40. I'm never gonna dance again, the way I danced with you

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Prima di leggere vi consiglio di dare una veloce ripassatina al 39
Visto che molte delle cose raccontate qui si basano su quanto detto nello scorso capitolo.
Buona lettura
🫶🏻

🩵
Capitolo Quaranta

Arya

Quando entro nella camera di Ryan, mi sembra di essermi ritrovata nel laboratorio di un pittore.

Ci sono tele imbrattate di colori accesi, acuminati, barattoli e pennelli disposti sul pavimento e un album da disegni aperto sulla scrivania...

Oltre la finestra della stanza, la neve cade fitta e bagnata, ma la luce del sole inonda tutta la stanza.

Ryan è in mezzo alla stanza.

Ho il cuore in fibrillazione, perché mi sento sommersa da tantissimi ricordi, a causa di questa stanza.

Mi sembra di respirare di nuovo l'odore dell'infanzia, ma questa sensazione dura davvero per pochissimo.

Questa camera è molto diversa da come me la ricordavo: è molto più caotica, ed è più rossa.

Il copriletto è di un perverso colore scarlatto e l'acrilico bordeaux ha sporcato le pareti, dando l'effetto di macchie di sangue.

L'ultima volta che sono stata qui ero una ragazzina, e anche Ryan lo era:

adesso invece siamo due adulti.

Incontro uno specchio e osservo il mio riflesso.

Indosso un abito rosa pallido e senza spalline che mi sfiora le scarpe. I capelli raccolti in una coda mi ricadono indietro naturali, in una pioggia di boccoli.

Ryan compare dietro di me...

«Ciao piccolina.», dice ed è il primo momento in cui rimaniamo soli, mentre di sotto continuano i festeggiamenti di Natale: casa Mackenzie sembra per lo più diventata una bisca di poker.

Il mio cuore palpita forte, quando le sue mani ancora tumefatte dall'incidente nel seminterrato mi accarezzano l'avambraccio e una serie di brividi mi percuotono.

Vorrei sapere lui come sta.
Come ha affrontato questi giorni.
Cosa pensa.

La sua vicinanza è sempre così intimidatoria, anche quando mi accarezza.

«Come mai ci troviamo in camera tua?», domando con un nodo alla gola. «Cosa c'è che non puoi dirmi al piano di sotto?»

«Voglio farti vedere una cosa.»

«Cosa?»

«Quanto cazzo sei bella.», dice con un filo di voce rivolto allo specchio. «Con questa addosso.» E mi allaccia al collo una collana di diamanti.

O almeno, a giudicare dall'aspetto, credo che siano diamanti.
Il mio cuore batte violento nel petto.
Rimango paralizzata davanti allo specchio, decisamente senza fiato.

Coglie il mio sguardo confuso nello specchio. «Il mio regalo di Natale...», chiarisce al mio orecchio. «Per te.»

«Ryan non dovevi.», dico accarezzando il gioiello che risplende al mio collo. «Io non ti ho fatto alcun regalo.»

E ora mi sento in colpa per aver accettato l'accordo "niente regali".

«Non importa.», il verde delle sue iridi è misterioso e insondabile. «Ti piace?», chiede svelto.

«Devi aver speso una fortuna.»

«Se non ti piace lo riporto al negozio.»

«È bellissimo.», mi affretto a constatare.

CRUELWhere stories live. Discover now