PROLOGO

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Anno 2025. Stazione Spaziale Orbitale Joanna. Da qualche parte fuori dall'orbita di Plutone.

Una donna dai tratti orientaleggianti, ma con lunghi capelli biondi che le scendevano scomposti sulle spalle e dai profondi occhi nocciola, cerica sulla cinquantina, stava percorrendo i corridoi di vetro e metallo della stazione spaziale. Indossava quella che sembrava essere una specie di divisa: una camicetta monocolore blu dalle finiture bianche, con maniche che arrivavano fino al gomito, una gonna lunga fino alle ginocchia, anch'essa blu e che pareva una naturale prosecuzione della camicetta, e su di essa un grembiule bianco. Ai piedi portava delle scarpe nere con il tacco, ma piuttosto basso.

La donna entrò all'interno della sala comando, dove un'altra donna era intenta a smanettare su un grande computer. Aveva i capelli corti e castano scuro, ricci, e occhi azzurri, e pareva essere sulla trentina. Era vestita esattamente come l'altra appena entrata, ma il colore dominante della sua divisa era invece il verde.

"Comandante Arianna." disse con voce fiera la donna dai tratti orientaleggianti, mettendosi sull'attenti.

Il comandante le fece un gesto con la mano, come a comunicarle di rilassarsi, e senza voltarsi verso di lei replicò "Novità, Yoko?"

La donna chiamata Yoko annuì, dicendo "Sì, comandante. Sono stata mandata a riferirle che il monitoraggio è stato completato."

Arianna si voltò verso l'altra donna, con un sorriso sul volto "Benissimo. Mostramelo."

Yoko annuì di nuovo, e si diresse al computer della comandante. Estrasse dal taschino della camicetta, posto all'altezza del cuore, una penna usb che pareva come composta da tante piccole perle e la infilò nel mini tower del pc. Una serie di dati cominciarono a scorrere sullo schermo una volta che lo ebbe fatto.

La comandante Arianna si chinò verso il monitor, e lesse quei dati molto attentamente.

"Quindi è come pensava il Comando." sussurrò "Dobbiamo intervenire il prima possibile."

"Avete ordini, comandante?"

Arianna annuì "È vitale non perdere altro tempo. Ne abbiamo evidentemente già perso fin troppo. Comunica ai piloti di accendere i motori. La nostra meta è il pianeta azzurro chiamato Terra."

"Sì, comandante."

Con quelle parole, Yoko lasciò la sala comando.

Arianna continuò a guardare il monitor, grattandosi il mento. I Terrestri non avrebbero avuto scelta, pensava, potevano solo accettare il nuovo regime.

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Sulla Terra, gli esseri umani stavano vivendo la solita monotona e frenetica vita. Chi correva al lavoro, chi a scuola, chi tirava avanti come poteva. Una pandemia globale aveva colpito il pianeta qualche anno prima e si era solo recentemente conclusa. Tutti erano ansiosi di tornare alla normalità.

Tuttavia, quel duro periodo aveva messo a dura prova gli esseri umani, e aveva dimostrato quanto pessimi fossero nell'autogestirsi. Tra negazionisti, governi incapaci, rivolte, attacchi insensati alla medicina, risveglio di faide che si pensavano sopite, un aumento esponenziale di omicidi, femminicidi, abusi domestici e suicidi, e l'inquietante ritorno di forze politiche estremiste che inneggiavano al ritorno al periodo delle dittature... il mondo non era per niente messo bene.

Sembrava una giornata come tante altre, quando un colossale oggetto di metallo spezzò in due il cielo, stagliando la propria ombra sull'intera Europa.

Ogni dispositivo collegato alla rete internet o televisiva andò improvvisamente in tilt: tutti gli schermi accesi si spensero, e poi si riaccesero accompagnati anche da tutti quelli di dispositivi fino a quel momento spenti. E il viso di una donna apparve così su tutti i monitor del globo. Una donna riccia sulla trentina, con capelli scuri e occhi azzurri, vestita di verde.

Nelle case, nelle scuole, negli uffici, nelle vie delle città, dovunque ci fosse uno schermo, uomini, donne e bambini si voltarono verso quella figura misteriosamente apparsa nelle loro vite, e stupefatti attesero di vedere lo svolgersi degli eventi.

Quando essa parlò, ogni essere umano intento a guardare uno schermo la sentì nella propria lingua natia.

"Io sono Arianna, comandante della Stazione Spaziale Orbitale Joanna. Questo è un messaggio rivolto a tutti gli esseri umani. La razza a cui appartengo ha monitorato la vostra situazione, e ha deciso di inviare me a porvi rimedio. Lasciati a voi stessi, avete dato origine ad una spirale di autodistruzione che non possiamo tollerare. Pertanto, d'ora in poi dovrete accettare la nostra guida. Chiedo ai governi mondiali di presentare una resa incondizionata, o saremo noi ad imporla."

Le parole di Arianna provocarono il caos. Molti rimasero a guardare gli schermi, a bocca aperta con volti stravolti, altri scrollarono le spalle e tornarono alle loro vite, convinti che fosse solo uno scherzo. Una politica italiana nota per le sue uscite fuori luogo si mise a sbraitare di complotto ordito dai suoi avversari politici. Molti europei, che vedevano lo strano oggetto in cielo, si misero ad urlarci contro insulti o a gettarci contro delle lattine di bibite varie, nonostante fosse a svariati metri dal suolo.

E la risposta ufficiale dei governi mondiali non si fece attendere, quando uno stormo di caccia inviati da vari paesi si levò nel cielo per attaccare lo strano oggetto volante.

Ancora presente nei vari schermi, Arianna sospirò, dicendo "Come temevo... non avete un minimo di giudizio. Così sia, dunque."

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Erano passate meno di due settimane dall'inizio dell'invasione. Essa terminò allorché tutti i capi di stato, dinnanzi alla schiacciante superiorità dei misteriosi alieni dalle sembianze femminili, proclamarono la resa.

Ben presto, quelle donne venute dallo spazio, tutte vestite esattamente come la comandante Arianna, eccezion fatta per il colore dominante della divisa, diverso per ognuna di loro, erano in controllo del pianeta. Esse si presentarono con il nome di Tate e instaurarono quella che chiamarono la "Tatocrazia".

Tale forma di governo, volta ad insegnare agli umani a prendersi maggiormente cura di sé stessi e del loro pianeta, consisteva nell'affiancare ad ogni singolo nucleo familiare del pianeta una Tata, che avrebbe avuto il compito di educarne i membri.

Questo è l'inizio della nostra storia.

La TatocraziaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora