.quarantanove.

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Mi rimaneva un'ultima cosa da fare prima di lasciare la Francia.

Solo una.

La più complicata.

Come, ormai tre anni fa, ero scappata via dalla vita di Pierre Gasly, lo avevo fatto anche dalle famiglie di entrambi i miei migliori amici.

Quelle famiglie che erano state la mia seconda casa quando i problemi del mondo sembravano irrisolvibili.

Mancava un pezzo per concludere il puzzle mio, di Pierre e Anthoine.

Senza quel pezzo non avrei potuto incorniciare il quadro e appenderlo all'entrata del mio cuore.

Così Charles, che ultimamente era stato la mia spalla destra, aveva organizzato un incontro, a casa di Anthoine.

Si, perché dopo la sua morte non avevano cambiato dimora, erano rimasti lì tenendo vivo il ricordo di quel ragazzo che se n'era andato troppo presto.

Scendo dalla mia auto e mi appoggio alla portiera nell'attesa di Leclerc.

Di certo non sarei entrata di botto come invece avrei fatto qualche anno prima.

A casa in Italia, probabilmente, avevo ancora le chiavi del cancello e della porta, a meno che non le avessero cambiate di recente.

Il vizio di fumare era tornato in modo costante e sfortunatamente per Anthoine, non ero riuscita a fermarmi quella sera quando con il cuore spezzato, una litigata di routine con Pierre mi aveva mandata fuori di testa.

La nicotina aveva calmato ogni mio nervo come solo Lando fino a quel momento era riuscito a fare.

Da lì avevo ricominciato, non come prima però, il massimo erano 2 sigarette al giorno.

Prendo una sigaretta e la porto alle labbra, non faccio in tempo però ad accenderla che il rombo di un motore con parecchi cavalli attira la mia attenzione.

E chi poteva essere se non Saetta McQueen nella sua Ferrari che mi rimproverava.

"Butta quella roba Grace" dice sporgendosi dal finestrino.

"Solo se ti muovi a parcheggiare, altrimenti mi toccherà fare un salto in reparto di chirurgia a sistemare le rughe che mi sono venute, per quanto sono rimasta qui ad aspettarti" affermo riposando la sigaretta nel pacchetto e lanciandolo dentro la mia Mercedes.

Mi stringo nel cappotto considerato l'inverno inoltrato che incombe sulla Francia.

Vorrei tanto essere in California, al caldo, invece no, sono nello paese più odiato dagli Italiani.

Leclerc mi raggiunge.

"Manchiamo solo noi" considera guardando un'auto parcheggiata affianco alla mia.

"Vuoi dire che mancavi solo tu, perché io sono arrivata una cosa come 34 anni prima di te" sbuffo seguendolo verso il cancelletto.

"Come sei melodrammatica, sono in orario, questo è quello che conta" alza le spalle.

Roteo gli occhi e mi affianco a lui quando suona il citofono.

"Ciao comunque" dico.

"Ciao Nanerottolo" mi saluta addolcendosi e stampandomi un bacio sulla guancia .

"Chi è" chiede una voce che fatico a riconoscere.

È un uomo, un ragazzo.

"Sono io, Charles" dice il ragazzo "E sto portando con me la sorpresa" ride.

Lo squadrai da capo a piedi nel frattempo che il cancello si apriva.

Sorpresa?

Non aveva nulla tra le mani.

LOVE ON THE RUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora