XXV

50.2K 1.7K 2.7K
                                    

Arieccoci


2 mesi dopo

Alexander POV

Alexander riesci a salirle le scale?

-Sì.-

Alexander riesci a vestirti da solo?

-Sì, ci riesco.-

Alexander riesci ad alzarti dal letto?

-Ho detto di sì. Non ho bisogno di aiuto.-

Non è vero. Non ci riesco.

Faccio fatica a fare anche il minimo sforzo.
Come alzarmi dal letto e tornare a sedermi.

-No, Alex! Fermo! Ti aiuto io.- dice sempre lei, con la sua voce piccola e delicata.

Brucia ancora come se mi avessero marchiato con il fuoco.
Brucia tanto, quella ferita.

Mi hanno drogato e impasticcato per due mesi. E ora che le dosi iniziano a diminuire, il dolore si fa sentire. Non ho mai provato niente di simile.
Al dolore, quello emotivo, ci sono più che abituato. Ma quello fisico, beh... sembra quasi una punizione divina.
Io che godevo ad infliggerlo agli altri.

Perché sono malato.

L'ha detto lo psichiatra quando mio padre mi ha obbligato a tornarci. Erano mesi che insisteva e quando Juliet è fuggita di casa, quella sera, ho deciso che era arrivato il momento di andarci.
E se dopo la morte di Mya non riuscivo a raccontarglielo, stavolta ero stato obbligato a farlo.
Per Juliet. Perché l'avevo trascinata in qualcosa che lei non sapeva neanche esistere, eppure ci era venuta con me. Mi aveva seguito in punta di piedi, dapprima con paura... poi con fiducia. E sono ancora qui che mi chiedo cosa l'abbia spinta a farlo.
La curiosità? L'amore per me? Il volersi mettere alla prova?

Non c'era bisogno di uno psichiatra per capire che sono un sadico perverso, solo non pensavo si potesse chiamare malattia a tutti gli effetti.

Non gli ho potuto raccontare per filo e per segno cosa le facevo, né ho potuto confessare che lo facevo a Juliet, la mia innocente sorellina.
Ma il pensiero di infliggere dolore ed umiliazione ad una ragazza me lo fa venire dritto nei pantaloni...questo ho dovuto dirlo.

Con altri termini. Ovviamente.

Lo psichiatra continuava a farmi domande assurde, lo faceva per valutare se fossi davvero un caso pericoloso o meno.

-Hai mai desiderato fare sesso con qualcuno di non consenziente?-

Mi offese e non poco la sua domanda. Non sogno di stuprare nessuno, e poi anche se fossi completamente pazzo, il mio ego è troppo grande per poter sopportare di stare con qualcuno che non mi desidera.

-È proprio l'opposto dottore.-
Gli ho risposto.

-Pretendo che la ragazza in questione mi desideri così tanto da essere disposta a tutto. Ma se non è consenziente, non mi interessa. Lo stupro oltre che essere un atto riprovevole e terrificante, è segno di bassa autostima.-

- Quindi la ragazza in questione deve essere disposta a subire il dolore che intendi infliggerle, in maniera consenziente?-

Certo. E deve supplicare per avermi, forse questo non l'aveva capito il caro dottore.

Poi mi fece una domanda interessante.
- Il dolore che provochi che scopo ha?-

Non ci avevo mai riflettuto.

BADLANDS IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora