XL

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Prendete i popcorn perché la storia qui si fa lunga 🍿




❤️⛓❤️

Juliet POV

E come se non bastasse, ritorniamo a casa.
E con noi la dura realtà.
Siamo arrivati solo ieri, abbiamo appena finito di pranzare e io sto ancora disfando le valigie, quando viene a casa nostra un agente di polizia che non avevo mai visto.
E non vuole parlare con John. Vuole parlare con me.

Inizia a farmi una miriade di domande e io finalmente, comincio a capire.
Perché in aereo avevo avuto ore per pensarci...
Tutti i miei dubbi potranno mai allontanarmi da Alexander? Mai.
Lo amo così tanto che non permetterò a John e alle sue parole di dividerci. E anche se siamo diversi, troveremo sempre un punto al centro in cui incontrarci, nonostante lui sia molto più tosto da smuovere, so che mi ama per davvero. E ha detto che l'ultima cosa che vorrebbe è perdermi.
Perciò ci ho riflettuto... a parte ciò, esiste qualcosa di così grande, di così importante, da essere in grado di dividere me ed Alexander?

L'unica risposta è stata: Tristan.

Mia madre ha detto che vorrà chiamarlo così. E io non posso odiarlo, posso solo prendere atto di ciò che accadrà con la sua nascita: le cose saranno ancora più difficili, nonché strane, tra me ed Alexander.

Ma poi quel poliziotto mi sta aspettando in salotto, è qui apposta per interrogarmi e io non posso fingere di non vederlo.
L'ho visto da come mi guarda, l'ho visto nei suoi occhi: lo sdegno, la riluttanza, il disgusto.

Non ci sarebbe stato solo il bambino. C'era dell'altro che ci avrebbe separati.

- Juliet! Scendi! L'agente Sullivan vuole parlare con te.-

Mi agito ogni volta che sto davanti ad un'autorità, nonostante i numerosi interrogatori e nonostante io sappia quale sia il loro gioco, ovvero mettermi alle strette sempre e comunque. Ma quando il tizio ha cominciato a parlarmi, mi sono sentita mancare il terreno sotto i piedi.

E io che ingenuamente credevo che le domande potessero riguardare il mio coinvolgimento con l'omicidio di Withman...

Sto grattando la pelle della poltrona con le unghie.
L'agente mi guarda attento, ha i capelli spettinati e gli occhiali spessi. Sta seduto sullo stesso divano in cui io e Alexander abbiamo fatto tutto ciò che i nostri genitori non avrebbero mai voluto.

Poi lo chiede.

-Che rapporti ci sono tra lei e il signor Ackerman ?-

-Ehm sono buoni. È come un padre per me.-

Tento di mantenere il contatto visivo, non voglio che pensi io abbia paura.

-Mi scusi... forse non mi sono spiegato bene, intendevo: che rapporti ci sono tra lei e Alexander Ackerman?-

Oh no.

-Rapporti...ehm...buoni.-

Spero non mi veda deglutire.

-Di amicizia?-

I suoi occhi si restringono a due piccole fessure dentro a quegli occhiali spessi.

-Sì. Certo.- Annuisco con la speranza di rafforzare la mia affermazione.

E poi l'inaspettato.

-Perdoni la domanda, ma sono costretto a chiederglielo. È un rapporto intimo il vostro?-

Il silenzio che si crea tra noi è così eloquente che riesco quasi a sentire i suoi pensieri.

Mai nessuno me l'aveva chiesto in maniera così diretta.

BADLANDS IIWhere stories live. Discover now