Capitolo 41: Una gita fuori porta

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Quattordici febbraio per un'adolescente single, significava solo lacrime su lacrime guardando un film e chiedendosi cosa si aveva di sbagliato. Ma non ero così io, anzi.
Non avevo nessuno con cui festeggiare? Bene, avrei ordinato una pizza, preso dell'alcool e mi sarei divertita da sola, nonostante fosse patetico agli occhi degli altri.
Non ero interessata ad autocommiserarmi e dubitare del mio aspetto esteriore; se un ragazzo non mi voleva, era affar suo!

«Hailey! Mi stai ascoltando?» chiese Taylor sventolandomi la mano davanti al viso.

«Eh? No, che stavi dicendo?»

Sbuffò. «Colton non si è ancora dichiarato per le rose»

«Hai tutta la giornata ancora, abbiamo appena finito la prima ora»

«Lo so ma- eccolo! Sta venendo verso di noi! Viene verso di noi!» disse toccandomi il braccio più volte, agitata come se mio fratello fosse Brad Pitt.

«Sì Tay, vedo anche io. Grazie» risi.

In quell'istante mi arrivò una chiamata, era Ethan.

«Ehi ciao» sorrisi, allontanandomi da Taylor e, ormai, Colton.

«Hailey corri! Vieni nell'aula di inglese» disse Ethan.

«Cosa? Sì, stavo arrivando. Abbiamo inglese ora» dissi facendo sembrare la cosa ovvia.

«Lo so, ma sbrigati! Devi vederlo prima che entri l'insegnante»

«O-Okay, arrivo» dissi confusa e chiudendo la telefonata.

Salutai mio fratello e poi dissi a Taylor di andare ad inglese. Colton venne con noi, perché tanto avrebbe avuto matematica, anche lui, al secondo piano. Salii in classe abbastanza agitata, ma anche emozionata. Che stava succedendo di tanto eclatante?
Sorpassammo alcuni gruppi di ragazzi e finalmente arrivammo. Tutto sembrava essere normale in classe; ma allora Ethan che voleva?

«Quindi?» chiesi voltandomi verso mio migliore amico.

«Hai guardato il tuo banco?»

«Sì, e quin-» mi girai verso i banchi.

Tra tutti i banchi vuoti, uno era coperto di rose rosse. Tante 'Hailey' sul banco e poi un biglietto.
Andai ad aprirlo, con il sorriso stampato in volto.

"Sta sera, 7:30PM. Non chiedermi dove, tu aspettami e mettiti qualcosa di pesante, perché farà freddo.
-N"

Sorrisi, perché Evan era stato in grado di cambiarmi l'umore con un solo bigliettino.

Raggruppai le rose e chiesi all'insegnante, che era appena entrato, se potessi andare a metterle nel mio armadietto, anche perché tenerle in classe sarebbe stato scomodo. Mi diede il permesso ed io tornai velocemente al mio armadietto. Con molto stupore, potei vedere Evan, già appoggiato lì, sul mio bruttissimo armadietto blu.

«Ehy» sorrisi, tenendo le dieci rose in mano, tentando di non farle cadere.

«Ehy» sorrise anche lui, spostandosi dal mio armadietto cosicché io potessi aprirlo.

Mormorai un "grazie" e poi misi la combinazione, il tutto sotto il suo sguardo attento.

«Non dovresti essere in classe?» chiesi.

«E tu da quando fai la fioraia?» rise.

«Di giorno studentessa, di notte fioraia» dissi imitando una voce da uomo, come se stessi descrivendo un supereroe.

Evan si mise a ridere e non mi levò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.

«Allora...» dissi prolungando la parola. «Sta sera quindi?»

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Where stories live. Discover now