13- I'll be fine without you

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Capitolo Tredici

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Paxton

Dopo che Killian fu ricoverato in ospedale, l'emorragia a causa del suo braccio mozzato si diffuse al punto da fargli rischiare la vita.

Io, Clayton, Arya, Ryan e Tyler eravamo seduti in sala d'attesa, gli uni accanto agli altri con le mani giunte in una preghiera, mentre Jack ed Helen si trovavano in sala operatoria insieme ai medici.

Il volto di Ryan aveva assunto un colorito verdognolo, i suoi occhi erano incollati al terreno, ed erano rossi a causa di un pianto trattenuto e soffocato.

Se Killian fosse morto, Ryan gli sarebbe morto appresso.

Ne ero certo.

Quel giorno non proferii parola.

Non gli chiesi mai se avesse avuto bisogno di aiuto.

Non feci mai cenno al fatto che l'avevo visto guidare il furgoncino che investì suo fratello, e non so dire se fosse per vigliaccheria o per rispetto, ma sentivo che era una cosa che non mi riguardava.

Come se fosse una cosa privata, solo tra loro due.

Forse, avevo paura di perdere l'unica famiglia che avevo.

Forse, avevo paura che parlandone con Ryan, mi sarei giocato la sua amicizia.

Non gli chiesi mai neanche come stava.

Sapevo come stava.

Lo conoscevo abbastanza da sapere che i sensi di colpa se lo stavano ingurgitando.

A un certo punto, si alzò e si diresse verso le scale. Lo seguii, senza farmi vedere.

Ryan Mackenzie si mise seduto accucciato sulle scale, a piangere tutte le lacrime che aveva, a tremare come se si trovasse dentro un igloo, con le mani unite e le dita rivolte al cielo.

«Ti prego, ti prego perdonami», sussurrava nascondendo la faccia negli avambracci, «Ti prometto che non ruberò mai più automobili, non parteciperò mai più alle gare clandestine, non farò più niente che possa mettere in pericolo la vita di Killian. Non punire mio fratello per i miei sbagli, lui non se lo merita. Lui soffre già, anche senza nessuna punizione. Ti prego, salvalo. Ti prometto che non gli lascerò mai più la dispensa vuota di cioccolato, se lo salvi, ti prometto che non permetterò mai più che qualcuno lo prenda in giro mai più...Lo voglio qui con me, ho bisogno di lui, ho bisogno di mio fratello. Prometto che mi prenderò cura di lui, mi prenderò cura di tutti loro, ma lasciaci nostro fratello...», singhiozzava senza controllo e le sue parole erano strazianti per le mie orecchie, erano un bisturi sul cuore.

«Rinuncio a tutto, toglimi ciò che vuoi, toglimi tutto... Rinuncio alla felicità, rinuncio a qualsiasi cosa...Ma non posso accettare che mio fratello muoia. Per favore, per favore...»

Ryan, a 13 anni, non poteva sapere che Dio gli avrebbe tolto lei, l'unica cosa che da grande avrebbe mai voluto, la cosa che più desiderava, la sua felicità, l'amore. Arya.

Lui non poteva saperlo, perché era come se quella bambina fosse il suo cuore e nessuno può vivere senza il suo cuore.

Ryan non aveva preso minimamente in considerazione che Dio avrebbe potuto togliergli proprio lei.

Lo lasciai da solo a calmarsi, anche se fu difficile resistere alla tentazione di correre ad abbracciarlo e dirgli che non era colpa sua.

Mi sentii un verme varie volte nel corso della mia vita, per non essere corso da quel bambino, per non averlo stretto forte, dicendogli che gli volevo bene.

CRUELWhere stories live. Discover now