16-Can't be your Superman (II)

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💀🐇
Capitolo Sedici

SECONDA PARTE🐇

Arya

Ho gli occhi chiusi e le ultime forze che mi sono rimaste stanno piano piano abbandonando il mio corpo.

Riesco a vedere solo il buio freddo delle mie palpebre e mi sento trascinata per terra.

Sento i vestiti strusciare sul pavimento e i polmoni che si svuotano.

La mia schiena si sta gelando a contatto con il suolo.

Vorrei liberarmi, vorrei gridare aiuto: ma sto urlando soltanto nella mia testa.

Dove sei, Ryan?

Dove diamine sei?

Perché non sei qui, perché mi hai lasciata sola, perché non fermi tuo fratello, neanche questa volta?

Non mi sono mai sentita così debole in tutta la mia vita.

Non mi sono mai sentita così alla mercé di qualcuno.

Odio essere indifesa, impotente, e Killian mi ha sempre fatta sentire così.

Ho le lacrime agli occhi, che mi scendono a cascata lungo il viso.

Mi sento strattonare i fianchi.

Sento delle dita fredde che mi acciuffano la cintura dei jeans.

Cerco di spingermi indietro, ma senza riuscirci.

Il mondo intorno a me sembra sfumare.

Non riesco a percepire nessuna emozione se non un'intensa paura, come una folata di freddo.

Apre i bottoni dei miei pantaloni e li tira verso il basso.

Non puoi farmi questo, penso, ti prego, lo so che mi odi ma non puoi farmi questo.

Come si fa, ad arrivare fino a questo?

Riapro gli occhi, e la realtà che mi circondava prima è ancora qui intorno a me.

Solida.

Incombente.

Squallida.

«K-Killian, ti supplico...»

Ho i lucciconi agli occhi.

E lui ha ancora il coltello in mano.

Non mi sono mai dovuta abbassare a tanto.

Non mi sono mai dovuto abbassare a implorare qualcuno di non farmi male.

Killian mi inchioda con un'occhiata.

«Voi donne incasinate sempre tutto...

E tu non hai mai avuto niente a che fare con noi...

Ti sei intromessa nelle nostre vite ed era solo questione di tempo prima che ci dividessi, mocciosetta....»

Mia madre avrebbe voluto che perdessi la verginità dopo il matrimonio.

Quand'ero più piccola mi diceva che avrei indossato un bellissimo abito bianco e che mio padre mi avrebbe accompagnata all'altare, dall'uomo dei mei sogni.

Quando poi sono diventata adolescente, ho capito che non sarebbe stato così.

Che non avrei mai perso la verginità dopo il matrimonio.

Voglio dire, è fin troppo romantico come desiderio, trovare qualcuno disposto ad aspettare con te un'unione indissolubile e sacra come quella delle nozze.

CRUELWhere stories live. Discover now