CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI

1.8K 40 13
                                    

I ragazzi lavorarono alacremente per modellare il pongo, al fine di tramutarlo nella replica di uno strumento di retribuzione.

Passarono diversi minuti, e dopo un po' la maestra Rossella batté le mani, dicendo "Tempo scaduto, piccoli. Forza, vediamo le vostre creazioni."

Si voltò verso Milena, e le disse "Decidi tu l'ordine."

La ragazza annuì e diede una rapida occhiata alla classe.

"Eleonora, vieni tu." chiamò.

Arrossendo vistosamente, Eleonora si alzò tenendo tra le mani la forma di pongo. Si diresse alla cattedra e mostrò ciò che aveva creato alla classe. Era una ciabatta.

"Oh, la ciabatta." commentò Rossella "Un classico della disciplina domestica. Come mai questo oggetto, cara?"

Eleonora arrossì ancora di più. Nonostante non volesse palesemente farlo, spiegò "Ecco... prima della Tatocrazia, mia madre... beh, lei non me le hai mai date, ma spesso quando mi sgridava, anni fa, diceva che se non avessi fatto la brava avrebbe preso la ciabatta."

"Ah, le buone vecchie ciabattate di mamma." ridacchiò la maestra, per poi chiedere alla classe "Qualcuno le ha prese con questo strumento?"

Alice sbuffò e alzò la mano, e altrettanto fece Alessandra.

Rossella annuì, soddisfatta, e fece riaccomodare Eleonora.

Milena fece poi alzare Miriam, che mostrò alla classe la replica di una cintura.

"La cintura." commentò la maestra "È uno strumento doloroso. Come mai questa scelta?"

Miriam si intristì per un attimo, e spiegò "Mio padre la usava spesso, anche senza piegarla a volte."

Un luminoso sorriso le comparve però di colpo sul volto, e aggiunse "Ma non più da quando c'è tata Olimpia. Ora è lui che le prende."

Si fece scappare una risatina, e ciò contagiò l'intera classe, maestre comprese. Anche Riccardo si unì al coro, dopotutto aveva assistito personalmente alla scena, e non poteva che essere contento che il padre di Miriam fosse tenuto in riga.

Rossella le diede una carezza materna sulla testa, e poi la fece tornare al posto. Milena chiamò poi Francesca.

La timida fanciulla si alzò lentamente ed estremamente rossa in viso mostrò la propria creazione col pongo alla classe: la replica di un cucchiaio.

"Suppongo sia un cucchiaio di legno." disse Rossella "Oppure, in gergo tecnico, cucchiarella."

Francesca annuì debolmente, sussurrando "Sì... una cucchiarella..."

"Il classico dei classici. Come mai questo tipo di strumento, cara?" chiese la maestra.

La ragazza arrossì dai capelli alle punte dei piedi a quella domanda, e le ci volle tutta la sua forza per mormorare una risposta "Mia... mia madre... la usava per sculacciarmi..."

Riccardo la guardò stupito. Non avrebbe mai pensato che una ragazza timida come lei fosse il tipo da ricevere sculaccioni a casa. Si chiese se tra le mura domestiche fosse più spigliata (al punto da essere monella) o se sua madre fosse di quelle vecchio stampo che prima le davano e poi facevano domande, o magari una combinazione delle due cose. Si disse che avrebbe dovuto farle qualche domanda a riguardo, ma al giusto momento e con il giusto tatto.

La maestra fece accomodare Francesca al posto, e Milena chiamò poi Alessandra.

La ragazza andò alla cattedra e mostrò ai compagni una cosa che Riccardo non riconobbe. Ricordava la pagaia di Rossella e Milena, ma non era come la loro, era più lunga e più squadrata.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now