. trenta.

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Indosso il vestito rosso in velluto accompagnato dalle décolleté nere e aspetto che Lando esca dal bagno.

Una volta fuori mi guarda.

È letteralmente perfetto.

La camicia bianca leggermente sbottonata accompagnata dai pantaloni e dalle scarpe eleganti che lo fanno sembrare decisamente più grande.

"Cambiati sei illegale, non voglio che ti arrestino il giorno del mio compleanno" scherza avvicinandosi a me.

Fa per baciarmi ma lo fermo.

"Il rossetto" dico.

"Mi stai dicendo che non posso baciarti per tutta la sera?" finge di piagnucolare.

Alzo le spalle.

"Non so se è per come sei vestito o perché ora hai 22 anni, ma sembri più grande del dovuto" rido.

"O sei tu che sei troppo piccola" afferma.

Roteo gli occhi.

"Andiamo dai" rido.

Le qualifiche non erano andate un gran che per Lando, domani sarebbe dovuto partire dalla 9 posizione, dietro alle due Ferrari, ma adesso non gli importava più di tanto, forse perché era insieme a me o forse perché era il suo compleanno.

Salgo in auto, al posto del guidatore, Lando era stanco e inoltre non conosceva nemmeno la strada per il locale, non che io la conoscessi, ma avevo guardato più volte Google maps.

Tolgo i tacchi e glieli passo, scaturendo una risata in lui.

"Non si può guidare con i tacchi" affermo offesa "È pericoloso, dovresti saperlo più di me" continuo.

Dopo averlo azzittito accendo l'auto e in 5 minuti siamo nel parcheggio.

Il ristorante è pieno di gente famosa, che con molte probabilità si trova qui per seguire il gran premio, o forse no, poco importa, tanto io e Lando siamo solo due puntini in mezzo a tutte queste stelle della televisione.

Ovviamente non mancano i giornalisti, i paparazzi e le telecamere.

Stringo la mano del mio ragazzo mentre cerchiamo di entrare nel ristorante scortati da dei bodyguard.

I giornalisti chiamano il nostro nome ma a parte qualche sorriso qua e là non ci fermiamo per nessuna domanda, nonostante loro continuino a gridarne diverse.

Finalmente una volta entrati nel locale, le urla dei giornalisti non si sentono più e un cameriere ci scorta al nostro tavolo.

~

"Vado a pagare, così andiamo in hotel" dico prendendo la mia borsa.

"No ma che sei pazza? Faccio un figura di merda se lascio pagare te in un posto del genere" dice serio.

Ridacchio e scuoto la testa passandogli la carta di credito di nascosto.

Lui ride e la afferra.

"Il codice?" chiede prima di alzarsi.

"La tua auto, quella di Kimi, George e Daniel" dico ridendo sperando che capisca il mio intento.

Lui mi guarda confuso poi spalanca gli occhi.

"Sei un genio" ride "Quindi io, Kimi, George e Daniel" sorride "Io ovviamente sempre primo" ammette facendomi roteare gli occhi.

Effettivamente avrei potuto dire Mick per non elogiarlo troppo, ma mi è venuto spontaneo.

Ormai il numero 4 mi ricordava solo ed esclusivamente lui, così come il colore arancione e le Jordan high.

Era incredibile quanto una persona potesse lasciarti così tanti segni indelebili.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now