.quarantaquattro.

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Finisco di preparare la valigia mentre le lacrime calde cadono sulle mie guance.

Una volta finito di festeggiare con Max ero andata da Lewis, lo avevo consolato e poi avevo sganciato la bomba.

"Ci siamo lasciati" avevo detto.

Lui mi aveva guardato per secondi infiniti, poi aveva notato i miei occhi lucidi e mi aveva stretto a lui; infine mi aveva lasciato le chiavi della sua stanza per rifugiarmi lì durante la notte, cosa che avrei sicuramente fatto.

Faccio per chiudere la valigia ma una busta incastrata malamente nella tasca del divisore del mio bagaglio attira la mia attenzione.

So perfettamente cosa contiene.

Tiro fuori la busta e riguardo i biglietti aerei per le Maldive, poi richiudo il tutto e lo poso sul suo comodino.

Saremmo dovuti partire nelle vacanze di Natale, ma come si poteva immaginare era saltato tutto e non mi sarei tenuta i biglietti perché si, alle Maldive volevo andarci, ma senza di lui non sarebbe stato lo stesso.

Chiudo la valigia, prendo la borsa ed esco dalla stanza raggiungendo la suite di Hamilton.

Lui non è ancora tornato.

Butto tutte le mie cose in un angolo, poi prendo lo champagne che si trova immerso nel ghiaccio al fresco e lo verso nel bicchiere posto sul tavolino.

Ma ogni volta che gli fanno la camera, gli portano del nuovo champagne?

Prendo il bicchiere pieno e mi siedo sul divanetto mentre guardo fuori dalla vetrata le luci della città.

Oh mia cara Abu Dhabi, sei fantastica, ma ora ti odio un po'.

Aspetto un oretta, poi sento Lewis entrare nella stanza.

Non mi curo di guardare che sia realmente lui, non mi interessa più di tanto sapere se è lui o un rapinatore, voglio solo che chiunque sia mi lasci affogare il dolore, nel silenzio e nello champagne.

"Grace" la voce di Lewis mi arriva alle orecchie nello stesso istante in cui le sue mani si posano sulle mie spalle.

I miei occhi rimangono fissi e privi di sentimenti, sulle luci dei grattacieli.

"Principessa" mi richiama di nuovo.

Non mi muovo, il mio cervello ha perso completamente le forze anche solo per mandare l'impulso ai miei muscoli di far muovere il mio corpo.

"Mi fai preoccupare, devo chiamare Pierre? Rebecca? Charlotte? Tuo padre? Cosa devo fare Grace? parlami" dice preoccupato.

Gli occhi fissi come se fossi paralizzata, il mio cuore lo era di sicuro ed io non riuscivo a carburare.

Sento che si muove dietro di me e poi esce dalla camera.

Finalmente sola.

In momenti come questi non volevo nessuno al mio fianco, perché le persone avrebbero parlato troppo e già ci pensava la mia mente a parlare in continuazione, se avessi dovuto dare ascolto anche a qualcun'altro sarei diventata pazza.

Prendo un sorso di alcool e mi concentro nuovamente sulle luci fuori dalla vetrata.

Il mio cellulare squillava all'impazzata da quando avevo riattivato la suoneria.

Una notizia sconvolgente per il mondo intero continuava ed essere postata su tutti i social.

È per notizia sconvolgente intendo la fine della mia storia con il pilota inglese.

Semplicemente le persone erano felici della mia rottura, felici del mio dolore.

Quando ero piccolina non vedevo l'ora di crescere.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now