XLIX

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Delle urla ripetute mi strappano via dal sonno.

Mi sveglio di soprassalto, per un attimo non capisco dove mi trovo, né che ore siano.
Mi sfugge un piccolo sorriso quando ruoto la testa a lato per incontrare il profilo perfetto di Alexander che dorme beatamente, rischiarato da un piccolo faccio di luce che entra dalla finestra.
Mi stropiccio gli occhi, mentre in lontananza comincio a sentire i pianti di un neonato.

-Ahi...-

Un lamento soffocato abbandona le mie labbra, provo a muovermi sul materasso per cercare il telefono, senza però riuscirci.
Dio, che male.
Avverto il bruciore intenso che si irradia lungo la mia schiena, sul sedere e nella pancia.
Il mio piccolo gemito deve aver svegliato Alexander, perché allunga un braccio nella mia direzione per attirarmi a sé.

- Abbiamo dormito tutte queste ore?- domando facendomi piccola contro il suo corpo caldo.

Lo sento sorridere, il suo respiro solletica la mia nuca dandomi i brividi.

-Credo proprio di sì piccoletta.-

- Non abbiamo neanche cenato ieri...-

Il ticchettio di una pioggerella leggera comincia a battere sui vetri, il suono è così melodico che culla i miei sensi, inducendomi a chiudere gli occhi di nuovo.
Alexander intanto mi lascia un bacio sulla fronte, prima di tirarsi su a sedere.

- Vado a prepararti qualcosa, Juliet.-

Io invece non voglio uscire dal letto, si sta così bene qui al calduccio.

-No, restiamo ancora un po' qui...- mi lamento sottovoce.

-Devi farti una doccia, avrai ancora i residui di cera ovunque.-

Oddio.

-Ma voglio dormire ancora!- piagnucolo come al mio solito, mentre Alexander è già in piedi per spostare le tende e lasciare entrare luce dalle finestre.

-Dieci minuti, non uno di più.-

-Sei cattivo!- sbuffo affondando la testa nel cuscino per ripararmi dalla luce.

-Nah.-

-Sì!-

Lo vedo sorridere.

-Mi dici che mi ami?- chiedo con la bocca nascosta dal lenzuolo.

-Solo se prometti che non ti rimetti a dormire.-

Annuisco mentre lui si avvicina con l'intento di scoprirmi lentamente dalle coperte. Con lo sguardo ancora assonnato, lancia un'occhiata veloce ai lividi sul mio corpo, poi mi si accosta all'orecchio con le labbra.

-Ti amo, Juliet.-

Sorrido, senza neanche il bisogno di riaprire le palpebre.

-Mi prepari la colazione Alex?-

-Certo che ti preparo la colazione. Mi faccio una doccia e scendo.- afferma poi, chiudendosi in bagno.

Rotolo nel letto ancora un po' e mentre sento i miei occhi assopirsi ancora, avverto una vibrazione proveniente dal comodino.
È il cellulare di Alexander.
Sono a malapena le sette del mattino. Chi lo sta chiamando?

Non dovrei, lo so, ma siccome non riconosco il numero che appare sullo schermo, decido di rispondere.
Schiaccio il bottone verde e non parlo.
Poi una voce femminile.

-Alex?-

Avrei preferito non riconoscere la voce, invece la riconosco eccome.
È Nicole.

Metto giù subito.
Il cuore mi batte a mille.
E sono confusa.
Lui non hai quel numero memorizzato, perché lei lo chiama?

BADLANDS IIWhere stories live. Discover now