Capitolo 38

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COLE

La guardai avvicinarsi a me e la prima cosa che pensai fu che era come la ricordavo. I capelli mossi che le ricadevano sulle spalle, gli occhi color ghiaccio fissi su di me e il suo corpo esile sempre più vicino al mio. Il mio corpo era pietrificato davanti al suo, la mia mente in subbuglio e il mio cuore in estasi. Mi mancò il respiro quando le sue pani presero con delicatezza il mio viso.

"Tesoro.." sussurrò.

La guardai senza sbattere le palpebre, sentivo gli occhi sempre più umidi mentre allungavo lentamente una mano toccando la sua spalla, poi una ciocca di capelli, realizzando che fosse reale. Sentivo realmente la sensazione di toccarla, potei giurare di non essermelo immaginato, e dalle mia labbra buttai fuori un respiro che non sapevo neanche di star trannenedo.

"Sei tu..sei reale.." sussurrai spostando lo sguardo sul suo viso. Poi scossi la testa. "Oddio..sono morto."

"Non sei morto, tesoro." mi sorrise dolcemente. Assaporai la morbidezza del suo tocco ancora sul mio viso chiedendomi cosa stesse succedendo.

"Non capisco allora.."

"Non sei più nella realtà. Ella ha creato un canale fra me e te in modo da poter parlare, ma non durerà molto." disse passando le mani sulle mie braccia. Distolsi lo sguardo da lei ricordandomi di Ella e la cercai per la stanza illuminata e vuota scoprendo che lei non era più li con noi.

"E' sparita." corrugai la fronte. Non mi ero neanche reso conto che fosse andata via. Un senso di colpa mi attraversò il petto per un istante.

"Ci ha lasciato un po' di privacy." mormorò squadrandomi dalla testa ai piedi per poi sorridere ampiamente. "Quanto sei cresciuto."

Riportai lo sguardo su di lei. Al contrario di Ella non aveva ali, ma la sua pelle luccicava leggermente come quella del mio angelo pochi istanti prima. Quasi come se mi leggesse nel pensiero mia madre parlò.

"E' l'anima." disse. "Ella ha reso tutto più semplice facendomi apparire a te come tu mi conosci, con le sembianze che ho nei tuoi ricordi. Ma li dove viviamo noi siamo solo anime, fasci luminosi." sorrise. Notando il mio silenzio continuò a parlare. "So che sei confuso e so che tutto questo ti sembra assurdo ora, ma non abbiamo molto tempo Cole, e dopo tutti questi anni voglio cogliere l'occasione per parlare un po' con te."

La guardai attentamente elaborando tutto ciò che potevo. Chiusi gli occhi prendendo un respiro profondo e li riaprii cerando di mantenere la calma. Non riuscii neanche a decifrare il mio stato d'animo, o a capirlo. Milioni di sensazioni provai in quegli attimi, non mi sentii più il cuore per quanto batteva veloce, e con centinaia di frasi che per anni avrei voluto dire a mia madre, in quel preciso istante ne riuscii a dire solo una.

"Mi sei mancata." sussurrai. Il suo sorriso crebbe e con la mano tornò ad accarezzarmi la guancia.

"Anche tu. Non sai quanto è dura vederti da così lontano senza poterti dire quanto ti voglio bene."

Strinsi forte gli occhi sentendo le lacrime in superficie. La sua mano scostò alcune ciocche dei miei capelli dalla fonte sfiorandomi nuovamente il viso. Sentire il suo tocco, per quanto ancora mi sembrasse surreale, era tutto ciò che in quel momento volevo e che manteneva la mia mente lucida. Era il suo tocco a dimostrarmi che era reale.

"Sei umano, tesoro. Il dolore...l'amore...perché ti privi di tutto ciò che ti rende umano?" mormorò.

Sentii una fitta al petto e scossi leggermente la testa stringendo gli occhi. Le sue dita mi sfiorarono le palpebre.

"Apri gli occhi."

Esitai per alcuni secondi ma poi feci come voleva e un paio di lacrime scesero lungo il mio viso. Con le dita le asciugò guardandomi negli occhi con un sorriso dolce.

Wings [Cole Sprouse]Where stories live. Discover now