Capitolo 24: Sfiga

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Quella serata passata assieme a Taylor e Josie era stata davvero piacevole.
Nonostante fossi stata un po' gelosa di come Evan avesse prestato attenzione alla bellissima cugina di Taylor, alla fine lasciai perdere. Evan era liberissimo di parlare qualsiasi ragazza, ed io ero già impegnata con Nolan. O meglio, quasi impegnata.

Quella sera tornai a casa verso mezzanotte, forse poco più tardi, e non appena mi misi sotto le coperte iniziai a riflettere. Pensavo a "N".
Solo quindici ore dopo avrei potuto incontrarlo.
Finalmente, dopo un mese.
Non stavo nella pelle e non riuscivo a non pensare al fatto che doveva trattarsi proprio di Nolan.
Ormai ne ero certa, anche se mi ero appena rovinata la sorpresa da sola.
Cercai di addormentarmi, e dopo svariati tentativi, finalmente ci riuscii.

✉✉✉

Suonò la sveglia e fui costretta a svegliarmi. Erano le dieci e mezza del mattino ed io avevo tanta voglia di mandare avanti il tempo, fino ad arrivare al pomeriggio, nel momento in cui io ed il mio ammiratore segreto saremmo stati faccia a faccia.
Scesi dal letto e poi andai in cucina per fare colazione. A casa non c'era nessuno, o almeno, non sembrava esserci nessuno. Bevvi una tazza di caffè e poi andai in soggiorno per guardare la televisione. Girovagando tra i vari canali, potei notare di come il Natale si stesse impossessando di qualsiasi cosa trasmessa. Vedevo già le pubblicità con i regali di Natale, gli alberi e le decorazioni natalizie, le offerte natalizie e tante altre cose a cui non avevo prestato attenzione. Dovevo fare i regali ai miei amici e alla mia famiglia, ma puntualmente, come ogni anno, non avevo idea di cosa regalare. Ci avrei pensato più avanti, dopotutto era appena iniziaro dicembre, e di tempo ce n'era.
Mi squillò il telefono, era un numero sconosciuto.

«Pronto?» chiesi un po' titubante.

«Hailey, ciao! Sono Summer»

«Oh, Summer! Ciao, come fai ad avere il mio numero?»

«L'ho chiesto ad Ethan dicendogli che avevo dimenticato la felpa da te» sorrise. «In realtà ho bisogno del tuo aiuto»

«Dimmi»

«Dopodomani è il compleanno di Ethan ed io-»

Merda! Possibile che mi fossi dimenticata del compleanno del mio migliore amico? Facevo schifo come amica.

«Summer scusa se ti interrompo, ma voglio dirti che se stai cercando qualcosa da regalargli, allora siamo nella stessa barca» sospirai.

«Come?»

«Me n'ero dimenticata» ammisi imbarazzata. «Non riesco mai a ricordare i compleanni»

Summer non parlò per qualche secondo, poi prese parola. «Ti va di andare a cercargli un regalo insieme?»

«Certo! Ti ha anche parlato di una festa?»

«No, infatti avevo intenzione di fargliene una a sorpresa, se per te va bene»

«Uhm sì, penso di sì. Ascolta, questo pomeriggio, intorno alle sei hai da fare? Possiamo andare a cercare qualcosa e nel frattempo, parlare della festa. Potrei chiedere anche a Taylor» dissi alzandomi dal divano ed iniziando a camminare su e giù per la casa.

«Sì, sono libera. Ci vediamo davanti al centro commerciale per le sei, okay?»

«Perfetto, ora chiamo Taylor e poi ti scrivo un messaggio. A dopo»

«A dopo»

Chiusi la telefonata e salvai il numero di Summer. Non potevo credere di aver appena dimenticato il compleanno di Ethan. Digitai velocemente il numero di Taylor ma mi rispose una voce maschile.

«Tayl- ho sbagliato numero?» chiesi confusa.

Sentii qualcuno borbottare qualcosa e poi rispose Taylor.

«Scusami, era-era mio cugino, il fratello di Josie. Dimmi, Hay»

«Uhm, volevo chiederti se oggi per le sei hai da fare. Io e Summer vorremmo cercare qualcosa ad Ethan e fargli una festa a sorpresa» dissi salendo al secondo piano.

