.quarantadue.

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Abu Dhabi era fantastica.

Nonostante il vuoto che mi portavo nel cuore, ero riuscita a godermi i primi giorni qui.

Lando voleva farmi conoscere a tutti i costi la sua famiglia, ma io avevo cercato di temporeggiare.

Non volevo conoscere la sua famiglia, altrimenti avrei fatto più fatica a dirgli addio.

Erano giorni che cercavo un modo per porre fine alla nostra relazione, ma sfortunatamente non avevo ancora trovato l'occasione, c'era sempre qualcuno pronto a interromperci o eravamo sempre impegnati; quando invece avevamo un minimo di tempo per parlare, le parole mi si bloccavano in gola non appena i suoi occhi si incastravano nei miei.

È assurdo il potere che ha su di me.

Ormai era sabato, avevo fissato per tutta la mattina il soffitto ed ero arrivata alla conclusione che oggi avrei fatto ciò che avrei dovuto fare tempo fa.

Mi ero persa le FP3 ma poco importava, tra qualche ora sarebbero iniziate le qualifiche; io mi ero stampata un finto sorriso in faccia e mi ero presentata nei paddock.

Ciò che era successo in Italia a Kentucky mi aveva scosso l'anima e mi aveva impedito di dormire serenamente per diverse notti; la sera prima, infatti, ero rimasta a contemplare Lando che dormiva sereno tra le mie braccia; avevo impresso ogni minimo particolare del suo viso nella mia testa e lo avevo chiuso nel cassetto più sicuro, perché se c'era una cosa che non avrei mai voluto, era quella di dimenticarlo.

Lando era così perfetto, e sapere che oggi avrei posto fine alla nostra storia, mi rompeva il cuore in mille pezzi.

Dovevo farlo per lui, per noi, per me.

Era un pensiero egoista? Forse si ma con il passare dei giorni avevo capito che, probabilmente avevo più bisogno io di lui che lui di me e questo non faceva altro che distruggermi lentamente.

Mia madre aveva impiegato 9 mesi a crearmi un cuore e io lo stavo spappolando da sola;

Mio padre, invece, mi aveva cresciuto come una donna indipendente, in grado di vivere e mantenersi da sola; ideali che Lando, dal momento in cui era entrato nella mia vita, era riuscito a distruggere uno a uno.

Il lavoro di una vita di entrambi i miei genitori stava andando in fumo.

Adesso non ero poi così convinta di saper vivere senza di lui.

O meglio.

Sapevo di riuscire a respirare senza la sua presenza, ma non ero convinta di riuscire ad alzarmi dal letto la mattina consapevole che lui non sarebbe stato lì a darmi il buongiorno.

Le parole che Toto mi aveva detto in Brasile qualche settimana prima erano rimaste lagate al mio cervello per tutto il tempo.

"Potrai lottare quanto vuoi, ma se la vita ha deciso per te, non potrai fare niente"

Non gli avevo creduto, avevo deciso con la mia testa dura che avrei continuato a lottare a tutti i costi, fino a quando avrei avuto le forze, ma era possibile che le mie forze si fossero già esaurite?

Stavo camminando nei paddock con il cuore in gola, il sole stava tramontando lentamente e io continuavo passo dopo passo sulla strada che mi avrebbe portato a compiere la scelta più difficile della mia vita.

La mia relazione attuale sembrava molto simile a quella dei miei genitori, si amavano da impazzire, ma le circostanze non gli avevano permesso di stare insieme.

Così era per me e Norris, ci amavamo come se ci conoscessimo da una vita e invece, quanto eravamo durati? 4 mesi?

L'amore della mia vita non era nemmeno stato la relazione più lunga che avessi avuto.

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