Capitolo 9

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ELLA



Passarono diversi giorni e con sollievo scoprii che Cole e i ragazzi avevano smesso di vendere droga ai ragazzini durante la pausa scolastica. Ero riuscita a fare un passo avanti, a far capire a Cole che era sbagliato e a migliorarlo un po'. Ero più che felice di aver ottenuto un piccolo risultato e come ricompensa avevo dato a Cole dei ‘momenti di libertà’, ovvero momenti in cui poteva andare dove voleva senza che lo seguissi. Lui ne fu più che felice ovviamente.
Solitamente i ragazzi uscivano appena dopo scuola oppure la sera tardi. Non sapevo dove andassero ne cosa facessero, ma i patti erano che io sarei rimasta in disparte quindi me ne dovevo fare una ragione e starmene buona a casa.
Quando Cole tornava di notte sentivo il suo odore e vedevo il suo aspetto che erano diversi da quelli che aveva prima di uscire.
Sesso e alcol.
Mi vennero subito in mente queste due paroline perché cos'altro poteva aver fatto? Capelli scompigliati, camicia stropicciata, odore di birra e vodka e poi non mi guardava in volto, come se si vergognasse o si sentisse in colpa di averlo fatto.
Mi chiedevo spesso se uscisse con Nicole o se comunque ci fosse anche lei con tutti loro. Probabilmente si, sapevo che Cole aveva rapporti con lei anche molto spinti, non erano fidanzati ma erano così uniti, c'era una certa elettricità fra loro come se lo fossero.
Erano passate due settimane, tornai a casa con Cole dopo scuola e poi lui andò via coi ragazzi come faceva spesso. Passai il tempo a rendermi invisibile e a guardare suo padre intossicarsi con l'alcol finché anche lui non andò via. Forse avrei dovuto fare qualcosa anche per lui, mi dispiaceva vederlo in quel modo e poi forse avrebbe migliorato le cose in quella casa.
Proprio quando stavo per uscire di casa vidi con mia grande sorpresa Cole tornare. Corrugai la fronte e lo guardai dalla finestra mentre scendeva dalla sua auto. Guardai l’orologio appeso al muro, era passata solo un'ora da quando era uscito, di solito stava via di più.

“Ella?” mi chiamò non appena entrò in casa.

Mi resi visibile e lo raggiunsi. “È un record che tu sia già qui.”

Si avvicinò a me e mi prese il braccio. “Dai ti porto un po' fuori.”

Lo guardai strano e rimasi ferma levando il braccio dalla sua presa.

“Che ti prende?”
“Niente, che mi prende?”

“Lo sto chiedendo a te.”

Fece una piccola risata. “Non ho niente Ella, perché pensi che dovrei avere qualcosa?”

“Sei tornato a casa prima, molto prima, mi hai afferrato all'improvviso dicendo che dobbiamo andare chissà dove.” Alzai le sopracciglia. “Non è da persone tranquille.”

Cole si grattò la nuca e fece un sorriso di scuse. “Non so come si fa..scusa.”

Come si fa cosa? Ma di che stava parlando? Ero impazzita io forse.

“Dai vieni con me, voglio portarti in un posto tranquillo.”

Lo guardai sorpresa e trattenni un sorriso. “Mi stai chiedendo di uscire?”

Alzò le sopracciglia e sbuffò. “Vuoi venire o no?”

Feci una piccola risata e presi il cappotto uscendo poi con lui.



****



“Dove siamo?”

“Al Lago Blu.” Disse tranquillamente levandosi le scarpe.

“Come se sapessi tutti gli angoli della Georgia.” Alzai gli occhi al cielo e guardai il lago davanti a me. Era una visione più che stupenda, l'acqua era cristallina di un blu intenso, il lago era contornato da una schiera di pini che riempivano l'aria del loro profumo, più in lontananza sullo sfondo si innalzavano le montagne già innevate che facevano da barriera intorno a noi. In sottofondo si sentiva solo il leggero rumore dell'acqua e degli uccelli che volavano da un pino all'altro.

Lo guardai togliersi La maglia e iniziai a pensare ad un panorama diverso.

“Scusa ma che fai?”
Mi guardò come se niente fosse e sbottonò i jeans facendo vedere la V scendere fino a scomparire nei boxer neri. Sorrise vedendomi intenta a guardare qualcosa troppo a sud.

“Ci facciamo un bagno ovviamente.”

Ritornai in me e scossi la testa. “Non se ne parla.”

“Invece ne parliamo. Perché mai non vuoi fare un bagno in questo posto?”

Perché ero timida ovviamente. Mi sarei dovuta spogliare davanti a lui e lui si sarebbe spogliato davanti a me. Mezzi nudi, vicini, in acqua.

“Non ho il costume!” mi buttai su quella scialuppa.

Cole rise scuotendo la testa e lasciò cadere i jeans a terra. Trattenni il respiro cercando di non guardare la sua sporgenza.

“Ella rilassati. Siamo qui per questo.”

“Siamo qui per farmi rilassare?”

