Capitolo 21: L'evacuazione

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Alla fine invitai Taylor a dormire da me, perché era da tempo che non lo faceva. Le prestai un pigiama e la mattina dopo andammo a casa sua a prendere i libri di scuola, poi andammo verso scuola perché mancava poco al suono della campanella. Era venerdì e, fortunatamente, quella giornata era la meno pesante della settimana scolastica. Entrammo nell'aula di matematica, io e Taylor ci sedemmo vicine e poco dopo la classe iniziò a riempirsi. Arrivò il professor Rodriguez ed iniziammo la lezione. A metà dell'ora ero già fermamente convinta del fatto che forse avrei davvero dovuto chiedere a Nolan delle ripetizioni, perché non ci capivo un accidenti. Nemmeno Taylor, che era sempre andata discretamente in matematica, quel giorno non sembrò non capire niente. O forse era solamente nel mondo dei sogni, oppure pensava a Colton.

«Ehy» sussurrai. «Terra chiama Taylor»

«Sono presente, sono presente» sorrise.

«Che hai? A cosa stai pensando?»

«A niente, davvero» sussurrò, copiando l'esercizio scritto alla lavagna. «È solo che-»

«Anderson, può venire a svolgere questo problema?» ci interruppe il professore.

Lei annuì e poi si alzò, andò alla lavagna ed in poco tempo finì il problema. Dopo alcune correzioni da parte del professore, tornò al suo posto, di fianco a me. Era particolarmente silenziosa quel giorno. Forse non aveva voglia di parlare, e così decisi di accontentarla. Non avrei voluto insistere, anche se volevo sapere cosa le stesse accadendo.

Mancavano dieci minuti al termine della lezione quando nella classe di fianco alla nostra sentimmo un rumore sospetto, come una piccola esplosione. Iniziò a suonare l'allarme antincendio e tutti corremmo fuori dall'aula. Cercai di guardare cosa fosse successo, ma l'ammasso di persone che mi venivano in continuazione addosso, non me lo permetteva.

«State calmi, ragazzi. È solo un'evacuazione, mantenete le file e camminate piano» ci ordinò il professor Rodriguez.

Mi guardai attorno confusa: quella non sembrava una prova antincendio, ma un'evacuazione vera e propria.
Un'odore di bruciato iniziò ad espandersi in tutto l'edificio, ed uscendo nel giardino, mi voltai verso la classe accanto a quella dov'ero io. Usciva del fumo, e a seguire, dei ragazzi con dei camici bianchi. Era l'aula di chimica e qualche idiota doveva aver sbagliato la combinazione di qualche sostanza, provocando del fuoco.
Ovviamente, le mie, erano solo ipotesi.

In cinque minuti, l'intera scuola era fuori dall'edificio. I pompieri arrivarono ed in fretta si precipitarono all'interno della scuola.
Mi guardai intorno ma né di Evan, né di Colton, né di Nolan c'era traccia. Presi il telefono dalla tasca e scrissi un messaggio a tutti e tre. Prima di inviare il messaggio ad Evan, esitai un po', ma poi lo inviai.
Nolan mi rispose subito, dicendomi di essere con la sua classe di inglese; Colton, invece, era assieme ai suoi compagni di biologia, ma di Evan non c'era nessuna traccia.
Stavo iniziando a preoccuparmi.
Che diavolo di lezione aveva a quell'ora? E perché non riuscivo a riconoscere nemmeno un suo compagno di classe? Gli inviai un secondo messaggio, ma anche questo non ricevette risposta.

«Ethan dov'è?» chiesi a Taylor.

«È lì» disse indicandomi un gruppo di ragazzi non troppo distanti da noi.

«Okay, vado e torno»

«Non puoi, Hay, dobbiamo rimanere con le nostre classi»

«Sarò veloce» dissi alzandomi e correndo da Ethan.

Mi nascosi dietro ad un ragazzo e mi piegai, per parlare con Ethan e non farmi beccare da nessun professore.

«Hailey, che stai facendo?» chiese il mio migliore amico.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now