capitolo 28

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"Di cosa parlavate ieri tu e Nicolò?" domando a Federico mentre finisco di fare colazione.
Oggi la squadra dovrà allenarsi parecchio in vista della sfida contro i diavoli rossi ma credo che Chiesa riuscirà a rimediare tempo per noi.

Il calciatore questa mattina è affamato e sta facendo il possibile per non gonfiarsi troppo con il cibo, rischierebbe di star male durante l'allenamento. "Nulla di importante" mi spiega.

"Ne sei proprio sicuro? Chi era la lei a cui faceva riferimento Barella?" insisto un altro pochino ma lui non da rilievo all'argomento, "Piccola, davvero, era una cosa da nulla. Piuttosto stavo pensando di portarti a cena fuori con il permesso di tuo padre questa sera".
Lascio stare la questione lei dato che non capisco a chi altro possano essersi riferiti se non a me e accetto l'invito del bianconero.

"Ragazzi avete dormito bene?" chiede Jorginho. Non so praticamente niente sul suo conto, non abbiamo affatto stretto i rapporti.
Sono certa che sia un centrocampista del Chelsea e un buon rigorista ma non saprei che altro aggiungere, come sarà caratterialmente?
Scopriamolo. "Si, grazie. Comunque... Indovina chi si è aggiudicato un pomeriggio di shopping con Viviana? Jorge Luiz Frello Filho, congratulazioni!" applaudo, lui è confuso.

"Parli di te stessa in terza persona?", annuisco e aggiungo "Non vuoi uscire con me questo pomeriggio?". Non si aspettava questa richiesta da parte mia, era come se aspettasse che Chiesa o qualcun altro rispondesse per lui.

"Perché mai desideri uscire con me?" manda avanti l'interrogatorio, "Per conoscerti meglio, sono qui da un mese e non ho idea di chi tu sia" confesso "Inoltre ho bisogno che qualcuno mi porti al centro commerciale affinché possa comprare un vestito per stasera" scandisco male i vocaboli per rallentare un aspettato rifiuto da parte dell'azzurro che poi non arriva.

Fortunatamente è mercoledì e non dovrebbero esserci molte persone in giro. "Fede per te è un problema?" chiede Jorginho per sicurezza e riceve un sano "Certo che no" in risposta da Chiesa, il quale aggiunge "Mi fido di lei".

Mi sorride, sorrido. "A dopo Chiesino" lo saluto per poi dargli un bacio sulla guancia. "Non chiamarmi mai più così" sussurra mordendosi il labbro inferiore. "Non infierire, so che ti piace" bisbiglio, "Andiamo Jo?" domando al calciatore numero 8 della nazionale italiana.

Come previsto il centro commerciale è abbastanza vuoto, il che è positivo perché significa che dovrò fare meno fila per i camerini e per le casse. Jorge non sembra infastidito come lo era Andrea Belotti quella volta in cui era stato lui a portarmi qui.

"Allora Jo, perchè non odi accompagnare le ragazze a fare acquisti come tutti gli altri giocatori della nostra squadra?", ride. Ha una risata estremamente contagiosa e quindi nel sentirlo rido fragorosamente anche io. È un ragazzo solare e allegro, quando ridacchia è inconfondibile e davvero troppo divertente.

"Perché ci sono abituato, ho sempre portato mia sorella e alcune mie fidanzate a fare spese e non mi dispiace dispensare suggerimenti e consigli sull'abbigliamento" racconta e nel frattempo entriamo in un negozio di vestiti da sera. Do un'occhiata generale agli abiti e intanto porto avanti la conversazione con il centrocampista. Individuo vari capi carini e mi chiudo nel camerino per cominciare a provarli.

"Sei stupenda piccola Mancini" esclama quando mi vede con indosso il quarto vestito dei sette che stavo provando. Era corto ma non scollato, il tessuto aderiva alla sagoma del mio corpo senza fare alcun difetto, pareva che fosse stato fatto appositamente per me. Era bianco, bianco perlato e avrebbe catturato l'attenzione pure in piena notte. Le bretelle erano costellate di piccoli diamanti trasparenti e brillanti.

