Capitolo 20

937 72 6
                                    

Mi spiace ancora per l'assenza, sono felice di farvi sapere che sono tornata e cercherò di recuperare il tempo perduto.

-Ale

ELLA

Mi armai di buona volontà e, con tanto di maniche alzate, iniziai a ripulire quella casa. Cole era uscito coi ragazzi, voleva assicurarsi di non aver turbato nessuno con la storia del padre. Era pur vero che quei quattro avevano già affrontato problemi di droga, furti e maneggio d’armi, ma stavolta si parlava di un cadavere, di morte. Avevano aiutato Cole a disfarsi di un cadavere e lo avevano visto rotolare giù in un precipizio. Avevano pur sempre vent'anni, Josh anche meno.
Sospettavo che in quell'uscita c'era comunque qualcosa di più. Ormai sapevo cosa accadeva da Sparkle e il fatto che fossero andati lì mi diede qualche indizio. Decisi comunque di non fare nulla, non quel giorno. Dovevamo tutti calmarci un po' e far calmare le acque, soprattutto dovevamo pensare alla cosa più importante: non destare sospetti. Prima o poi qualcuno avrebbe notato l'assenza di Richard e lui di certo non sarebbe tornato, nessuno doveva indagare e nessuno doveva scoprirci.
Mi meravigliai per i miei stessi pensieri. Da angelo erano le cose più sbagliate che potessi pensare, avrei infranto molte regole e comandamenti ma avevo stretto un nuovo patto per la salvaguardia di Cole e stavolta avrei fatto di più per riuscire nel mio intento, persino peccare.
Ci misi un paio d'ore nel ripulire tutto, quella casa faceva schifo. La cucina era piena di muffa, nel lavello trovai piatti sporchi e impilati uno sopra l'altro con tanto di mosche in cima. Gli scompartimenti erano tutti vuoti, tranne per il frigo che conteneva qualche birra e del pane al burro. Il salotto fu la parte più facile da pulire, forse perché li non ci andava quasi mai nessuno. Ogni tanto trovavo Cole sul divano intento a guardare la tv o a mangiare un sandwich, ma nulla di più. Era comunque piena di polvere.
La camera di Cole la lasciai per ultima, come soddisfazione personale. Ripulii ogni traccia di muffa e di macchie dal pavimento, buttati tutti i contenitori alimentari ormai vuoti e ogni singola bottiglia di birra. Presi persino i vestiti dai cassetti e misi una lavatrice, quel ragazzo non avrebbe più puzzato, almeno non per qualche giorno. Nonostante fosse pieno inverno sudai da ogni parte del corpo, neppure lo chignon disordinato sulla testa riuscì a darmi sollievo. Ma ne valse la pena.
Tra quelle mura non ci sarebbe stato più il buio, né lo sporco o qualche tipo di aggressione. Le cose stavano cambiando e dovevo dare a Cole la possibilità di vivere in un posto migliore, più tranquillo e pulito. Volevo farlo sentire meglio.
Sapevo che Cole odiava suo padre, penso abbia sempre avuto idee in mente su come allontanarlo, ma era pur sempre suo padre, l'ultimo pezzo di famiglia che gli rimaneva. Non gli era rimasto nessun’ altro, se non me e i ragazzi.
Sentii aprire la porta e poi un vociare in sottofondo. Uscii dalla camera di Cole e scesi di sotto vedendo i ragazzi entrare in casa e guardarsi intorno straniti.

“È la casa giusta, si?” disse Rayan.

Cole chiuse lentamente la porta guardandosi intorno, aveva un'aria smarrita come se non capisse cosa fosse successo. Il suo sguardo incrociò il mio e mi fermai coi piedi nudi sull’ultimo gradino. Guardandolo negli occhi la prima cosa che mi venne in mente fu quel bacio. Cercai di allontanarlo dalla mente il più in fretta possibile, soprattutto cercai di non guardargli le labbra. In passato mi aveva sempre scoperta e se lo avesse fatto stavolta avrebbe capito quasi sicuramente i miei pensieri.

“Spero non ti dispiaccia, ho messo un po' in ordine.” Lo guardai. Solo in quel momento mi chiesi se non gli avesse dato fastidio.

“Un po'?” Josh si guardò intorno. A parte lui, tutti gli altri continuavano a fissarmi e a starsene muti.

“Che c’è?” inarcai un sopracciglio. Cole passò lo sguardo sulla mia intera figura, Rayan distolse lo sguardo grattandosi la nuca.

Charlie mi guardò stando poco avanti a loro. “Sei tenera.”
Cole lo guardò per un istante, poi si passò una mano sul viso e andò in cucina. Io abbassai lo sguardo sul mio corpo e corrugai la fronte. Indossavo una maglia di Cole e dei pantaloncini, ero tutta trasandata e sudata e avevo una crocchia disordinata in testa.
“A molti piace.” Aggiunse Charlie. Rialzai lo sguardo e lo guardai interrogativa.

“Cosa?”

“La ragazza che non sa di essere bella, anche con una cipolla in testa.”

Lo guardai un po' in imbarazzo e scesi l’ultimo gradino raggiungendolo. Josh era andato in salotto mentre Rayan aveva raggiunto Cole. Raggiunsi Charlie e lo guardai stringendomi nelle spalle.

“Ci sono novità?”

Lui corrugò la fronte. “Su cosa?”

“Tu, i ragazzi…dopo quello che è successo mi domandavo se stavate bene.”

Charlie si girò a guardare la porta della cucina, si sistemò la bandana sulla testa e poi tornò a guardarmi. Qualcosa nei suoi occhi mi disse che anche lui aveva la stessa preoccupazione.