Mi guardò alzando le sopracciglia, si avvicinò lentamente a me e mi fece scivolare il cappotto lungo le braccia.

“Siamo qui per rilassarci, entrambi.” Mi guardò negli occhi e iniziò a sollevarmi l’orlo della maglietta.

“Non importa se hai il costume o un semplice reggiseno. Non ci pensare. Trascorriamo un bel pomeriggio, si?” sorrise.

Lo guardai annuendo piano, alzai le braccia e mi feci levare la maglia. Scelsi di non guardarlo in volto perché comunque ero timida, scesi a terra i jeans e levai le scarpe in maniera pratica. Rimasi immobile e in imbarazzo, lui non si muoveva più così alzai lo sguardo.
I suoi occhi seguivano ogni curva del mio corpo facendomi arrossire.

“Non guardare.” Sussurrai. Feci per coprirmi il petto con le braccia ma mi fermò.

“Guardare è una cosa innocente Ella.” Fece per dire altro ma si fermò, mi prese la mano e mi portò verso l’acqua. Camminai appena dietro lui e mi presi qualche secondo per guardare la sua schiena e pensare come un semplice ventenne abbia già un corpo così.

“L'acqua sarà gelida, ma se nuoti abbastanza ti scaldi.” Si girò a guardarmi.

“Non era meglio una gita in montagna?”

“Mi piace di più l’acqua.” Sorrise. “E poi in montagna non ci si spoglia.”

Lo guardai male e gli diedi una spinta. “Idiota.”

Ridacchiò. “Calmati angelo, lo sai che non devi usare queste parole.”

Alzai gli occhi al cielo, gli lasciai la mano e andai avanti senza lui ma mi fermai quando immersi i piedi in acqua.

“È gelida Cole, tu sei pazzo, io mi giro.”

Mi voltai per andare via ma Cole mi sollevò di scatto sulla sua spalla. Sgranai gli occhi e cercai di reggermi alla sua schiena.

“Sono pesante Cole, mettimi giù!”

“Macché sei matta?” entrò in acqua tenendomi in spalla.

Vidi l'acqua arrivargli alla vita e sgranai gli occhi. “Cole davvero, non mi va a genio l’acqua fredda.”

“Ma dai è sopportabile, guarda.” Mi strinse a sé e mi posò lentamente giù facendomi entrare in acqua. Rabbrividii per l’acqua fredda ma effettivamente non era una cosa eccessiva, riuscivo a sopportarla.

“Visto?” sorrise staccandosi da me. Iniziai a rilassarmi, un po' alla volta e annuii.

“Un punto per te, devo ammetterlo.” Mi inginocchiai lentamente sulle pietre e mi immersi in acqua fino alle spalle. Lui fece lo stesso e si bagnò i capelli con le mani portandoseli indietro.

“Vieni qui coi ragazzi?”

“Ah ah…rispetta i patti.”

“Curiosità.” Sorrisi. “Allora riformulo la domanda: vieni qui spesso?”
“Beh in realtà no. Ci venivo da piccolo con mia madre. È la prima volta che ci torno.”

Sorrisi d’istinto e abbassa lo sguardo sulla superficie dell’acqua sulla quale fluttuavano le punte dei miei capelli.

“Come mai mi hai portata qui?”

Cole mi guardò intensamente. “In realtà non lo so. Volevo portarti in un posto e mi è venuto in mente questo.” Mormorò.

Rialzai lo sguardo e osservai i suoi occhi, osservai tutto di lui. I capelli bagnati, qualche ciuffo ricaduto sulla fronte, la scatolina appena visibile sul petto e le labbra schiuse. Quelle labbra. Non avrei mai pensato di fare pensieri del genere, non sono mai stata il tipo, eppure per la prima volta ammettevo a me stessa quanto Cole fosse attraente.

“Fallo.”

Corrugai la fronte e tornai a guardare i suoi occhi. Due pozze verdi incastrate nelle mie.

“Cosa?”

“Il tuo sguardo non si stacca mai dalle mie labbra. Le guardi spesso ultimamente.” Disse.

Avvampai per l'imbarazzo e deglutii senza dire una parola.

“Così fallo, qualsiasi cosa tu stia pensando, qualsiasi cosa tu voglia fare, fallo.”

Così mi aveva sempre beccata, sapeva che guardavo lui e le sue labbra e mi stava incoraggiando. Un’incitazione che avrei voluto cogliere, eppure qualcosa mi frenava.

“Baciami.” Continuò. “Fallo.”

Schiusi le labbra e strinsi i pugni sotto l'acqua, guardai le sue labbra e poi lo vidi. Un piccolo sorriso sfacciato nacque su quelle labbra dandomi una stretta nel petto. Era probabile che non fosse nulla, che fosse solo un sorriso, eppure mi sembrò tutto il contrario, un sorriso derisorio e in cerca di sfida, come se io non avessi il coraggio di baciare un ragazzo o non ne fossi capace.
Poteva non essere così, ma fu quello che interpretai.
E con quella morsa nel petto mi alzai e uscii dall’acqua lasciandolo da solo.

Wings [Cole Sprouse]Where stories live. Discover now