capitolo 8

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"Buongiorno piccola Mancini, come sta?" mi saluta scherzando Locatelli.

"Vi siete accortati per darmi lo stesso soprannome?" chiedo.

"Può darsi"

"Allora dovrò farci l'abitudine perché non sai quanto lo trovi strano" ammetto.

Oggi l'allenamento è in programma per il pomeriggio e i calciatori hanno la mattinata libera. Al momento sono tutti a fare colazione. Stavolta non può fermarmi nessuno dal provare queste delizie che invadono la sala da pranzo.

"Non mi racconti niente?" domanda Manuel facendo gli occhioni dolci.

"Cosa dovrei raccontarti?"

"Della tua romantica serata di ieri con Pessina, che avete fatto voi due monelli per tutto quel tempo?" si impiccia. Resto infastidita e tronco la conversazione "Nulla che ti riguardi".

"Lasciala in pace Loca".
Quella voce. La voce che ormai riconosco all'istante. Matteo è proprio dietro di me.
Il numero 12 della squadra azzurra poggia delicatamente la mano sul mio fianco, mi tira a sé e prova a strapparmi un bacio.

Mi sposto.

"Che stai facendo?" sussurro confusa. Non mi aspettavo quella sua azione. Quella di ieri era stata una serata magnifica e non ne passavo una del genere dai tempi del liceo, oggi però era un nuovo giorno e avverto il bisogno di fare un passo indietro.

"Scusa... Io credevo che..." balbetta.

"Ti sbagli Matteo." lo interrompo per fare chiarezza "Ieri ho fatto quel gesto perché stavi avendo un attacco di panico e dovevo intervenire. Mi dispiace ma io proprio non posso, noi non possiamo... Sono sei anni che non abbiamo notizie l'uno dell'altra e sono solo otto ore che conosco la verità su noi due e sulla mia perdita di memoria..." spiego sotto voce per non attirare l'attenzione.

Pessina rimane spiazzato. Il suo volto assume un'espressione delusa, abbassa lo sguardo e serra i pugni. Realizzo di aver commesso un grave errore rivolgendomi a lui così.

In tutto ciò, il numero 73 del Sassuolo non vuole concederci la nostra privacy e ascolta con cura una conversazione delicata che subisce una brusca interruzione; "Ho capito, non serve che continui a spiegarmi tutti i motivi per cui non posso provare ad amare di nuovo quella che ritenevo la persona giusta" conclude Matteo andandosene via.

Non volevo ferirlo ed invece l'ho fatto.
A quanto pare lui mi ama ancora e comincio a credere che la cosa sia reciproca. Vorrei avere del tempo per riflettere ma di certo Manuel non è intenzionato a concedermelo. "Ahia..." sussurra anche lui. Non reagisco in alcun modo all'interiezione.

"Immagino che tu abbia bisogno di tempo per metabolizzare l'accaduto. Se vuoi sfogarti con qualcuno sono pronto ad ascoltarti..." Tutt'un tratto pare che il numero 5 degli azzurri mi capisca.

Lo abbraccio cercando conforto. Lui mi stringe forte riuscendo a farmi rilassare e ad allentare i nervi. Ad ogni modo, la pressione che sento addosso è parecchia in questo momento.

"Stai calma, risolverai tutto. Mentre prendi la tua decisione andiamo a mangiare che sto morendo di fame e qui tutto è buonissimo" dice per tirarmi su di morale.

Ridacchio e accenno un sorriso. Facciamo come lui stesso aveva detto e riempiamo i nostri piatti con dolci di ogni genere. Assaggiamo ciò che abbiamo selezionato dal buffet e lui fa battute come: "Si riflette meglio con la pancia piena".

Quando ho pensieri di entità importante in testa, le lancette degli orologi sembrano correre come i calciatori durante una ripartenza.

Adesso i giocatori azzurri sono nella spaziosa palestra e si allenano con diversi attrezzi sulle note di alcune canzoni napoletane, che Insigne sta facendo imparare ad ogni membro della nazionale e non solo.

Tra musica e duro lavoro ci sediamo a tavola per la terza volta. È ora di cena. Manuel mi è stato affianco tutta la giornata e non mi sarei mai aspettata questo suo lato premuroso.
Devo ammettere che mi abbia davvero stupito.

"Stai meglio adesso? Hai le idee più chiare su quella questione?" mi chiede.
Durante la mattinata gli ho raccontato tutto quello che sapevo per far si che potesse consigliarmi o perlomeno guidarmi nella riflessione.

"Sto meglio ma sono ancora disorientata" confesso. L'intera giornata non è bastata per prendere una decisione sul da farsi: sono una ragazza scrupolosa e cerco di fare sempre la cosa più giusta. In questo caso però sembra che ogni via mi conduca ad un vicolo cieco.

Il centrocampista verde-nero prova a calmarmi accarezzandomi la spalla e portando dietro le mie orecchie una ciocca di capelli che mi copriva parte del viso. "È tutta la giornata che Pess ti guarda... Dovreste parlare per chiarire la situazione. D'altronde è una cosa che riguarda solo voi due: siete i padroni delle vostre vite e sta solo a voi prendere una decisione, qualunque essa sia. Posso confessarti che secondo me lui prova ancora un fortissimo sentimento nei tuoi confronti" mi suggerisce lui sperando di essere d'aiuto.

"Ho intenzione di parlargli ma non ora. Non saprei cosa dirgli e finirei di nuovo per trattarlo male. A proposito, gli devo delle scuse..."

Vengo distratta da qualcuno che batte due dita contro la mia spalla. Mi volto, trovo Chiesa.
"Viviana se hai un attimo vorrei dirti una cosa"
esordisce Federico. L'attaccante esterno della nazionale incrocia il mio sguardo e mi fa cenno di seguirlo in un posto più appartato.

Incuriosita mi alzo momentaneamente da tavola e ci spostiamo verso la sala accanto a quella in cui stavamo desinando.

"Va tutto bene? Ti vedo un po' turbata oggi e, considerando tutte le attenzioni che mi avevi dato, chiederti come stessi mi sembrava il minimo che potessi fare. Se vuoi un amico che ti ascolti, io ci sono" dice il numero 14 italiano.
La frase, che apparentemente è la stessa detta questa mattina da Manu, risuona diversamente nella mia testa se detta da lui.

Chiesa prende la mia testa, la porta sul suo petto e mette le braccia intorno ai miei fianchi per abbracciarmi. Restiamo così per un minuto e l'unico rumore su cui mi concentro è quello del suo battito cardiaco: i nostri cuori stanno battendo all'unisono.

"Grazie per il pensiero Fede, se ho bisogno so con chi parlare" gli accenno un sorriso e riprendiamo la cena.

bella come quel goal || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora