Capitolo 10: La festa

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La casa di Eva Wellington puzzava di alcool ed era stracolma di adolescenti mezzi fatti o ubriachi che girovagavano con bottiglie di alcool in mano. La musica si sentiva anche da cinque isolati prima e l'enorme giardino era coperto da bicchieri rossi di plastica buttati in ogni angolo. Quella festa sarebbe stata il delirio, già lo sapevo. Entrai abbastanza felice, a braccetto con Taylor, ed andammo subito all'interno della massa di ormoni adolescenziali.

Io indossavo una gonna nera con dei collant sotto, altrimenti sarei morta di ipotermia, un top bordeaux e delle scarpe da ginnastica perché avevo voglia di ballare. Lasciai la giacca sull'appendiabiti e Taylor fece lo stesso. Lei portava un vestitino bianco un po' aderente, che però metteva in risalto le sue curve ed il suo fisico slanciato. Cominciò a fare caldo, così si legò subito i capelli biondi e mossi in un'alta coda di cavallo. Io, per mia fortuna, mi ero già avvantaggiata, legandoli in precedenza.

«Andiamo a ballare!» mi urlò all'orecchio per sovrastare il volume altissimo della musica.

Annuii convinta e le presi la mano, in modo da non perderci di vista.
Iniziammo a ballare e, a differenza delle altre ragazze che cercavano di fare le sexy davanti ai ragazzi, io e la mia migliore amica eravamo davvero imbarazzanti! Una dose abbondante di goffaggine mischiata all'alcool bevuto prima della festa e il risultato non poteva che essere: Taylor Anderson e Hailey Stewart.

Mi stavo divertendo tantissimo, saltavo e ballavo a ritmo della musica e ridevo troppo, perché io e Tay facevamo davvero ridere.

«Ho sete!» urlai alla mia migliore amica. «Vado in cucina! Torno subito, non muoverti da qui!»

«D'accordo» urlò anche lei, continuando a ballare.

Uscii dalla sala, spintonando qualcuno, ed andai in cerca della cucina. Dopo il lungo corridoio illuminato, finalmente arrivai sana e salva. Mi sedetti sull'ultimo sgabello libero e versai un po' di vodka in un bicchiere appena preso. Bevvi lentamente fino a quando non sentii una voce non troppo familiare, richiamarmi.

«Hailey?»

Mi girai e con mia grande sorpresa trovai Nolan.

«Ehi Nolan, ciao! Come stai?»

«Bene, e tu?» chiese sorridendo e sedendosi sullo sgabello accanto al mio, da cui si era appena alzato un ragazzo.

«Bene» sorrisi, bevendo un altro sorso di vodka alla pesca dal mio bicchiere.

«Che ci fai qui da sola?»

«Non sono sola, di là c'è Taylor, è che avevo sete e sono venuta qui. Tu con chi sei?»

«Alcuni della squadra di football»

Annuii.
Avrei voluto chiedergli se Evan fosse stato con lui, ma decisi di zittirmi. Forse sarei risultata invadente.

«Allora...» mi schiarii la voce. «Che mi racconti? È da un po' che non ti vedo studiare con mio fratello a casa nostra»

«Sarei felice di ricominciare» sorrise. «Dimmi quando sei a casa»

Risi. Forse era lui "N", perché in quel momento sembrò mostrare interesse nei miei confronti.
Sapeva il mio indirizzo ed il suo nome iniziava con la N, doveva essere lui per forza!

«Ti va di ballare?» mi chiese, guardandomi negli occhi.

Era davvero un bel ragazzo: due occhi scuri penetranti, le guance coperte da un leggero accenno di barba ed i capelli neri disordinati. Aveva un viso molto tenero ed il suo sorriso era davvero contagioso. Sarebbe stato perfetto per me, se solo Evan-sono il più figo-Collins non fosse mai esistito.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now