20-Loving you is a losing game

25.9K 894 3.6K
                                    

Il capitolo non contiene bollini, ma sarà presente un bel po' di lessico croccante 🌶🌶
Scusate se ci saranno piccoli refusi ma ho la febbre.
Se leggete con la musica trovate la playlist di Cruel su Spotify
Buona lettura.

🐰💜
Capitolo Venti:

Cassie

«Chi era quel ragazzo?», mi chiede Roman.

Sussulto, e mi perdo nei suoi occhi vuoti e artici, la cui particolarità viene accentuata dal semibuio che ci circonda.

Clayton è ormai sparito, e mi guardo intorno per cercare di capire da che parte sia andato e che cosa sta facendo in questo momento, ma ovviamente di lui non c'è traccia.

«Chi?», chiedo vaga.

«Quello con cui parlavi e ballavi.», dice sottolineando l'ultima parola. «Non credo di conoscerlo.»

«Oh...», sospiro, «Nemmeno io lo conosco. Era solo un tizio che cercava il bagno.», mi giustifico.

«E per chiederti dove si trova il bagno, si è messo a ballare con te?»

Oddio.

Che scusa pessima che ho utilizzato.

Comincio a sudare. 

Mi passo una mano sulla fronte.

Afferro la fiaschetta di whisky che avevo lasciato su un tavolino vicino a noi e ne scolo un po' il contenuto: sento la gola bruciarmi ardentemente, e la testa vorticare, ma almeno mi sento meglio.

Afferro entrambe le mani di Roman e gli rivolgo un sorriso consolante, mentre mi muovo in una danza un po' infantile: dopotutto c'è la musica, e la gente sta ballando.

Lui rimane teso come un pezzo di legno, e mi fissa come farebbe un padre con la propria figlia che sta facendo qualcosa di disdicevole, e così mi fermo.

Mi avvicino a lui, cambiando strategia.

Punto tutto sulla comunicazione.   

«Perché hai organizzato questa festa? Non mi sembra che tu ti stia divertendo molto...», dico.

Lui allaccia le mani dietro la mia schiena, un po' meno teso, come se non aspettasse altro che qualcuno lo smascherasse.

«L'ho organizzata per te.», ammette posando la sua guancia sulla mia testa, «Mi avevi raccontato che ti piacevano le feste, e che con le tue amiche ci vai spesso.»

«Oh.»

«Voglio che tu sia a tuo agio qui, Cassie.», mi spiega, «Qualsiasi cosa tu voglia, basta che la chiedi... Va bene?»

Le sue mani si appoggiano sulla mia schiena con tutti i palmi e io chino la testa, incastrandola tra la sua spalla e il suo collo. Nessuno si era mai preoccupato per me in questo modo, prima.

Stiamo ondeggiando sotto le note di Hold On.

«Forse non sono affari miei.», dice, «Però Wellington mi ha detto una cosa su di te, una cosa che non mi è piaciuta.»

«Che cosa?»

«A scuola gira un video su di te...», spiega, «Un video in cui sei ubriaca. Mi dispiace, Cassie.»

O santo cielo, perfino Roman lo sa...

È tutta la settimana che vengo derisa per colpa di quel video; so che probabilmente tra qualche mese tutti se ne saranno già dimenticati, eppure a scuola non riesco a camminare senza sentirmi gli occhi di tutti addosso.

CRUELWhere stories live. Discover now