Capitolo 43: Solo noi tre

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Mancava poco alla fine della scuola. Era il ventidue di aprile e faceva già troppo caldo per i miei gusti. Sì, io ero, -- e sono, il tipo di persona che odia l'inverno e che vuole l'estate, ma che quando questa arriva, rimpiange i momenti passati sotto al piumone.
Mancava una settimana esatta prima della gita che Colton ed Evan avrebbero affrontato assieme a tutte le classi Senior.
Io ed Evan, dopo San Valentino, avevamo deciso di provarci. Uscivamo, passavamo molto tempo insieme e oltre a baciarci, parlavamo pure! Ero davvero felice in quel periodo, e niente era in grado di tirarmi giù di morale.
Di lì a poco, io ed Evan avremmo fatto un mese, ed io sentivo di essere davvero innamorata di lui. Era strano definirlo "il mio ragazzo"; altrettanto strano era sentirsi chiamare "amore" o "piccola" da lui.

Quel giorno mi ero organizzata con i miei due migliori amici per uscire, solo noi tre.
Solo Ethan, Taylor ed Hailey.
Niente fidanzati e fidanzate, solo amicizie e risate.
Era davvero buffo, ma allo stesso tempo dolce, pensare che tutti e tre eravamo felici assieme a qualcuno, in quel momento.

Da febbraio in poi non ero più riuscita a togliermi il sorriso dal volto.
Persino quando ricevevo brutti voti a scuola non mi demoralizzavo.
Ebbene sì, Evan era la causa di tutta la mia felicità.

«In piedi, soldati!» urlò Ethan alzandosi dal suo divano. «Non possiamo starcene qui tutto il giorno»

«Ah no?» chiesi sprofondando la testa su uno dei cuscini marroni.

Ethan ne prese uno e me lo lanciò addosso più volte. Prima sulla testa, poi sulla schiena ed infine sul sedere.

«Ethan, la stai torturando» disse Taylor ridendo, e con la coda dell'occhio vidi che si stava alzando dal divano anche lei.

Mancavo solo io, ma quella mattina ero davvero stanca. "Mattina" si faceva per dire, dato che mezzogiorno era passato da più di mezz'ora. Dovevamo andare a pranzare fuori, ma con la mia lentezza, saremmo arrivati all'orario di chiusura del ristorante cinese in cui avevamo prenotato per l'una e mezza.

«Al mio tre» disse Taylor. «Uno...Due...Tre!!» urlò.

Sentii poi tirarmi le braccia e le gambe, fino a finire spiaccicata sul pavimento di casa Smith.

«Voi due non siete normali» borbottai alzandomi, e li vidi battersi il cinque soddisfatti.

«Ci stai facendo un complimento» sorrise Ethan.

Sorrisi anche io e mi sgranchii lentamente braccia e schiena.
Ci preparammo ed uscimmo velocemente da casa di Ethan, salutando prima la dolcissima signora Smith.

«Dove hai lasciato il principe azzurro?» chiese la mia migliore amica, dandomi una leggera gomitata.

«È dai nonni. Riunione di famiglia oggi!» risi. «E invece il tuo?»

«È tuo fratello, dovresti saperlo» sorrise.

«A dire il vero no, non lo vedo da ieri mattina. Il pomeriggio eravamo entrambi fuori e la sera era con te, sta mattina dormiva ed ora sono con voi»

«È semplicemente a casa. Ieri sera abbiamo fatto le due ed ora è stanco» roteò gli occhi al cielo divertita.
«E tu? Dove hai rinchiuso la tua principessa?» chiese ad Ethan.

«Tra le mura di casa a scrivere un tema di milleduecento parole sulla paura» rise.

«Povera Summer» sorrisi.

✉✉✉

La mia pancia chiedeva pietà.
Avevamo mangiato decisamente troppo quel giorno ed io avevo sentito la necessità di slacciare la mia cintura. Eravamo gli ultimi clienti in tutto il ristorante, e se non fosse stato che per poco ci avrebbero buttato fuori a calci, saremmo rimasti seduti sulle sedie per lamentarci del troppo cibo ingurgitato.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now