Dalla parte giusta

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Il posto preferito di Evan Royden è il parcheggio sotterraneo di un edificio grigio e silenzioso.
Non dice una parola mentre spegne la macchina e si libera dalla cintura di sicurezza. Io sto tremando.
Non so perché, ma tremo come una fogliolina nella bufera.

«Ti chiedo di non fare domande», mi dice. «Ascolta bene: adesso io imboccherò il corridoio A mentre tu ti dirigerai verso il corridoio D», indica l'ingresso del corridoio di cui parla con un cenno della testa. Corrugo la fronte, ma non oso fiatare.
«Raggiungi il secondo piano», continua.
Corridoio D. Secondo piano. Okay, semplice. «Sulla destra troverai una porta nera. Entra e sali le due rampe di scale che ti porteranno al quarto piano».
Comincio a confondermi.

«Procedi lungo il corridoio, poi troverai un'altra porta. È una porta nera, con lo stesso colore del muro. È un effetto ottico. Controlla bene e riuscirai a trovarla».
Mi scappa una risata che gli fa inarcare un sopracciglio: «Cosa ti diverte esattamente?»
«Mi sta prendendo in giro», scuoto la testa senza riuscire a contenere la mia voglia di ridere.

«Sono serio», tuona. Oddio. La sua espressione impassibile mi fa capire che quest'uomo è serio per davvero.
«Una volta trovata quella porta...», continua. «Attraversa il corridoio e troverai un ascensore. Prendilo fino al quindicesimo piano».

Le mie tempie pulsano e prego la mia emicrania di non arrivare giusto ora, ma è inevitabile stressarmi davanti a queste circostanze. Non ricordo un bel niente delle indicazioni che mi ha dato. «Non capisco», ammetto. «Perché non possiamo procedere insieme? Cosa c'è al quindicesimo piano?».
La terrazza dalla quale ti farà precipitare. Ha scoperto che sei una spia e vuole toglierti di mezzo.
Stupido cervello. Smettila.
«Fa come ti ho detto», conclude, poi esce dalla macchina e inizia a camminare in direzione del corridoio A, sicuro del fatto che io eseguirò i suoi ordini.

Rimango bloccata sul sedile per qualche istante, il cuore che batte talmente forte da risuonarmi nelle orecchie.
Vorrei scappare via, ma la curiosità batte la paura e mi ritrovo a vagare per il corridoio D alla ricerca di una scala che mi condurrà al secondo piano.
Trovata.

Le mura sono tinte di un color nero opaco in contrasto con il pavimento in marmo chiarissimo che risplende sotto i miei piedi.
Si sente solo il rumore dei miei passi, poi c'è il silenzio assoluto. Dai portoni che oltrepasso non proviene nessun suono. È come se questo palazzo fosse stato costruito di recente per essere poi abbandonato. Mi vengono i brividi. Tutto è fin troppo nuovo e fin troppo pulito, ma non sembra esserci anima viva.

Salgo le scale e, dopo l'ennesimo corridoio, aguzzo la vista per cercare la porta nera di cui Evan parlava. Non riesco a individuarla subito, ma dopo aver tastato con i polpastrelli quasi ogni centimetro del muro riesco a scovarla. Una porta scorrevole che si mimetizza perfettamente. Strano.
Se dovessi sentirmi male e svenire qui dentro nessuno mi troverebbe per giorni, forse addirittura mesi.
Scaccio via la paura. Niente panico.
Non accadrà niente. Il signor Royden non mi farà del male. Perché diavolo ho lasciato la pistola a casa?

Sospiro di sollievo quando entro nell' ascensore e premo il tasto che mi condurrà al quindicesimo piano. Quando le porte si aprono il mio cuore perde un battito nel trovare una porta in legno scuro socchiusa. È un invito ad entrare?
Guardo a destra e a sinistra. Non c'è nessuno.
Perché tutto questo mistero?
Stringo i pugni e spingo piano la porta, poi entro e la richiudo alle mie spalle. Mi ritrovi davanti un ampio spazio living con i muri dipinti di un meraviglioso grigio perla.

«Hai incontrato qualcuno?», Evan si trova davanti alla cucina dal design moderno e con le superfici in marmo. Poggia una pistola sull'isola centrale in acciaio lucido e punta gli occhi scuri su di me.
«No», mi trema la voce. E le gambe. Forse dovrei sedermi.
Alla destra del capo dipartimento si espandono ampie finestre a tutta altezza che offrono una vista mozzafiato su Boston. Le luci della città si riflettono sull'acqua del fiume Charles. Questo posto è incantevole. Potrebbe diventare anche il mio posto preferito.

NON SONO UNA SPIAWhere stories live. Discover now