"Anche tu usi quel soprannome?" dico infastidita, "Si, è meraviglio!" esclama

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"Anche tu usi quel soprannome?" dico infastidita, "Si, è meraviglio!" esclama. Sul mio viso si forma una smorfia infastidita che scatena di nuovo la risata del giocatore con la maglia numero 5 del Chelsea. "In ogni caso, Federico rimarrà a bocca aperta" si complimenta con me continuando a fare apprezzamenti sul vestito e sul mio fisico.

Avevo scoperto molte cose su Jorginho grazie a questa uscita: il fatto che avesse iniziato a fare il calciatore sotto le spinte della madre, calciatrice lei stessa, e il suo amore per i tre figli avuti da due donne diverse. Sapevo del suo arrivo in Italia all'età di quindici anni e della passione per dolce&gabbana, dell'interesse verso la cura dei capelli e del fatto che adorasse la nostra penisola tanto quanto la terra natia.

"Piccola, come è stato passare il pomeriggio con Frello?" Federico sta morendo dalla curiosità, causata forse dalla gelosia.
"Mi è piaciuto, Jo è un'ottima compagnia" rispondo soddisfatta. Fa il labbruccio per accattivarsi un bacio e riesce nel suo intento, sa bene che non so resistergli. Stampo le mie labbra sulle sue, successivamente salgo in camera per avere il tempo sufficiente per prepararmi per la cena delle 21 con Chiesino.

Essendo già scoccate le 20 devo fare in fretta, mi butto nella doccia e lascio che l'acqua calda scorra e mi consenta di rilassare le membra.
Non bagno i capelli poiché farei ritardo.
Finisco di lavarmi e passo al trucco e all'abbigliamento, curo i minimi dettagli.
Il risultato che ottengo mi soddisfa parecchio.

Il 14 degli azzurri rimane esterrefatto. "Ah" è l'unico suono che esce dalla sua bocca, solo dopo avermi scrutato con attenzione dice "Sei divina, non credo di meritarti" d'improvviso si fa triste, è un po' sofferente nello sguardo.
"Non dire mai più una cosa simile, ok?" ordino puntando i miei occhi nei suoi. "Ok", lo ridirà.

"Vogliamo avviarci?" mi porge la mano. Prendiamo l'ascensore, dopo lui preme il pulsante che conduce direttamente all'ultimo piano. L'attico è allestito con un tavolino, adatto ad una cena per due persone: Fede e io. Una tovaglia bianca è stesa sul legno e data la lunghezza copre leggermente le due sedie. Piccole lanterne illuminano lo spazio rendendo l'atmosfera più fiabesca di quanto lo sia già.
"Sei tu l'autore di tutto questo?", annuisce.

Stringe la mia mano destra tra le sue e le porta tutte e tre sul suo petto, all'altezza del cuore come se stesse per farmi un giuramento.
"Viviana Mancini sei ben consapevole che io ti amo immensamente ma c'è una cosa che forse non immagini neanche... Ovviamente è troppo presto per chiederti di prometterti a me, ci conosciamo da un mese eppure entrambi dal primo momento in cui abbiamo incrociato gli sguardi abbiamo capito che non avremmo potuto più vivere senza l'altro al fianco."

Tira fuori dalla tasca della giacca una scatolina minuscola, la apre e un piccolo bagliore sfugge da essa; una collanina con tanto di piccoli brillanti è custodita al suo interno. "È tua, se ti senti ugualmente pronta ad accettarla. Considerala un'anticipazione alla promessa di un futuro insieme". Lo accetto. Sorride.

Le sue intenzioni sono serie con me, è evidente. Però mi stupisce il fatto che per io non sia spaventata da ciò, può darsi veramente che abbia fatto la scelta corretta con lui?

bella come quel goal || Federico ChiesaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora