Capitolo 36: La sbornia

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Dopo essere rientrati in casa di Eric, non vidi da nessuna parte né Taylor né Colton. Forse si erano appartati in qualche angolo della casa, per parlare dell'accaduto. Lo sperai vivamente, perché odiavo vedere le persone a cui tenevo, stare male. Il mio stomaco dopo il bacio di Evan, era ancora in subbuglio e la sua presenza mi metteva terribilmente a disagio.
Raggiunsi Ethan e Summer sul divano che finalmente avevano smesso di pomiciare, e sospirai.

«Perché quella faccia?» chiese Ethan indicando la mia espressione da colpevole. «Non dirmi che c'entra Evan»

«Beh...»

«Oh Hailey!» sospirò. «Che hai fatto?»

«È stato solo un bacio» sussurrai.

Summer sorrise, perché fin da quando la conoscevo, aveva tifato per me ed Evan.

Il mio migliore amico roteò gli occhi al cielo. «Non capirò mai né te, né Collins. Vi piacete, vi baciate ma non state insieme. Siete stupidi?»

«Io non piaccio ad Evan, cercava solo labbra da baciare. È brillo, molto probabilmente»

«Allora ricapitolando: al vostro primo bacio, lui era ubriaco e tu lo avevi accompagnato a casa. Poi il secondo ve lo siete dati a casa tua, per scommessa. Il terzo te lo sei sognata, ed il terzo vero e proprio è stato sotto al vischio dopo il tuo rifiuto. Ora questo... e lui è brillo!» disse Ethan, facendo scappare una risata a Summer perché, sì, io ed Evan sembravano proprio due idioti che si rincorrevano. «Non vi capisco, sul serio. Hay, è ovvio che lui provi qualcosa per te, e tu anche. Io, fossi in te, andrei da lui e metterei le cose in chiaro»

Mi voltai verso Evan.
Stava chiacchierando e ridendo con alcuni suoi compagni di squadra, e mi sentii in imbarazzo quando mi guardò e sorrise. Mi aveva colto in flagrante.

«Non lo so» sospirai. «Ci devo pensare. Vado un secondo al bagno, scusate»

Mi avviai verso il lungo corridoio dalle pareti beige decorate con grandi quadri di opere d'arte, ed aprii un paio di porte prima di trovare quella del bagno. Abbassai la maniglia ma la porta era chiusa a chiave. Bussai e poi attesi un paio di secondi, prima che la porta si aprì.
Taylor Anderson e Colton Stewart uscire insieme dal bagno.
Ero sicura che non fossero lì per lavarsi le mani in compagnia.

«Hay» disse Taylor, sorpresa di vedermi, e sistemandosi il vestito.

«Va bene!» dissi con una smorfia di disgusto. «Sono felice per voi, sul serio, ma...vi prego, non ditemi i dettagli»

Entrambi scoppiarono a ridere ed io entrai nel bagno. Anche se mi sentii tremendamente a disagio a stare in quella stanza dopo Taylor e mio fratello, feci quel che dovevo fare, e poi uscii.
Prima di tornare nel salone colmo di gente da cui proveniva la musica, feci un salto in cucina per bere qualcosa.
Non trovai nemmeno una bottiglia d'acqua, così mi arresi e decisi di bere un bicchiere di vodka alla pesca.
Tornai dagli altri, con il bicchiere colmo di alcool e mi sedetti accanto a Taylor che scriveva qualcosa sul suo cellulare.

«Sei arrabbiata?» mi chiese, non appena bevvi un sorso di vodka.

«Dovrei?»

«No beh, dico per...quella cosa di prima»

«Sono felice che abbiate fatto pace, alla vostra maniera, e non avrei motivo per essere arrabbiata» sorrisi avvicinandole il mio bicchiere. «Vuoi?»

