capitolo 13

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Nel sentire la frase "Oggi avete la giornata libera" i calciatori gioiscono e le loro grida risuonano per l'intero albergo.

"Esci con me?" faccio gli occhioni dolci al mio ragazzo sperando che la sua risposta sia affermativa.

"Vorrei ma ho delle faccende da sbrigare. Ti prometto che questo pomeriggio mi dedico solo a te" mi stampa un bacio sulle labbra e poi va da qualche parte, non so dove, lontano da me.

Mi dispiace che non sia potuto stare con me. Puntualmente assieme al dispiacere arrivano anche le paranoie che mi portano a credere 'non è che non abbia voluto stare con me?'.
"Tranquilla, ha solo la mattinata piena di impegni ma ci tiene a te" è come se mi avessero letto nel pensiero. Era stato il numero 9 della nazionale a pronunciare quella frase.

"Se vuoi ti faccio compagnia io" aveva detto e io avevo apprezzato l'idea.

"Che facciamo?"

"Shopping" sfoggio un sorrisone sperando di convincerlo.

"Ma hai già moltissimi vestiti, non penso che sia necessario comprarne altri... Quel guardaroba potrebbe crollare" brontola.

"Di vestiti non se ne hanno mai abbastanza!"

Lo supplico e riesco a farmi dare ascolto "Va bene, ti porto al centro commerciale però tu compri qualcosa di sportivo così da poterti allenare con noi come si deve". Sbuffo e alzo gli occhi al cielo ma capisco di non aver altra scelta e quindi lo accontento.

"I centri commerciali sono l'emblema del consumismo" lamenta Belotti. È vero, il consumismo è un fenomeno che presenta aspetti negativi e positivi e che lo si voglia o meno fa parte della società odierna.

Tengo per me la mia opinione. Ho costante timore di dire la mia ed esternare ciò che penso su questioni che riguardano problematiche importanti, la società e la politica dato che potrebbe esserci qualcuno pronto a criticare il mio pensiero in ogni momento.

Vagabondiamo per il labirinto di corridoi dell'imponente struttura e studiamo attentamente le vetrine di ogni negozio che mi attraggono come calamite. "Vorrei acquistare un abito da mettere più tardi per l'uscita con Teo" dico.

Andiamo in una boutique e Andrea mi aiuta nella ricerca del vestito adatto consigliandomi quale comprare.

Il camerino è poco spazioso, lo capisco non appena scosto la tendina per poterci entrare.
Rimetto la tenda al suo posto e con cura la posiziono in modo tale che nessuno possa vedermi dall'esterno. Le luci sono calde e luminose, evidenziano i dettagli di quello che ho addosso e le imperfezioni presenti sul mio viso.

Mi spoglio e mi vesto nuovamente, stavolta però, con un abito corto, color acquamarina, di seta e perfetto per una serata in discoteca. Ruoto su me stessa e poi chiedo un parere al Gallo che nel vedermi sgrana gli occhi e caccia un fischio di apprezzamento. Sorrido, rido, ripeto l'operazione con un altro vestito.
Quest'ultimo al contrario del precedente è molto lungo, elegante e va abbinato con un bel tacco. Il colore tende all'oro rosa ed è estremamente fine e delicato.

"Sei divina, io ti suggerisco di prenderli. Ti calzano a pennello e sottolineano le tue forme senza renderti provocante" apprezza il capitano del Torino.

Ringrazio per il complimento e mi dirigo in cassa per effettuare il pagamento, "Finita la carriera da calciatore potrai fare lo stilista, hai buon gusto tutto sommato" mi complimento e lui mi fa un occhiolino.
"Se mi farai da modella potrei farci un pensierino" scherza lui e io gli reggo il gioco mostrandomi contenta per la proposta.

"Pessina parla di te in qualunque istante della giornata, è davvero innamorato" dice Belotti e afferra le buste fornitemi dalla commessa. Ci allontaniamo dalla cassa e proseguiamo lungo le vie arzigogolate dell'edificio.

"Io non so se ne sono innamorata, almeno per ora, ma spero di poter provare di nuovo un sentimento così forte. È un ragazzo splendido sotto tutti i punti di vista e ce la sto mettendo tutta per non rovinare la situazione tra noi due come faccio di solito..."

L'attaccante della squadra bordeaux mi guarda e poggia la mano sulla mia spalla in segno di comprensione. Basta il suo sguardo per farmi capire che secondo lui andrà tutto bene.
Spero che sia così, voglio che sia così.

I minuti passano in fretta e la stanchezza si fa sentire. Pranziamo e cominciamo a ritirarci.
Trascorrere un pomeriggio con un amico è piacevole, inoltre, giorno dopo giorno, mi sento sempre meno spaesata. Sono stata l'ultima arrivata ed il gruppo era già formato ma non per questo non mi sono integrata, anzi!

Andrea è un buon amico ed è molto empatico, sa consolare e mette a suo agio le persone come nessun'altro fra quelli che ho conosciuto. È una persona semplice che risalta ugualmente tra la massa. Pare tenero a causa dello sguardo innocente ma sa il fatto suo e si fa rispettare da compagni di squadra e avversari.

Passare la mattinata con lui mi aveva fatto piacere, seppur l'assenza di Matteo mi provocasse un vuoto incolmabile. Non vedevo l'ora di fare una passeggiata con il 12 della nazionale all'imbrunire del sole.

Tornati in hotel, Teo è proprio lì che mi aspetta. Siamo a qualche metro di distanza e già lo vedo curioso ed intento ad osservare il compagno di stanza per capire cosa ci facesse vicino a me e cosa avessimo fatto.

"Matte non te la rubo, le ho soltanto dato un passaggio e siamo stati al centro commerciale. È un inferno quel posto, non sai cosa ti ho risparmiato" spiega il Gallo, che in questo caso parte sulla difensiva. Questo ragazzo legge nel pensiero, non si capisce come sia possibile che sappia dare la spiegazione richiesta senza che gli sia stata posta una domanda.
Pessina ride e con lui anche Belotti.

Il centrocampista dell'Atalanta mi afferra la mano e mi porta in un posto isolato. Scappiamo a gran velocità e il respiro si fa più pesante. Dopo non molto la corsa si arresta.
Lui si mette davanti a me, afferra il mio volto con le mani, sposta i capelli ribelli che mi coprono il viso e porta le nostre bocche alla stessa altezza. Mi da un bacio a fior di labbra.

Il bacio diventa più passionale e quasi ci manca l'aria. Mi abbandono completamente a lui e il vuoto che provavo questa mattina in sua assenza si colma. Io sono ossigeno per lui, lui è ossigeno per me... O forse no, "Respira" dice con il poco fiato che gli rimane in gola.

Ci guardiamo e finiamo per ridere. Una risata piena e due anime affini. Due adolescenti e frasi fatte che raccontano di un amore irreale come quello di cui scrivono nei libri. Ti amo.
Sei tornato, questa volta nel momento giusto.
Potrei star pensando che avrò anche io il mio finale da favola, il mio 'vissero felici e contenti' perché di 'c'era una volta' ne ho sentiti troppi.

bella come quel goal || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora