.uno.

5.9K 121 13
                                    

Erano passati esattamente due anni dall'incidente di Anthoine Hubert.

Due anni in cui io non avevo osato mettere piede all'interno di un circuito.

Avevo perso i rapporti con tutti da quel giorno, persino con Pierre.

Io, Pierre e Anthoine eravamo amici da 13 lunghi anni.

Ne avevamo passate di cotte e di crude, avevamo fatto cose illegali e cose più legali, avevamo avuto quell'amicizia che si legge nei libri e che si vede nei film.

Eravamo più di amici, più di fratelli, eravamo la stessa persona in tre corpi diversi.

Poi l'incidente, seguito dal litigio tra me e il francese appena retrocesso dalla RedBull alla Toro Rosso.

Ora sono qui, ho 18 anni quasi 19 per l'esattezza, sono maturata, sono cresciuta, ho imparato.

Il mio cuore batte ancora, forse un po' meno di prima, i miei polmoni respirano ancora, forse inalano meno aria e il mio cervello continua a dirmi di andare avanti, ma sempre con quella convinzione che nulla sarà mai più lo stesso, dopo quel 31 Agosto 2019.

~

"Scricciolo sei sicura?" chiede papà appena prima di scendere dall'auto parcheggiata nei paddock.

"No" dico prima di aprire la portiera e scendere comunque dalla macchina.

Nessuno mi sta guardando, ma sento migliaia di occhi sul mio corpo.

Il posto è familiare, fin troppo, ma ovunque io mi giri non riesco a vedere nulla di positivo.

"Grace ti riporto in hotel, ci proviamo quando c'è meno gente, in un periodo in cui non c'è il Gran Premio" dice papà prendendomi per le spalle dopo essere sceso dall'auto.

Scuoto la testa e ribatto.

"Sai qual è il più grande rimpianto che ho?" chiedo per poi continuare senza lasciargli il tempo di rispondere "Non l'ho mai salutato, non gli ho mai detto addio, non sono andata al suo funerale, non gli ho mai portato dei fiori sulla tomba e nemmeno qui sul circuito".

Prendo un respiro per calmare il magone che mi sta salendo in gola "Dovrebbe odiarmi perché che razza di migliore amica sono? Poi so che non mi odia, perché era una persona troppo buona per farlo" mi fermo e respiro, cosa che mi sembra diventata impossibile fare.

Solo quando sono sicura di avere di nuovo aria nei polmoni riparto.

"In sole due ore senza di lui sono riuscita a rompere l'amicizia con Pierre, perché sono troppo egoista per pensare agli altri. Quindi devo farlo, lo devo a me ma soprattutto lo devo a lui" concludo il discorso cacciando indietro le lacrime.

Due anni senza Anthoine, due anni senza di lui e non ho mai versato una lacrima.

Sei forte, dite voi;
Sono fottutamente debole, penso io.

Mio padre, non che il famoso Team Principal della Mercedes, annuisce e mi passa i fiori appena comprati.

"Per lo meno è lunedì, dovrebbe esserci meno gente" dice guardandosi intorno.

"Grace ora ti devo lasciare, tieni le chiavi della macchina, sentiti libera di tornare in hotel quando vuoi, ci vediamo dentro al circuito, oppure fuori, sei una grande" dice lasciandomi un bacio sulla fronte per poi scappare via.

Papà è sempre stato così, mi ha sempre lasciato affrontare i momenti più duri della mia vita, da sola e non perché sia un padre cattivo, al contrario vuole crescere una donna indipendente, che vive ed è in grado di stare da sola e a me va bene così.

LOVE ON THE RUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora