CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX

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Sonia raggiunse la cucina, portandosi il ragazzo in spalla come un neonato. Più imbarazzante ancora dell'essere portato così, per lui, era però l'istinto che aveva quando si trovava in quella posizione e cercava di sopprimere di abbracciare la Tata.

"In effetti ho abbastanza sete." commentò, notando che da quando si era alzato non aveva ancora bevuto nulla.

Riccardo non beveva quasi nulla a parte l'acqua, non gli piacevano molto le varie bevande come coca-cola, pepsi, energy drink et similia, ma aveva sempre avuto passione per gli alcolici, fin da quando aveva potuto berli, in particolare il whisky e il vino. Purtroppo era certo che chiedere dell'alcol alla Tata lo avrebbe solo messo nei guai, quindi evitò e si preparò mentalmente al latte. Non che il latte in sé gli dispiacesse, anzi, ma l'idea di bere da un biberon lo infastidiva enormemente.

Una volta in cucina, il ragazzo lanciò un'occhiata torva al biberon e poi un'altra ancora più cupa al seggiolone, senza proferire parola. Con suo enorme stupore, però, tata Sonia non lo adagiò lì ma continuò invece fino al tavolo posizionato in un angolo della sala.

"Tata, ma cosa...?"

Sonia gli sorrise e gli toccò il naso con l'indice, dicendo dolcemente "Stai tranquillo, dopo ti sentirai meglio."

L'illusione che volesse farlo sedere in una sedia normale durò meno di un istante, allorché la Tata si sedette e si sistemò il ragazzo sulle ginocchia, in posizione seduta. Nonostante l'imbarazzo, Riccardo dovette ammettere che il grembo della donna fosse effettivamente comodo e morbido.

Quali erano le sue intenzioni? Voleva forse dargli il biberon in quella posizione? Non quadrava, perché avrebbe preso l'odiato oggetto prima di sedersi.

Ben presto la cruda verità si manifestò agli occhi del ragazzo, che si rese conto di cosa stesse per accadere allorché la Tata cominciò a sbottonarsi la camicetta, e dato che non portava un reggiseno il ragazzo si ritrovò a pochi centimetri dal volto il seno prosperoso della donna.

"No!" esclamò immediatamente il ragazzo, con il viso della più accesa tonalità di rosso di cui si fosse mai tinto durante la sua vita "No, no, no!"

Senza badare alle sue proteste, Sonia gli afferrò la nuca con una mano, continuando a sorreggergli la schiena con l'altra, in modo deciso ma dolce allo stesso tempo.

Il ragazzo non riuscì ad opporre resistenza, e si ritrovò con le labbra a pochissimi millimetri dal capezzolo destro della donna. Il seno di Sonia emanava una fragranza stranamente invitante, come se stesse cercando di attrarre la sua bocca. Le labbra infine lo toccarono, e Riccardo sentì i propri sensi come appannarsi. D'un tratto era come se non fosse più completamente padrone del proprio corpo, provando uno strano senso di alienazione come se stesse assistendo alla scena in terza persona. La sua bocca di schiuse, per poi richiudersi sul capezzolo di Sonia.

Il ragazzo cominciò a poppare, mentre la Tata cominciava a intonare una dolce melodia, che contribuì ad alienare i suoi sensi ancora di più. Ma la cosa più peculiare era la sostanza che stava ingurgitando: la consistenza era indubbiamente quella del latte, ma il sapore era qualcosa che non aveva mai provato in vita sua. Era saporito, eppure dolcissimo e al contempo dissetante come una fonte d'alta montagna. Qualunque cosa fosse, non era certamente latte umano.

Riccardo non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse trascorso, ma quando finalmente Sonia lo allontanò si accorse che lo aveva staccato dal capezzolo sinistro. Aveva cambiato mammella senza nemmeno accorgersene.

Fu allora che finalmente si riprese. Alzò di scatto gli occhi verso il viso della Tata, la quale stava sorridendo radiosa.

"Come ti senti? La prima poppata è sempre speciale." commentò.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now