Capitolo 3

1.4K 109 5
                                    

C'è così tanto odio a questo mondo, così tanti pregiudizi e violenza. Non lasciate che questo mondo perisca così, non lasciate che l'odio vinca sull'amore.

Siate voi il cambiamento, siate voi la svolta che migliorerà la terra. Siate voi a trasformare le pistole in mazzi di rose. Promettetelo e mantenete questa promessa. Ve ne prego.

-ALE.



ELLA

"Guarda che non stavo parlando con te." disse alzando gli occhi al cielo mentre camminava verso non so dove.

"Ti ho sentito chiedere aiuto nella mente, a meno che tu non sia pazzo credo proprio che stessi parlando con me!" sbuffai seguendolo a ruota.

"E' la quarta volta che te lo dico, non parlavo con te!" ribadì entrando in una tavola calda.

Alzai gli occhi al cielo e lo seguii dentro. Lo avevo chiaramente sentito chiedere aiuto, perché negare?

Cole andò dritto a sedersi ad un tavolino accanto alle vetrate, io mi sedetti di fronte a lui senza aggiungere alcuna parola.

"Parlavo con mia madre.." mormorò improvvisamente.

Lo guardai incrociare le braccia e poggiarle sul tavolino mentre il suo sguardo si perse a guardare qualcosa di indefinito attraverso le vetrate. C'era qualcosa di tetro in quello sguardo, qualcosa di triste e inquietante allo stesso tempo.

"Tua madre?" chiesi corrugando la fronte. Sapevo benissimo la sua storia, sapevo di lui, di suo padre, di sua madre..ma feci comunque finta di esserne allo scuro. Volevo che si aprisse almeno un po' con me.

Sospirò e si passò l'indice su un occhio strofinandolo. "Mia madre è morta. Di tanto in tanto quando sono nei guai o quando mi sento giù mi piace pensare che mi stia guardando o ascoltando. Ma tanto so che non è così."

"Invece è vero." lo guardai e poggiai anch'io le braccia sul tavolo. "Voi umani non lo sapete, non potete saperlo ovviamente..ma lassù c'è sempre qualcuno a guardarvi, che sia un angelo o una persona a voi cara deceduta. Che sia Dio in persona, non siete mai soli."

Cole mi guardò fisso negli occhi, poi sbatté un pugno sul tavolo facendo sobbalzare me e tutti i presenti.

"Dio non c'è! Nessuno c'é! Nessuno è così fesso da guardare la persona che ami mentre si autodistrugge!"

"Cole calmati.." mormorai piano, mi guardai intorno vedendo tutti i presenti fissarci e bisbigliare, poi mi sporsi in avanti verso lui e lo guardai negli occhi. Guardarlo in quel momento mi fece esitare, quello sguardo così cupo e quelle parole...

Aveva appena ammesso di autodistruggersi e i suoi occhi ne erano la prova lampante.

"Non sono qui per dirti bugie...non potrei neanche se volessi. Sono un angelo e dire bugie infrangerebbe l'ottavo comandamento."

"Oh signore.." mormorò passandosi una mano sulla fronte.

Lo ignorai e continuai a parlare.

"Ti dico queste cose perché le ho viste. Ho visto persone morire e continuare a sorvegliare i propri cari dall'alto. Non lo fanno sempre, anche noi abbiamo i nostri momenti, ma lo fanno spesso." lo guardai.

Lui sospirò e tornò a guardarmi, stavolta più rilassato. Le persone avevano smesso di guardarci e finalmente stavamo tornando a parlare in modo normale.

"E tu lo hai fatto con me?"

"Per circa due anni." annuii.

Cole mi guardò strano. "Solo?"

Wings [Cole Sprouse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora