a vita alta degli stessi colori quasi incontrava il bordo del top sulla pancia e le ricadeva a balze sulle cosce, lasciando le sue gambe nude sotto la vista di chiunque. Le gambe le sembravano più lunghe con quella dannata gonna, e quando mi fu di spalle diretta verso le scale potei notare come accentuasse il suo dannato lato B e di quanto sembrasse ancora più dannatamente corta da dietro. C'erano pochi centimetri a separare l'orlo della gonna dalla sua intimità, la distanza di sette dita, la ricordavo bene. Avevo contato quella distanza troppe volte con la mora e potevo riscontrare lo stesso conto sulla bionda, anzi per qualche assurdo motivo su di lei ne contavo anche meno, e ciò mi mandava in tilt il cervello.

Ecco cosa significava la mia assenza a scuola, perdermi la vista celestiale di quell'angelo camminare tra i corridoi con una coda alta e io ad ammirarla ogni ora in slow motion.

Wings [Cole Sprouse]Where stories live. Discover now