Capitolo 29: La verità

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Camminai velocemente verso casa Collins e non appena mi ritrovai di fronte alla porta di casa, presi un lungo respiro, dopodiché bussai con forza sulla porta in legno scuro.
Si aprì, facendo comparire la figura di Evan.

«Hailey» sussurrò.

«Tu!» gli puntai l'indice contro. «Perché diavolo hai picchiato Nolan?»

«Hay calmati! È stato solo un pugno»

«Solo un pugno?» dissi in una risata amara. «Solo un pugno?!» urlai.

«Senti, non sono affari che ti riguardano al momento. Vai a casa»

«Eccome se sono affari miei! Nolan è il praticamente mio ragazzo, e tu chi sei? Un amico di mio fratello? Senti Evan, non ho più intenzione di dirtelo: fatti gli affari tuoi! Vivi la tua vita e lascia che io viva la mia, ti è chiaro?» urlai spintonandolo leggermente. «Fatti gli affari tuoi, dannazione!»

E senza accorgermene, ecco che sentii una lacrima bagnare il mio labbro inferiore. Evan mi precedette e la asciugò con il suo pollice. Levai velocemente la sua mano dal mio viso e tornai a guardarlo negli occhi.
Gli stessi occhi verdi in cui, fino a poco prima, riuscivo a perdermi ma che in quel momento non riconoscevo più. Evan era un idiota, ed io non avevo più intenzione di sprecare altro tempo con lui.

Gli lanciai un'occhiata disgustata e poi mi girai, per andare da Nolan.
Il "mio ragazzo" aveva bisogno di me.
Non mi voltai verso Evan, anche se sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla schiena.
Non mi incanti più Evan, pensai, ed era davvero così.
Il 'capitolo Evan Collins' stava per concludersi ed io avrei bruciato l'intero libro, pur di non tornare indietro da lui.
Aveva oltrepassato il limite.

Corsi a casa di Nolan, dove mi aprì lui stesso e, senza esitare, mi fiondai tra le sue braccia.

«Evan è un idiota, un deficiente, un coglione, un...un...Ahh! Lo odio!» urlai, una volta entrata in casa.

«Lo penso anche io» disse Nolan facendo una smorfia di dolore.

Dal suo occhio destro coperto da una basta di piselli surgelati, si intravedeva una grossa macchia viola. Al solo pensiero che quel dolore era stato provocato da Evan, sentii la rabbia pervadermi il corpo.

«Gli ho parlato, gli ho detto di farsi i fatti suoi» dissi avvicinandomi a Nolan. «Non ti darà più fastidio. Per 'Evan il bullo' il suo tempo di gloria è finito»

Nolan non rispose, si limitò a guardarmi negli occhi.

«Che c'è?» chiesi notando il suo silenzio.

«Non mi lascerà in pace finché io e te staremo insieme. Lo sai, vero?»

«No, no, no!» scossi la testa. «Fidati di me! Questa è la volta buona che impara a farsi i cavoli suoi!»

«Hay» mi prese le mani ed intrecciò le nostre dita. «C'è una cosa che devo dirti e, credimi, è meglio saperla da me che da Evan»

«Cosa?»

«È forse questo il motivo per cui Evan odia vederci insieme»

«Ma di che stai parlando?» chiesi confusa.

«La verità è che...» sospirò. «Non sono stato io a spedirti quei biglietti. O meglio! Sì, sono stato io, ma non dagli inizi»

«Non ti seguo» borbottai confusa.

«"N" non sono io, è Evan. Un giorno l'ho visto comprare delle rose ed il giorno seguente ti ho sentita parlare con Taylor ed Ethan di un certo "ammiratore segreto". Ho collegato le informazioni e ho capito che si trattava di Evan; allora ho iniziato anche io a spedirti poesie e rose, ma Evan non lo sapeva...fino a mezz'ora fa» sbuffò. «Quando ti ho inviato il luogo e l'ora del nostro appuntamento, sapevo che Evan aveva fatto la stessa cosa ma sono riuscito a scambiare il suo bigliettino con il mio. Davvero, scusami! Non voglio che la nostra relazione si basi su una bugia, ecco perché ho voluto dirtelo io»

«I-io» balbettai. «Tu mi hai mentito»

«Lo so, scusami»

«Quindi "N" era Evan?» sussurrai, guardando per terra.