“Stiamo bene, Josh non ha parlato per un po' ma poi si è ripreso. Con tutta sincerità sapevamo che prima o poi Cole avrebbe dato una lezione a suo padre. Magari non una così drastica, ma prima o poi sarebbe successo.”

Annuii e sospirai pensando a cosa poter fare in una situazione del genere. Mi ero messa in testa di aiutare Cole ma anche i suoi amici, nonostante gli sbagli e i peccati commessi erano comunque ragazzi semplici e avevano tutti bisogno di aiuto. E poi aiutare gli amici di Cole avrebbe significato poter aiutare indirettamente lo stesso Cole. Tentar non nuoce.

Mentre pensavo a ciò, lentamente Charlie si avvicinò a me. Vidi una sua mano alzarsi e avvicinarsi all'altezza della mia spalla, corrugai la fronte quando sentii le sue dita sfiorarmi la pelle del collo. Poi fece un passo indietro e lasciò cadere a terra qualcosa.

“Batuffolo di polvere.” Mi guardò. “Prima probabile causa di allergie e infezioni.”

“Buono a sapersi..” mormorai.

Sentii dei passi avvicinarsi, mi girai per vedere Cole uscire dalla cucina e passarmi davanti facendo arretrare di un altro passo Charlie.

“Dobbiamo parlare, tutti insieme.” Rayan ci raggiunse e ci fece cenno di seguire Cole che intanto era entrato in salotto.

Seguii il biondino e mi fermai accanto al divano dove si era seduto il moro. Charlie si sedette accanto a lui, Josh guardava la neve cadere dal vetro della finestra mentre Rayan si fermò in mezzo alla stanza.

“È inutile negare ciò che è successo oggi, siamo tutti un po' devastati ma ciò che è fatto è fatto. Non si torna indietro.” Disse quest’ultimo.

Cole puntò lo sguardo su di lui. “Voi non c’entrate niente.”
“Ti abbiamo aiutato a disfarti del corpo, ci siamo dentro.” Disse Josh continuando a guardare fuori. Non era il solito Josh, mi preoccupò vederlo così spento.

“Già. E se dovessero fare domande ti copriremmo le spalle.” Riprese il biondino.

“Sono stato io a sparare.”

Charlie rimase in silenzio a guardare uno ad uno i suoi amici parlare. Rayan guardò Cole stizzito e si mise le mani sui fianchi con l'aria di chi non avrebbe smesso di discutere tanto presto.

“Cole non mi sembra il momento di isolarsi. È inutile tirarci fuori, ci siamo dentro.”

Josh smise di guardare fuori e finalmente si girò a guardarci rimanendo però in silenzio. Cole alzò gli occhi al cielo e distolse lo sguardo, i suoi occhi incrociarono i miei e rimase li fermo a fissarmi.

“Charlie diglielo tu.” Lo incitò Rayan. Il moro si tolse la bandana leggermente stropicciata e prese a sistemarsela per bene sulle ginocchia.

“Credo che questo non sia il momento adatto per parlarne.” Finì di piegare la stoffa e se la legò nuovamente intorno alla testa. “Nessuno parlerebbe in modo del tutto razionale  ed è un discorso troppo logico da affrontare.”

Continuai a guardare Cole, poi spostai lo sguardo su Charlie e annuii in accordo. Incrociai le braccia al petto e mi strinsi nelle spalle.

“Sono d’accordo. È successo tutto troppo in fretta, è meglio riposarsi e pensarci a mente lucida.” Li guardai. “E poi non credo che qualcuno noterà la sua assenza prima di qualche settimana.”

Li vidi guardarmi pensierosi per poi annuire. Cole mi fissò in modo strano, lo stesso sguardo che aveva  in auto mentre guidavo. Mi chiesi se quell'espressione non nascondesse qualcosa di più.

Rayan sospirò. “Beh, allora direi di rimandare il discorso. È meglio continuare a vederci però, restiamo sempre in contatto.”
Josh annuì, così come Charlie. Cole rimase in silenzio continuando a fissarmi, poi distolse lo sguardo e si alzò dal divano.

Rayan si allontanò per poi uscire dal salotto. Gli altri lo seguirono verso l'entrata, io me ne restai lì in piedi a pensare a tutto ciò che era successo in un solo giorno. Cole aveva ucciso un uomo, aveva ucciso suo padre, un atto molto grave da superare e per giunta stava mettendo in pericolo anche i suoi amici. La verità era che volevo aiutarlo ma non sapevo come poter rimediare ad una cosa simile. Chiusi gli occhi e sospirai pesantemente, mi avvicinai al divano e mi sedetti rilassando per un attimo i muscoli.
Quando sentii la porta di casa chiudersi riaprii gli occhi e vidi Cole tornare in salotto. Lo seguii con lo sguardo e lo vidi fermarsi davanti a me.

“Non c'era bisogno di tutto ciò.”

Lo guardai confusa e mi alzai dal divano standogli davanti. “Di che parli?”

Allargò le braccia e si guardò intorno. “Questo.”

Guardai intorno a noi tutti gli spostamenti e la pulizia che avevo fatto, poi guardai lui. “Eccome se c'era il bisogno.”

“Ah si?”

“Cole, in camera tua c'era una pozza d'acqua e qualcosa si muoveva dentro.”

Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo, scosse la testa e si allontanò andando verso il corridoio.

“E tu puzzi di sudore. Dovresti lavarti o Charlie non ti si avvicinerà più.”

Corrugai la fronte e lo seguii uscendo dal salotto. Mi fermai nel corridoio mentre il moro salì le scale.

“Cosa c'entra Charlie?” lo seguii con lo sguardo, poi alzai leggermente un braccio e mi annusai la maglia. Feci una piccola smorfia e lo vidi sparire di sopra.

“E comunque non puzzo!”

Wings [Cole Sprouse]Where stories live. Discover now