«Ethan! Dannazione! Devo assolutamente fargli un bel regalo» urlò.

«Tay, siamo delle pessime migliori amiche. Povero Ethan» sospirai, leggermente divertita.

Aprii la porta di camera di Colton e notai che lui non era lì. Il letto era ancora fatto, prova che non avesse dormito a casa quella notte. E se il "cugino" di Taylor fosse stato Colton?

«Lo so» sbuffò. «Sì, sono libera alle sei, comunque»

«Okay, allora ci vediamo di fronte al centro commerciale. A dopo»

«Sì, a dopo»

Chiusi la telefonata e di conseguenza anche la porta di mio fratello.
Ero felice che loro due stessero insieme, ma perché nascondermelo?
Scacciai il pensiero ed andai a farmi la doccia. Erano appena le undici e mezza, avrei dovuto aspettare ancora quattro ore.
L'attesa mi stava uccidendo.
Stetti sotto il getto dell'acqua calda per non so quanto tempo, ma abbastanza per appannare i vetri della finestra e dello specchio.
Mi cambiai velocemente i vestiti e poi asciugai per bene i capelli.
Era da un po' che per la testa mi passava l'idea di tingermi i capelli di nero, ma non sarei mai riuscita ad abbandonare i miei morbidissimi capelli castani.

✉✉✉

Erano le tre e mezza del pomeriggio, ed io ero appena uscita di casa.
Ero in ritardo, davvero tanto in ritardo.

Camminai velocemente e rischiai di essere investita ben due volte. Mi scusai con entrambi i guidatori almeno un milione di volte, autodefinendomi un'idiota con la testa altrove ma in super ritardo; poi proseguii per la mia strada, immaginando gli insulti e le bestemmie che quei due uomini, molto probabilmente, mi stavano lanciando contro a bassa voce.
Poco prima di raggiungere il parco ecco che calpestai una gomma da masticare, e rimasi cinque minuti seduta su una panchina, intenta a toglierla, ma con scarsi risultati. Quindi con la scarpa destra rovinata ed il mio cuore che ancora batteva forte a causa della mia quasi-morte, ecco che arrivai al parco.
Non aspettavo altro.
Inspirai, ed espirai.
Poi mi guardai attorno, in cerca di qualcuno dal volto familiare.
Non vedevo nessuno. Ero in ritardo di dieci minuti; che il mio ammiratore segreto si fosse stancato di aspettarmi? No, impossibile.
Mi sedetti su una panchina e non appena mi stirai con le mani, la maglietta bianca che indossavo sotto la giacca, potei notare una bellissima macchiolina d'olio. Che sfiga! Sbuffai.
Quella giornata stava davvero andando male, sperai che almeno il mio incontro avrebbe potuto rallegrarmi.

«Sei arrivata» disse una voce alle mie spalle.

Mi girai e non seppi se essere sorpresa o meno. Cosa dovevo fare, non lo sapevo, ma ero davvero felice.
Mi alzai velocemente e mi precipitai tra le braccia di Nolan.

«Allora eri tu!» sorrisi.

«Beccato» sorrise, spostandomi una ciocca di capelli dal volto.

«Ne ero più che convinta»

«Davvero?»

«Ah ah» sorrisi. «È davvero una bella cosa questa delle rose e dei bigliettini, Nolan. Mi hai fatto davvero sentire bene»

«Era il mio intento» mi prese per i fianchi. «Ora me lo dai un bacio?»

Sorrisi a trentadue denti. «Sono arrabbiata con te»

«Non è vero»

«Oh sì che è vero» incrociai le braccia attorno al suo collo. «Ieri sei andato ad una festa»

«Hai ragione, scusami. Mi perdoni?»

«Mmh okay, dammi un bacio ora»

Sorrisi e poi posò le sue labbra sulle mie. Stavo bene, stavo davvero bene.

~~~
Buongiorno, oggi non ho per niente voglia di andare a scuola perché ho due ore di corso di recupero di matematica e tre ore di scuola normale. Spero che almeno a voi, la giornata vada bene e che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere e buona giornata, io ora vado a prepararmi.

-Alessia

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now