Sorrise e bevve un piccolo sorso.
La serata stava andando avanti abbastanza bene, tutto sommato mi stavo divertendo, nonostante fossi circondata da una maggior parte di sconosciuti. Mancavano due ore alla mezzanotte, e a fare il suo ingresso non appena scoccarono le dieci di sera, fu proprio lei.
Un vestito striminzito color blu notte, dei tacchi a spillo e due lunghe gambe scoperte per attirare l'attenzione: Samantha Gilbert era tornata per tormentarmi l'esistenza.
Si tolse il lungo cappotto grigio e si guardò attorno in cerca di qualcuno da sfruttare. Lasciò due leggeri baci sulle guance di Eric e poi lui le prese il cappotto, per appenderglielo assieme agli altri. Stessa cosa fecero le sue due amichette del cuore: Rebecca "Becca"  Hampton e Edith Mcgee; entrambe con altrettanti vestiti striminziti e tacchi di dieci centimetri.
Non appena gli occhi scuri di Samantha incrociarono quelli di Evan, sentii una brutta sensazione nel mio corpo. Lui la raggiunse e la salutò con due baci sulle guance.
Maledetta arpia.

«Tay» dissi continuando a guardare Evan. «Io e "tu sai chi" ci siamo baciati»

«Cosa?!» disse alterando la voce e beccandosi un'occhiataccia da alcuni invitati vicino a noi.

«Già» annuii, guardandola. «Ethan mi consiglia di andargli a parlare»

«Non avete ancora parlato dopo il bacio?»

«No» ammisi, torturandomi le mani. «Ethan mi ha detto di andare a dire i miei sentimenti ad Evan, ed io vorrei farlo, perché una parte di me è quasi del tutto convinta che lui ricambi, ma poi c'è la mia parte ragionevole che mi dice di stare zitta perché non voglio un secondo rifiuto»

«Hay, non ti ha mai rifiutata seriamente lui. Altrimenti cosa significherebbero tutti quei baci dati, tutte quelle attenzioni da parte sua? Ma soprattutto, cosa significherebbe il fatto che era in realtà lui "N"?» disse prendendomi la mano. «Io sono d'accordo con Ethan»

«È che sto iniziando ad apprezzarmi ora! Sto facendo un percorso per stare bene ed in pace con me stessa. Fare questo passo vorrebbe dire cancellare tutto e lasciare che Evan incasini la mia intera vita» sbuffai, buttando indietro la testa, rassegnata.

«Hailey, ti conosco, so che farai la cosa giusta» sorrise dandomi un bacio sulla guancia. «Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?»

«Sì, fai tu» sospirai, guardando il soffitto.

Annuì e poi si alzò dal divano, lasciandomi sola con un mucchio di punti interrogativi in testa.

✉✉✉

La mezzanotte era passata già da un'ora, credo, e tutti gli invitati alla festa stavano festeggiando con bicchieri e bicchieri di alcool.
Avevo bevuto decisamente troppo quella sera, ed infatti, per poco, non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi.
Ethan stava con Summer, Taylor con Colton ed io ero sola che girovagavo per casa Thompson. Salii le scale ridendo sola, tenendomi al corrimano, per arrivare poi al secondo piano. Cosa avevo intenzione di fare non lo sapevo neanche io, ma avevo una gran voglia di ficcanasare in giro.
Aprii la prima porta che mi capitò davanti e mi trovai in un bagno. La seconda porta dava ad una semplice camera da letto, e la terza anche, ma questa aveva le pareti tappezzate di poster e vari vestiti sporchi buttati a terra. Pensai fosse la camera di Eric, o di qualche altro adolescente che vivesse in quella casa. La quarta porta dava in uno studio e quando aprii la quinta porta, mi si gelò il sangue.
Vidi Evan infilare la lingua nella gola di Samantha, mentre quest'ultima gli sbottonava velocemente la camicia.
Che schifo, pensai, ed io che volevo dichiararmi a lui.

Feci un verso strano, misto tra disgusto e sbornia, ed i due si voltarono verso di me. Entrambi erano sorpresi, ma sul volto della rossa notai un po' di divertimento.

«Hailey» disse Evan.

«Non-» allungai un braccio per distanziarmi da lui e mi misi l'altra mano davanti alla bocca.

«Stai bene?»

In tutta risposta, vomitai sul tappeto della camera.
Dannazione che figuraccia.

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Buongiorno a tutti! Sono a scuola ma voglio tornare a casa, ora ho matematica. Buona giornata e buona scuola!

-Alessia

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Onde as histórias ganham vida. Descobre agora