27- running from the daylight

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⭐️
Ciao
💖
Sarà breve ma intenso.

⭐️
Capitolo ventisette:


4 ore
Dopo
L'evento nel
Seminterrato.
&
24 ore prima della morte di Paul.

Cassie

Mi infilo nel letto con il batticuore, con le punte dei capelli ancora umide per via del tuffo dentro la fontana che mi ha fatto fare Clayton, rovinandomi il vestito di Chanel che mi ha regalato Roman.

Non riesco a smettere di pensare a questa notte.

Al suo corpo mastodontico che riemergeva ogni tanto dall'acqua, ai suoi occhi magnetici che mi impedivano di guardare nient'altro che non fosse lui, alle sue labbra rosse e illecite.

Al modo possessivo con cui mi ha afferrato la coscia e mi ha sospinta contro di sé.

Al suo profumo, che sa di lui soltanto, e non è paragonabile a nessun altro profumo al mondo, perché il suo è molto più intenso e capace di coprirli tutti.

Intorno a noi, la fontana zampillante di acqua lucente come il cristallo, era come una magia, era come trovarsi in un sogno.

Troppo splendente perfino per essere un sogno.

Mi nascondo la faccia con il lenzuolo, rossa di vergogna anche solo al pensiero della sua eccitazione contro l'interno delle mie cosce e ansimo terribilmente ora che mi ricordo della concessione che gli ho fatto.

"Hai il permesso di pensarmi."

Dio mio, ma come mi è venuto in mente di dirgli una cosa del genere?

Come mi è venuto in mente di dirgli di ?

Questo vuol dire che mi penserà?

E io, invece, ho il permesso di pensare a lui?

Come dovrei immaginarlo?

Come si immagina un ragazzo che odi profondamente e che, altrettanto profondamente, ti attrae?

È passata almeno mezz'ora da quando ci siamo salutati, ma ho ancora il cuore che sfarfalla impazzito, e non riesco a controllarlo.

Afferro il telefono che ho lasciato sul materasso, e fisso lo schermo, un po' delusa in effetti di non aver ricevuto ancora nessun messaggio da... be' da lui.

Sono proprio scema, comunque.

Non dovrei aspettarmi niente da Clayton Mackenzie, niente che non siano colpi bassi, tradimenti, bugie e inganni, ma allora perché non riesco a trattenere un sorriso, al solo pensiero di come questa notte siamo stati vicini?

Perché ho voglia di sentire la sua voce per l'ultima volta prima di dormire?

Che malattia mi sta affliggendo?

Scorro la rubrica e i gesti che si susseguono li compio automaticamente, senza pensare.

Arrivo alla lettera "C" e fisso il suo nome e il suo numero di telefono più volte, prima di chiamarlo e premere il telefono contro l'orecchio.

Squilla.

"Hai il permesso di pensarmi", gli ho detto nella fontana.

E se rimango al telefono con lui per tutta la notte, in modo che non abbia tempo di pensarmi?

Può funzionare questa strategia, o peggio penserà a me mentre siamo al telefono?

Squilla più volte, e il mio cuore si ferma, diventa liquefatto, quando una voce roca e dura risponde dall'altro capo della cornetta.

CRUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora