XXXVII

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🔴🔴

In aereo sono irrequieta.

John ha insistito all'inverosimile affinché li raggiungessimo, così tanto che persino Alexander ha dovuto accettare, o almeno così mi ha detto lui.
E io non posso che esserne felice.
Passa mezz'ora, ma l'agitazione non passa.
Ho la pelle che brucia a contatto con il sedile, mentre Alexander è calmo e rilassato come non mai.
Lo guardo infilare le cuffiette e chiudere gli occhi.

Proprio di compagnia, grazie.

Ora che è ad occhi chiusi però, ne posso approfittare per osservarlo.
Cosa c'è da cercare nella perfezione, se non altra perfezione?

Con lo sguardo catturo l'immagine del ragazzo che mi sta seduto a fianco: indossa una semplice t-shirt nera ed un paio di jeans.
I miei occhi slittano lenti verso le sue mani poggiate sulle ginocchia.
Non ho mai visto delle mani così belle. Sotto alla sua pelle bianca si irradiano sporgenti vene blu.

Se solo mi tenesse per mano...

Gli zigomi sono sempre accentuati ma la sua mandibola, solitamente rigida e tesa, appare stranamente rilassata.

Di nuovo le sue mani.

Ma perché devo aspettare?
Voglio fare la prima mossa

Mi risistemo il vestito sul ginocchio poi allungo il braccio verso il suo sedile.
Gli sfioro la mano.
Alexander non fa una piega, continua ad ascoltare musica con gli occhi chiusi e la nuca premuta contro il sedile. Il suo collo sottile compie una curva, lasciando esposta la gola e le vene che l'attraversano.
Allora mi decido ad intrecciare la mia mano con la sua, mi faccio spazio tra le sue dita fredde.
Ha ancora gli occhi chiusi, ma lo vedo perfettamente.
Alexander ora sta sorridendo.

🍉

-Ehm...non è un po' grande come villa, mamma? Cosa dovete fare, dare festini per vecchi scambisti?-

Inutile dire che Alexander mi sta guardando davvero malissimo, mia madre invece mi fissa scandalizzata.
-Volevamo una casa grande Juls, poi guarda che bella, ti lamenti pure!?- mi rimprovera lei con aria affannata. La sua pancia è così invadente che è impossibile non notarla. Ci scorta all'ingresso della villa per darci il benvenuto in un enorme salone dal sapore ottocentesco.

- Ottima scelta, Catherine.- le intima Alexander, provocandole un sorriso.

- Meno male che ci sei tu Alex, mia figlia è incontentabile.-

- Mhm. Avrei da obiettare su questa parte.- mi sussurra nell'orecchio con voce subdola.

John però arriva in tenuta da tennis e senza troppi complimenti mi ruba suo figlio in un batter d'occhio.
-Vieni Alex, ti faccio vedere la vista dal balcone.-

Certo, non sforzarti neanche ad inventarti una scusa migliore.

La casa è così antica ed immensa che sembra un set cinematografico, ha tutto un sapore retrò, ma nello stesso tempo elegante.
Che gusti sti due.
Vedo John e Alexander percorrere il grande salone da pranzo ed uscire sulla balconata che dà sul mare.

-Wow.-
Vorrei unirmi a loro due, ma mia madre mi trascina con passo pachidermico a vedere le stanze al piano superiore.
E se inizialmente ero scettica, resto a bocca aperta quando vedo la camera da letto la cui vista da su un favoloso tramonto che si affaccia sul mare cristallino.
Okay rimangio tutto, è una figata.

- Mamma, se John non fosse così ricco lo ameresti ugualmente?- le chiedo addentando una liquirizia gommosa.

- Perché sei così sciocca?-domanda infastidita.
- Ah già. Sei figlia di tuo padre. E da dove esce quella roba?-

BADLANDS IIWhere stories live. Discover now