— Allora — disse Stefano, non appena scendemmo dall'autobus. — Avevi qualcosa da fare oggi pomeriggio?
Che faccia tosta a chiedermelo ora! Ma tornare a casa rischiando di incontrare uno dei miei genitori era un'alternativa peggiore che rincasare leggermente in ritardo... Per cui decisi di non fare ulteriori osservazioni.
— Latino, latino... E latino. Ma impiegherò davvero poco tempo a svolgere i compiti, è solo un ripasso.
Lui sospirò: — Dimenticavo fossi così studiosa. Ma oggi non voglio si parli di scuola.
— Sai — gli dissi guardandolo negli occhi. — Il pomeriggio rischia di diventare piuttosto monotono.
Stefano ridacchiò: — Spero proprio di no. E, comunque, siamo quasi arrivati.— Questa è una bella zona — commentai, osservando i palazzi del centro storico attorno a me e il pavé che costituiva la strada. Nell'aria si diffondeva un tiepido profumo di caldarroste. Tiepido, già, quello che sentii da quel momento intorno a me fu un calore sempre più intenso.
Stefano mi guardò curioso e, non appena aprì bocca, si liberò una piccola nuvola di vapore: — Allora almeno la località è quella giusta.
Annuii compiaciuta.
— E, se ti giri un po' più a sinistra, potrai darmi un parere anche sul locale.
Feci come aveva detto e, quando capii quello a cui si stava riferendo, mi voltai verso di lui stupita.
Quello era un semplice bar.— So quello a cui stai pensando — mi disse in tono canzonatorio. — E credo sia meglio entrare.
Lo seguii curiosa, respirando a pieni polmoni quando l'aria calda all'interno mi avvolse insieme a un dolce profumo di brioches.
Era un locale davvero molto piccolo, con tre tavoli lungo la parete destra, di cui uno più appartato. I muri erano bianchi e senza molti fronzoli, con solo alcune cornici. E fu proprio su queste che mi soffermai.
Raffiguravano tutte la stessa famiglia, potei facilmente constatare, e riconobbi i vari membri cambiare di scatto in scatto. Nonni, genitori, bambini... Passavano tutti nelle varie fasi della vita.
Mi avvicinai alla cornice accanto a me, notando che raffigurava due bambini. E lo sguardo di uno di questi mi era noto.— Sei tu? — chiesi a Stefano stupita, guardandolo negli occhi.
Lui sorrise, quasi timido: — Già. Questo è il bar dei miei nonni.
Devo ammettere che in quel momento rimasi davvero senza parole: perché mi aveva portato lì? Vi erano moltissimi altri locali più vicini alla scuola...
Stefano si avvicinò alla fotografia: — E questa era mia sorella, Viola.
Sfiorò l'immagine con la punta delle dita, quasi potesse sul serio accarezzare la bambina.
Viola, dai codini biondi e il sorriso aperto, era seduta accanto a Stefano, che doveva avere all'incirca sei anni. Lei non doveva superare i tre.
Inghiottii profondamente prima di parlare: — Perché hai detto... Era?
— Viole è morta tre mesi dopo lo scatto di quella fotografia. Non ha mai compiuto tre anni. È... è caduta e ha picchiato la testa. Proprio in questo bar.
Non riuscivo a proferire parola. Non potevo credere a quello che Stefano aveva appena detto.— Mi dispiace, mi dispiace tantissimo. Io... Non ne avevo la più pallida idea.
Lui aprì le labbra in un sorriso triste: — Non parlo spesso di lei.
Abbassai lo sguardo: — Non volevo costringerti a dirmelo. Sono stata invadente a guardare quelle fotografie.
Stefano mi fece cenno di sedere al tavolo: — Non è vero. E sappi che, se non avessi voluto, non avrei usato il passato. Avrei detto una bugia e...
— Stefano! Che bella sorpresa!Dal retro del bar era apparsa una donna piuttosto anziana, con una folta massa di riccioli rossi, che stava avanzando a passo spedito verso di noi.
— Ciao, nonna. Come stai?
La donna alzò le spalle, appoggiando poi le mani sul bancone: — Stanca come al solito... Ma perché non mi presenti la tua accompagnatrice?
Mi sentii arrossire, sia perché era il mio carattere, sia per il tono curioso e interessato della nonna.
— Lei è Caterina, lavora con me a teatro.
— Buon pomeriggio — le dissi, aprendo le labbra in un sorriso timido.
Lei, di rimando mi sorrise: — È un piacere conoscerti. Cosa ti ha spinto a venire qui con quel lupo solitario di mio nipote?
STAI LEGGENDO
Intrusa
General FictionVincitrice WATTYS 2018 categoria Astri Nascenti! "Forse sarà meglio spiegare che non sono qui per parlarvi di feste, di vestiti e di ragazzi. Altrimenti queste parole sarebbero una stupida ripetizione di storie già raccontate." Con un solo amico e...