I capi sono brutti

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Credo di essere dentro ad un sogno.
O un incubo.
Evan Royden si aggira per la mia casa con una cassetta degli attrezzi che non sapevo nemmeno di possedere. È concentrato sulla porta difettosa e fa delle prove per capire cosa c'è che non va. Dal modo in cui tira fuori un cacciavite capisco che ha già trovato il problema. Ovvio. Immagino sia un tipo assurdamente intelligente con un quoziente intellettivo pari a un milione.

Nel frattempo, io lo guardo con gli occhi sbalorditi e, probabilmente, con un'espressione da idiota. Sono incatenata ad ogni suo movimento. È come se sapesse esattamente cosa fare e come farlo. Tutto in lui grida sicurezza e maestria.
«Ti consiglio di andarti a cambiare», la sua voce mi riporta in modo brusco alla realtà.

«Mi cambierò dopo», minimizzo con un gesto della mano.
«Ti consiglio di farlo ora», questa volta mi guarda ed il mio stomaco riceve un calcio. Forte. Perché è così bello?
Metto da parte i pensieri intrusivi e annuisco. Forse è meglio lasciarlo qui da solo e andarsi a cambiare. Sto cominciando a fare fantasie strane. E non va bene.

Lui non può essere attraente. È il mio capo.
I capi sono brutti, di solito.
Anche lui lo è. Sicuro. È solo il mio cervello malato che lo vede in un certo modo.
Sì.
Deglutisco e mi dirigo in direzione della mia camera, la pioggia batte furiosa contro le vetrate. L'idea di avere il capo del dipartimento in cucina mi fa battere il cuore fin troppo forte, ma cerco di ignorarlo. Tiro fuori dall'armadio il pantalone di una tuta e una maglia oversize. Sempre meglio del pigiama a cuori.

Tutto è meglio del pigiama a cuori.
Passo una mano tra i capelli umidi e torno in cucina, brutta ma quantomeno presentabile.
Cerco di comportarmi in modo normale, ma i miei neuroni non collaborano. Sono nel panico.
Cosa dovrei dire? Devo fare qualcosa? Dovrei offrirgli da bere? O forse sembrerebbe troppo invadente?
E se inizia a pensare che ho parlato della porta rotta solo per averlo qui in casa e provarci con lui?
Ma cosa accidenti sto pensando?

Il silenzio nella stanza inizia a farsi sempre più pesante, interrotto solo dal rumore dei suoi attrezzi.
Devo dire qualcosa. Qualsiasi cosa.
Cosa direbbe una persona normale in questa situazione?
La mia paranoia sta prendendo il sopravvento.

«Vuole mangiare qualcosa?». Non ho nemmeno capito cosa ho detto. Evan si blocca e si gira piano a guardarmi, un sopracciglio inarcato e l'espressione di uno che è appena stato insultato.
«No, grazie».
Bene. Gentile e spietato.
«Posso offrirle qualcosa da bere?»
«No, grazie», ripete. Okay. È evidente che non è interessato ad altro a parte la riparazione della porta.
«Ehm, va bene. Se ha bisogno di qualcosa sono di là sul divano», e con l'animo pieno di imbarazzo mi dileguo.

Resto immersa tra i cuscini per un tempo considerevolmente breve poiché la mia testa mi obbliga a tornare in cucina.
«Ha per caso bisogno di una mano?»
«No, Althea. Grazie». Subisco un piccolo trauma nel sentire il mio nome fuoriuscire dalle sue labbra.
Lo ha detto davvero?
È stato il mio cervello a rielaborare il suono?

Annuisco silenziosamente e mi siedo su uno sgabello, picchiettando le dita contro la superficie chiara del tavolo.
Ad un certo punto mi viene fame e decido di rovistare tra la mia spesa per tirare fuori una confezione di biscotti.
«Ne vuole uno, signor Royden?»
«No, grazie».
E ti pareva.

Mi godo la mia merenda finché un tuono non decide di porre fine alla luce in casa mia. Davvero. Tutte le luci si spengono e perfino fuori dalla finestra diventa tutto buio.
Il biscotto mi va di traverso e tossisco affannosamente in cerca di acqua. La cosa terribile è che non vedo un accidente.
Inciampo sugli attrezzi di Evan e quasi muoio con un doppio salto mortale con direzione di sola andata contro il pavimento.

Però Evan ha i riflessi pronti. Molto pronti.
Mi afferra prima della caduta, circondandomi lo stomaco con le mani. In qualche modo riesco a mandare giù il biscotto assassino e respiro affannosamente sotto il tocco del signor Royden. La schiena si abbassa e si alza in fretta contro il suo petto.
«Stai bene?».
Mi allontano da lui, scottata da questa vicinanza inaspettata.

«Sì, signore», ringrazio il buio perché non gli mostra il mio imbarazzo. «Grazie».
Tira fuori il cellulare e avvia la modalità torcia, illuminando parzialmente la cucina. Lo vedo scrollare distrattamente sul display per poi alzare le spalle e sospirare, scocciato: «Allerta meteo», dice in breve.
Impiego degli istanti di troppo per capire ciò che ha detto.

«Allerta meteo? Che vuol dire allerta meteo
«Vuol dire che nelle prossime ore è prevista nella nostra area una forte tempesta che potrebbe comportare condizioni meteorologiche estreme, agente Kelley», mi prende palesemente in giro. «Ma per fortuna tu hai fatto scorta di cioccolato e biscotti per sopravvivere in caso di necessità».
Non posso crederci.
Schiudo le labbra e le richiudo più volte. Posso dire di essere sconvolta? Perché lo sono.

«Adesso devo andare. La porta dovrebbe essere a posto», mi sorpassa ed io muovo un passo verso di lui.
«Ma ha appena detto che c'è una allerta meteo», lo blocco.
Cosa accidenti ha al posto del cervello?
«Infatti», i suoi occhi neri perlustrano il mio volto immerso nella penombra. Spero non veda come mi faccia un po' tremare il suo sguardo duro.
«Non dovrebbe stare a casa?»
«Tu puoi restare a casa», ribatte. «Io ho un bel po' di lavoro da svolgere. Vado in centrale».

Lo vedo avvicinarsi all'uscita e lo fermo ancora una volta: «Vengo anch'io», annuncio. «Mi cambio e arrivo».
Mi guarda e la sua espressione sembra un ponte tra due mondi, un tentativo di far coincidere la sua volontà con le mie intenzioni. Sta valutando la mia proposta.
Poi acconsente: «Vai», mormora. «Ti aspetto».

Buonasera!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo 🎉
Pronti per la nottata in centrale durante la tempesta? 😂😂
I piani di Althea diciamo che sono decisamente cambiati. Voleva poltrire sul divano a divorare schifezze e invece guardate voi che cosa l'aspetta 😂
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Spero che la storia vi stia piacendo.
Un bacio grande
Sara ❤️

NON SONO UNA SPIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora