32-Burn for you

24.1K 769 2.2K
                                    



Visto che è passato un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento
ecco un piccolo riassunto...

Clayton e Cassie hanno condiviso il letto

Tyler se ne è andato dalla festa di Halloween dopo aver picchiato
il suo migliore amico Luke ed essere stato rincorso da
Beatrix sotto la pioggia.🕴️

Ryan si preoccupa sempre di risolvere i problemi degli altri
inclusi quelli di Arya, che ora rischia di perdere il bar
a causa degli italiani e a causa del fatto che lei e suo
padre sono indietro con il mutuo.

Buona lettura!

🔥
Capitolo Trentadue:

Clayton

Fumo una sigaretta: è l'unica cosa in grado di farmi rilassare ora, oltre a osservare lei dormire.

Cassie è completamente avvinghiata al mio petto.

Non so come abbia fatto ad avvicinarsi così tanto, in queste ore, al punto da abbracciarmi nel sonno, eppure le sue guance paffute e le sue labbra morbide premono contro la mia costola nuda.

Mi piacerebbe continuare a osservare quest'angioletto un po' pazzo che dorme. Ma se continuo a guardarla, non riesco a evitare di farmi gonfiare il cazzo.

Per cui, ruoto lo sguardo dritto di fronte a me, nel buio che sta sfumando in un'alba tetra, mentre le mie dita scorrono lentamente tra i suoi capelli lisci, biondi e setosi che profumano di purezza.

Controllo il respiro, pur di non svegliarla.

La casa di Cassie sembra morta: nessun ticchettio di orologi, nessun ronzio, nessun via vai notturno.
Sono abituato al caos che c'è sempre a casa mia, a tutte le ore del giorno.

Dovrei andarmene prima che lei si svegli: cerco di fumare quest'ultima sigaretta il più velocemente possibile. 

Quando la finisco allungo il braccio, per spegnere il mozzicone dentro un bicchiere di vetro con residui d'acqua poggiato a terra.

Cassie strofina il naso contro il muscolo del mio pettorale.

Cerco di scrollarmela di dosso, per alzarmi, ma le dita di Cassie si avvinghiano sul mio petto e un fascio di luce entra violento dalla finestra, e si posa sul suo viso.

Apre gli occhi, e mi guarda sbalordita, e stupita, che io non me ne sia ancora andato. Spero non si sia accorta che stavo giusto per farlo.

«Buongiorno.», le dico e le mie labbra estremamente vicine ai suoi capelli.

«Sei ancora qui...», esala, senza il coraggio di intrecciare i suoi occhi nei miei. Il suo sguardo si posa sul suo elastico che tengo legato al mio polso.

«Perspicace.», sussurro.

«Sapevo che non te ne saresti andato.», sospira.

«Ah sì? E come lo sapevi?»

«Con le persone credo di avere una specie di sesto senso...»

«Mmm.»

«E un settimo, un ottavo, perfino un nono.», dice.

Ma che sta dicendo?
È l'effetto dell'alcol?

Impossibile, però, che lei sia ancora ubriaca: la notte dovrebbe averle fatto smaltire la sbronza.

CRUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora