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Avevo indossato quel bellissimo abito blu in seta, lungo fino a metà coscia abbinato alle mie décolleté e ora mi trovavo in macchina nell'attesa che Max finisse di parlare con Lando, quel ragazzo inglese che qualche giorno fa aveva provato a convincermi ad entrare nei paddock.

"Eccomi Grace" dice il proprietario dell'auto aprendo la portiera e salendo.

Mi volto verso di lui spegnendo lo schermo del telefono.

"Allora" inizia cercando di spezzare il silenzio dopo esserci messi in strada.

"Sai che quando ero il teammate di Daniel, ogni volta che vedeva Toto, mi raccontava qualcosa di nuovo sulle vostre esperienze" ride.

Guardo il suo viso, ha qualcosa di vero in quel sorriso.

"Visto che tu sai tutto di me, credo sia il mio turno per sapere qualcosa su di te, so solo che mangeresti grandi quantità di gelato" rido riportando gli occhi sulla strada davanti a me.

"Non c'è molto da sapere, il mio secondo nome è Emilian, ho una sorella più piccola, sono un pilota di formula uno e c'è una canzone che parla di me" ride "Basta direi" conclude.

Lo guardo storto.

"Una canzone?" chiedo.

"Si, si chiama Super Max" afferma ridendo e solo ora capisco perché Pierre oggi lo ha chiamato in quel modo.

"Dovrai farmela ascoltare prima o poi" sorrido.

"Assolutamente, guarda che spacca" dice ridendo.

"Dai dimmi qualcosa di vero su di te" lo forzo, voglio seriamente conoscerlo.

"Non c'è nulla di interessante da sapere su di me" ammette.

"Ti sottovaluti" dico posando pesantemente la schiena sul sedile.

Il ragazzo storce il naso.

"Nessuno ha mai creduto in me e così, dopo un po' ho smesso anche io" dice.

"Non ci credo, tuo padre, tua madre, il mio caro zietto Horner; qualcuno deve per forza aver creduto in te" dico guardandolo.

"Zietto Horner?" domanda ridacchiando.

"Oh si, lunga storia, te la racconterò con il tempo ma tu non cercare di cambiare discorso" lo rimprovero.

Sbuffa.

"Mio padre si aspetta sempre qualcosa in più, mia madre è sempre impegnata la vedo due volte all'anno se tutto va bene e il tuo caro zietto Horner non mi cagherà finché non vincerò un titolo, penso che tu conosca bene il suo carattere, e credo che tu conosca anche il motorsport; è crudele e basta" dice con fare triste.

So bene come funziona il motorsport, lo vedo da come mio padre tratta Lewis e da come, invece, si comporta con Valtteri.

"Sulla pista ci sei tu e la tua monoposto, in cui devi avere un'immensa fiducia, perché se sei su un rettilineo a 300km/h e come accade per ogni curva, freni all'ultimo millesimo di secondo, devi fidarti nel funzionamento perfetto dei freni, perché se non vanno sei morto" ammette e l'aria nell'auto si fa improvvisamente pesante.

"Questo mondo è così crudele" dico spostandomi i capelli dietro alle orecchie.

Ognuno di noi deve avere qualcuno al suo fianco che creda in lui, che creda nel suo potenziale, che esulti ad ogni suo successo e che sia forte nei momenti bui, per essere la spalla su cui piangere.

Io avevo mio nonno, la mia luce, il mio più grande fan, poi purtroppo lui se n'è andato e con lui è morta anche la mia passione.

Forse quello che era successo a me era solo un avvertimento, qualcosa da cui imparare e da non far accadere a nessuno.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now