.ventinove.

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La sveglia di Lando non era ancora suonata e io per la prima volta mi ero svegliata prima di lui.

Il suo braccio è pesantemente appoggiato sulla mia pancia scoperta.

Non ricordo bene a che ora è tornato a casa, ma ricordo nella dormiveglia che prima di buttarsi a letto mi ha lasciato un bacio, di quelli belli, emozionanti e pieni di amore.

Tolgo il suo braccio dal mio corpo nel modo più delicato possibile e poi mi alzo, prendendo il suo cellulare dal comodino, disattivo la sveglia, prendo la valigia da sotto il letto, cercando di fare meno rumore possibile, ma sono sicura che anche se stravolgessi la camera non si sveglierebbe, con il sonno pesante che si ritrova.

Voglio comunque evitare di fare troppo casino, così porto la valigia in bagno.

Una volta dentro, chiudo la porta e mi guardo allo specchio.

Sono un mostro.

Mi spazzolo velocemente i capelli e poi mi sciacquo il viso con acqua e sapone.

Mi riguardo e la situazione è leggermente migliorata.

Apro la valigia e tiro fuori il regalo; decido di lasciare tutto com'è e di sistemare più tardi.

Torno in stanza e poso il pacchetto sulla scrivania.

Poi vado verso la porta che conduce al corridoio dell'hotel e la apro trovando il carrellino con la nostra colazione.

Avevo organizzato tutto la sera prima, avevo chiamato in reception e avevo chiesto se avrebbero potuto lasciarmi la colazione davanti alla porta per le 8.30 e  loro cordiali avevano accettato.

Tiro dentro il carrellino che fortunatamente non fa rumore, poi guardo l'ora; 8.47

La sveglia di Lando sarebbe dovuta suonare tra 13 minuti, ma lo avrei svegliato prima, mi sarei presa molti insulti, ma poi mi avrebbe ringraziata.

Cammino gattonando sul letto e mi sdraio a pancia in giù sulla sua schiena.

"Buongiorno amore" sussurro all'orecchio del mio ragazzo per poi lasciargli un bacio delicato sulla mascella.

Mugugna qualcosa e poi sorride.

"Buon compleanno" sussurro.

"Buongiorno" dice lui sorridendo con ancora gli occhi chiusi.

Mi sposto leggermente per permettergli di girarsi e una volta che è pancia in su mi sdraio di nuovo su di lui.

Poso il mio mento sul suo petto e lo fisso mentre cerca in qualche modo di aprire gli occhi.

Non ho nemmeno acceso la luce perché alcuni raggi solari entrano dalle tende tirate male la sera prima.

Finalmente riesce a posare lo sguardo su di me.

"Sembri un alieno da questa prospettiva" ride contagiandomi.

Mi alzo.

"Non penso che gli alieni siano in grado di farti questa sorpresa" affermo indicando il carrello con il cibo e i due regali sulla scrivania.

Il suo sorriso si amplia ancora di più e ciò mi fa scoppiare a ridere.

"Vieni qui" dice prendendomi dai fianchi e riportandomi su di lui.

Le nostre labbra si scontrano per qualche secondo, poi come un bambino il giorno di Natale si alza di scatto e prende le due buste.

"Questo è da parte di mio papà" dico fissandolo per osservare la reazione alle mie parole.

Strabuzza gli occhi e si allontana.

"Grace via di lì, è una bomba" grida scappando in bagno.

"Shhh è presto" rido rimproverandolo.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now