Capitolo 2: Stai piangendo?

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Lasciai lo zaino ai piedi del letto e poi scesi un'altra volta al piano di sotto, per pranzare.
Sentii mio fratello ed i miei genitori discutere.
Non avevo voglia di sentirli litigare.

«Hailey» mio padre mi richiamò.

Mi affacciai al salotto e trovai i miei in piedi, con le braccia incrociate ed uno sguardo arrabbiato. Colton era seduto sul divano, intento a toccarsi l'occhio viola.

«È vero?»

«Cosa?» chiesi, pur sapendo a cosa si riferisse.

«Che Evan ha picchiato Colton» continuò mia madre.

Annuii, un po' titubante.

«Adesso chiamo i Collins, dobbiamo parlare di un paio di cose» disse mio padre, arrabbiato, prendendo il suo cellulare.

Poi uscii dalla stanza e andò a telefonare al signor Collins.
Che guaio.

«Prepara la tavola, Hay, il pranzo è pronto» disse mia madre, per poi andare in cucina.

Annuii distrattamente e poi andai a sedermi accanto a Colton, sul divano.

«È tutto una merda» sussurrò.

«Vedrai che le cose si sistemeranno tra te ed Evan. Lascialo sfogare ora, è arrabbiato ed ha i suoi motivi per esserlo»

Sospirò e poi si alzò, lasciandomi da sola nel salotto.
Salendo le scale, urlò 'non mangio' e, subito dopo, proseguì il rumore della porta di camera sua sbattere.
Non osai immaginare come ci si sentisse nel rovinare un'amicizia e rendersene subito conto.

✉✉✉

Erano le quattro del pomeriggio ed in quel momento ero bloccata su un maledetto problema di matematica da almeno un'ora.
Odiavo la matematica.
Pensai che sarei stata costretta a riprendere le ripetizioni di recupero pomeridiane.
Odiavo fare corsi di recupero, mi facevano sentire stupida.

Bussarono alla porta.

«Avanti» dissi con la matita in bocca, intenta a farmi un'alta coda di cavallo con i capelli.

«Hailey, tra poco arriveranno Evan ed i suoi genitori. Tra dieci minuti scendi in salotto, ci servi anche tu» disse mia madre, guardando la mia camera completamente disordinata.

«Ok» risposi distrattamente, passando continuamente lo sguardo dal libro al quaderno.

«Cambiati, non scendere con la tuta o con il pigiama»

«Ho capito, mamma»

Uscì poi da camera mia. Ripresi il mio problema ma, niente da fare, non riuscivo a svolgerlo.
Decisi quindi che forse sarebbe stato meglio lasciar stare al momento, ne andava della mia salute mentale.

Sospirai, lanciai un'occhiata all'orologio e poi mi alzai, dirigendomi verso l'armadio.
Tirai fuori un paio di leggins e lasciai il maglione che già indossavo.
Tolsi pantaloni del pigiama e sentii subito dopo, il campanello suonare.

Che palle, sussurrai tra me e me.

Attesi un paio di minuti prima di scendere.
Non appena arrivai al piano terra, sentii la tensione di tutti i presenti.

«Buongiorno signori Collins» sorrisi.

«Ciao Hailey» dissero entrambi, forzando un sorriso.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now