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Suona la sveglia e non posso fare altro che buttarmi giù dal letto.

Sono stanca morta.

La chiamata con Lando si era conclusa nel peggiore dei modi.

Dopo quel suo "Amore" siamo rimasti in silenzio, poi io da grande estroversa che sono ho rotto il ghiaccio e ho cambiato discorso.

Penso sappiate tutti che comunque l'imbarazzo non se n'è proprio voluto andare.

Dopo una mezz'oretta di parole e conversazioni senza senso, abbiamo chiuso e io per le restanti 3 ore non ho fatto altro che pensare e pensare e pensare.

La parola amore è qualcosa di grande e io non so se sono pronta a dirlo a voce alta.

So bene di essere innamorata di lui, innamorata persa, so che è quello giusto, quello che se domani dovesse chiedermi di sposarmi direi di sì; quello che non so, è : se io, come Grace Jasmine Wolff, se la mia persona, il mio carattere, è in grado di ammettere al mondo che lo amo.

Con sole due ore di sonno, mi butto giù dal letto e mi costringo a vestirmi.

Indosso la tuta rosa e mi trascino giù per le scale con Kentucky alle calcagna.

"Dovresti andare a dormire, non è ancora ora di uscire" sussurro al piccolo husky.

Lui storta la faccia e io sorrido.

Gli lascio un bacino e poi prendo la valigia uscendo di casa.

Simone è fuori casa mia e mi sta aspettando.

Ci ho impiegato 5 minuti a scendere e sono comunque in ritardo.

"Alla buon ora signorina" esclama Mattia dal sedile del passeggero.

"Il pugno lo vuoi tra 3 secondi o tra 4?"dico nervosa.

"E tu vuoi essere fottuta in questa macchina oppure sull'aereo?" ribatte.

Spalanco la bocca e mi preparo a colpirlo, ma Rebecca, seduta al mio fianco, blocca in tempo la mia mano destra.

"Ok ok, calmiamoci tutti un attimo" dice la ragazza.

Se in condizioni normali avrei solo ignorato la sua provocazione, ora volevo prenderlo a botte fargli gonfiare l'intera faccia.

"Che ti prende Grace? Sei impazzita?" domanda Simo stranito dal mio comportamento.

"Scusate, ho dormito pochissimo e ieri sera è stata una merda" affermo senza entrare nei particolari.

L'amore ti logora dentro senza che tu te ne accorga.

Chiudo gli occhi ma il sonno non arriva nemmeno per sbaglio, sono stanca, il mio cervello sta per scoppiare e andando avanti di questo passo non mi faranno nemmeno salire sull'aereo.

Sono una bomba ad orologeria pronta a esplodere.

Tia e Reb dormono beati da quando siamo entrati in autostrada, mentre Simone mi lancia uno sguardo dallo specchietto retrovisore.

"Grace tutto ok?" domanda posando di nuovo lo sguardo sulla strada deserta.

"Si, credo" affermo storcendo il naso.

"Tuo padre?" chiede.

Ormai tutti loro sapevano che la maggior parte delle volte in cui ero nervosa, la causa era mio padre, ma non questa volta.

O meglio, in parte lo era anche lui, ma non era di sicuro stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

"In parte" affermo.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now