«Sì» annuì. «Però sapevo che quelle poesie ti rendevano felice, e voglio essere io il motivo per cui tu debba sorridere, Hay! Voglio stare con te, perché mi piaci da matti»

«Se volevi stare con me, dovevi farlo nella maniera corretta» dissi guardandolo negli occhi.

«Ti ho detto la verità, apprezza almeno questo»

«Lo apprezzo, ma non so se basta. Mi hai mentito e hai finto di essere un altro» sospirai, portandomi una ciocca di capelli attorno al dito. «Non lo so, Nolan...mi-mi serve tempo. Ora devo andare, ci si vede in giro»

Decisi di non guardarlo negli occhi ed uscì velocemente da casa sua.
Dovevo andare da Evan, o tornare nella mia camera, lasciandomi divorare dai miei pensieri?
La risposta provenì dal mio cellulare, quando si accese facendo comparire un nuovo messaggio: Evan.

'Devo parlarti, sono davanti casa tua. Ti aspetto qui'

Spensi il cellulare ed iniziai ad incamminarmi verso casa, con un mucchio di domande in testa.
Perché Evan? Era interessato a me?
Solo in quel momento capii il suo ragionamento:Evan si era firmato con "N", riprendendo l'ultima lettera del suo nome. Davvero intelligente, Collins.

E dopo infiniti minuti, mi ritrovai di fronte casa mia: Evan.
Il cielo buio, la luna in cielo, i lampioni che illuminavano le strade, i suoi occhi in cerca dei miei.
Se non fosse stato tutto un enorme casino, in quel momento avrei pensato a come tutta quell'atmosfera fosse dannatamente romantica.

«Hailey»

«Nolan mi ha detto tutto» dissi avvicinandomi a lui.

«Ah» si passò una mano tra i capelli. «Sono venuto qui perché stavo per dirtelo io ora»

«Perché? Perché eri tu "N"? Non ti sono mai interessata in quel modo, vero?»

«Hay, ricordi quando ti ho detto che per me sei come una sorellina?»

«Sì» annuii.

«Ecco, io voglio solo il bene per te. Dopo aver saputo di quel ragazzo, la scorsa estate...come si chiamava?»

«Jacob»

«Giusto, giusto...il cugino di Ethan» sospirò. «Dopo che Colton mi ha raccontato di come Jacob ti ha spezzato il cuore eccetera, ho voluto fare qualcosa per farti sentire felice e, in qualche modo, amata»

«Non spettava a te questo compito» sussurrai con gli occhi lucidi.

Al solo pensiero di quell'estate con Jacob, stavo davvero male. Alla festa di Ethan avevo finto di scordare tutto quello che c'era stato tra me e Jacob, ma era inevitabile. Quella breve relazione mi aveva toccato nel profondo, ed Evan lo sapeva.

«Lo so, ma l'ho fatto solo per farti stare bene» sorrise.

«Ti ringrazio, ma in questo modo mi hai dato alcune speranze che ora non esistono più. Apprezzo il tentativo di farmi sorridere, ma bastava un abbraccio o un film insieme» dissi asciugandomi la guancia. «Dimmi la verità Evan»

«Che verità?»

Stetti zitta per qualche secondo.

«Provi qualcosa per me?» sussurrai, guardandolo negli occhi.

Esitò prima di rispondere. Puntò le sue iridi verdi nelle mie e mi scavò a fondo. Mi lesse l'anima velocemente e poi si schiarì la voce con un colpo di tosse.

«No, Hailey»

Crack, il mio cuore si spezzò, ancora.
Sarebbe stato difficile rimettere tutti i pezzi insieme, quella volta.
Ero esausta. Stanca dell'amore e dei ragazzi; per il resto della mia vita avrei voluto dedicarmi solo alle cose che mi facevano bene, ed Evan o Nolan o Jacob non erano nella lista.

Recuperai i vari pezzetti del mio cuore, li raggruppai tutti e poi guardai Evan negli occhi.
Quegli occhi, da quel momento in poi, non mi avrebbero più fatto lo stesso effetto.

~~~
Ciaoo buonasera come va?
Io sono molto molto felice oggi perché sì ahaha
Sto concludendo il libro e devo dire che mi piace come sta finendo, ma al contempo mi viene da piangere perché non sono pronta ad abbandonare Evan ed Hailey ahaha
Grazie per aver letto la storia fino a questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie, ciao e buona notte

-Alessia

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now