.quarantatre.

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Respiro e mi asciugo le lacrime.

Respiro ancora.

Mi volto e lancio un'ultimissima occhiata al box McLaren.

Ne avevamo passate di tutti i colori lì dentro e ogni piccolo ricordo era inciso nella mia memoria come nel mio cuore.

Respiro cercando di calmarmi.

Andrà tutto bene, Grace, supererai anche questa.

Avevo tanto bisogno di Pierre in questo momento.

Così non ci pensai un secondo di troppo e iniziai a camminare verso il box dell'Alpha Tauri.

Avevo poco tempo prima dell'inizio delle qualifiche, ma sarei riuscita a parlare con il mio migliore amico.

Arrivo nei garage dove faccio irruzione.

Gli occhi di alcuni meccanici si posano sulla mia figura visibilmente distrutta, forse non potrei nemmeno essere qui.

Vedo Gasly che si sta sistemando la tuta.

"Pierre" dico flebile.

Non sono sicura mi abbia sentita.

La mia voce era così bassa che credo di non averla sentita nemmeno io.

Eppure il francese si gira e scontra i miei occhi pieni di lacrime.

La sua espressione tranquilla, si tramuta in una preoccupata.

Viene verso di me.

"Grace che è successo?" chiede posando le mani sulla mia faccia cercando di asciugare per quel che poteva il fiume che aveva preso a scendere da entrambi i miei occhi.

"Ci siamo lasciati" dico sussurrando ancora.

La mia voce non ne voleva sapere di uscire fuori.

"Vi siete lasciati o ti ha lasciato?" chiede subito.

Era talmente palese che lo amavo, che il ragazzo di fronte a me non aveva nemmeno messo in considerazione che lo avessi lasciato io.

D'altronde Pierre sapeva tutto, sapeva che avevo faticato a passare sorpa i commenti che c'erano su di noi e sapeva anche che Kentucky non c'era più proprio per colpa della mia relazione.

Pierre sapeva quello che mi passava per la testa da quando la mia vita con Lando era stata messa in esposizione sui televisori di tutto il mondo, lo sapeva bene, ma non avrebbe mai immaginato che una testa calda come me avrebbe mollato.

Se lo avessi detto a mia madre probabilmente si sarebbe messa a ridere, idem Blake, Rebecca, Lewis e papà.

Mi conoscevano da così tanti anni che sapevano bene che ero una di quelle persone che crede nel "chi persevera conquista"

Avrei dovuto insistere? Perseverare? Continuare a credere in qualcosa che era finito nel momento in cui era iniziato?

Avevo male al petto ad ogni respiro eppure riuscì a parlare contro ogni mia aspettativa.

"L'ho lasciato"

I suoi occhi strabuzzarono e mi sembrò che Gasly avesse realizzato solo in quell'istante quanto male mi stava facendo l'amore della mia vita.

Sentí il suo cuore vicino al mio.

Sentí il suo cervello nel mio.

Percepii le parole che avrebbe voluto dirmi, ma che sapeva bene non sarebbero servite a niente in quel momento perché la mia testa non avrebbe assimilato una singola frase.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now