10-The girl with the broken smile

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Capitolo Dieci:

Quaranta minuti prima
Bea

I Cavaliers segnano l'ultimo canestro e poi l'arbitro fischia.

Abbiamo vinto la prima partita di campionato.

La squadra esulta, le cheerleader si agitano al punto che sembra vogliano strapparsi i vestiti, (be', Meredith se li strapperebbe di sicuro per Mackenzie) e i suoi compagni di squadra prendono in braccio Tyler.

Ecco, lo sapevo che sarebbe finita in questo modo: mannaggia a me. Mannaggia. A. Me.

Mi alzo per sgranchirmi le gambe, allontanandomi da Arya: la squadra è ancora occupata nei festeggiamenti, magari, faccio anche in tempo a scappare? Chi lo sa.

Tyler sembra distratto. Getto la scatola vuota di popcorn all'immondizia.

Sgattaiolare via è quello che farò: non importa se è considerato sleale.

L'illusione si infrange presto, dato che Lucas sta correndo nella mia direzione.

«Ciao, Bea!»

«Ciao Lucas, grande giocata!», mi congratulo con lui, che sembra arrossito lievemente.

Si passa una mano tra i capelli biondi sottili come fili d'erba.

«Io? Naaah, non ho fatto niente di che!»

«Ma che dici! Sei stato decisivo!», lo incoraggio, ma forse ho esagerato perché è diventato ancora più rosso.

«Alla fine abbiamo vinto», spiega, «Ma è stata una partita molto combattuta, se non ci fosse stato Tyler...Sì, insomma...», si schiarisce la gola, «Tyler ha fatto la differenza.», commenta veloce.

Non so cosa ribattere. Mordicchio la collana a crocifisso che ho al collo, per tenere le labbra occupate.

«Senti, ti ricordi che stasera davo una festa a casa mia? Ti andrebbe di venire?», chiede Lucas.

«Mi spiace Lucas, stasera non posso...»

In realtà mi piacerebbe andare alla festa a casa di Lucas...

Lui sembra un tipo a posto.

Però, qualche mese fa, mi sono anche ripromessa che non sarei mai più andata a feste organizzate a casa di qualcuno.

Non dopo quella volta.

Non importa, quanto lui sembri dolce e carino: non ho intenzione di fare alcuna eccezione.

Lucas sembra abbastanza deluso, perciò valuto di cacciare fuori delle scuse: lezioni di zumba, dar da mangiare ai piccioni; potrei iniziare a tossire simulando una broncopolmonite sessualmente trasmissibile...

Idea.

Potrei dirgli che devo andare a lavorare...

però stasera è mercoledì e io ballo solo di lunedì, martedì e delle volte anche il fine settimana. Potrebbe scoprire che gli ho raccontato una cazzata.

Incontro i suoi occhi speranzosi e finisco per dire una frase di circostanza. «Facciamo la prossima volta, eh?»

Ora i suoi occhi sono così assorti e concentrati, che sembra che stiano calcolando la traiettoria dei missili terrestri-lunari e forse ha preso troppo alla lettera "facciamo la prossima volta".

«Ci sono!», dice indicandomi come folgorato da un'idea sensazionale, «Sabato! C'è una fiera di fumetti, in centro, potremmo andarci insieme... Ma immagino che a te non piacciano i fumetti a giudicare dalla tua faccia...»

CRUELWhere stories live. Discover now