XXXIV

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-Vai a vestirti che tra poco arriva la pizza.-

Alexander mi fulmina, proprio nel momento in cui tento di non fargli notare che sto sollevando gli occhi al soffitto.

Non ci sarà mia madre né John per tutta la sera... un evento più unico che raro. Perché non posso restare in accappatoio quanto mi pare e mangiare sul divano svaccata come uno scaricatore di porto, ingurgitando prima pizza, poi biscotti?

Ah, già. Perché c'è Alexander.

Perché guarda caso il ragazzo che vive con me in quanto fratellastro, è anche quello di cui sono innamorata e che non dovrebbe vedermi nei miei momenti "no", in cui sono tutto fuorché una che si comporta "da signorina."
Anche se a dirla tutta, lui mi ha già vista in tutti i modi possibili.
O forse no?

Ho ancora i capelli un po' umidi quando vado in camera mia per cercare qualcosa da mettere. Mi infilo una maglietta e un paio di pantaloncini del pigiama. Mi osservo allo specchio. A parte il collo, il mio corpo è senza macchie e senza lividi da mesi ormai. Mi chiedo quanto durerà in questo stato immacolato.

-Perché non ceniamo davanti ad un film, Alex?-

Sbuffo indicando il divano, non appena vedo Alexander posare i cartoni della pizza sul tavolo.

- Perché sei una bambina e imbratti tutto.-

Eccolo, un assaggio di vita di coppia.
Una preview della routine quotidiana tra me e Alexander: lui che non fa altro che sgridarmi e ricordarmi quanto sono imperfetta.

Sbuffo nuovamente sotto al suo sguardo contrariato.

- Beh, io mangio dove mi pare.- annuncio prima di afferrare il cartone e lanciarmi sul divano.

Lo guardo fissarmi per qualche secondo con fare spazientito. Sicuramente mi starà maledicendo.

-Certo, tu mangi dove ti pare...- sputa a denti stretti facendomi il verso.

Per un attimo ho quasi l'impressione che Alexander si avvicini a me con chissà quale intento, ma alla fine decide di sedersi con me sul divano.
E come da previsione cominciano le litigate su cosa guardare.

Io i suoi stupidi telefilm coreani sui viaggi nel tempo li odio, perché non possiamo guardare "Ginny e Georgia" come fanno le persone normali?

E sebbene io non lo consideri un fratello, tra me e lui quelle dinamiche tra fratelli rimangono. Perché viviamo insieme, perché abbiamo gli stessi genitori...

E io che pensavo che vivere insieme sarebbe stato più facile da quando ci siamo detti cosa proviamo l'uno per l'altro...invece non lo è.

Battibecchiamo tra una fetta di pizza e l'altra, però quando finiamo di mangiare, finiscono anche le discussioni.
Alexander ritira tutto dal tavolino del salotto e da buon perfettino va a lavarsi i denti.
Io mi sdraio sul divano godendomi gli attimi di libertà senza i nostri genitori.

Non possono andare via più spesso? Ma quanto sarebbe bello non avere mai John tra i piedi e poter fare quello che mi pare...?

Sono persa nelle mie fantasie da illusa, quando Alexander torna con un libro enorme in mano. Mi squadra per qualche istante.

Oddio....Cos'ho adesso che non va?

Perché mi guarda sempre come se avessi un cespuglio in testa al posto dei capelli?

- Fammi spazio.- ordina fissandomi intensamente. Mi faccio piccola, ma lui va a sedersi dall'altra parte del divano.

- Sì certo, prenditi pure tutto lo spazio...- bofonchio guardando le sue gambe lunghe.

BADLANDS IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora