CAPITOLO 10: RITORNO A CASA

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Sonia portò Riccardo nel bagno del salone, e il ragazzo si stupì nel vedere un gigantesco fasciatoio a muro orizzontale piazzato a metà altezza della stanza, sul lato destro. Era abbastanza largo e lungo per Riccardo da sdraiarcisi comodamente.

La Tata prese un telo usa e getta e lo pose sul fasciatoio, poi adagiò Riccardo su di esso, di schiena, e rimosse completamente la salopette. Mentre il ragazzo, completamente sommerso dall'imbarazzo, guardava di lato facendo finta di non essere lì, Sonia prese i lembi della maglietta e della canottiera e le arrotolò, arrivando fin appena sotto l'ombelico, in modo da allontanarle dalla zona che le interessava.

Il suono intermittente continuava, fastidioso come una sveglia al mattino. Il pannolino aveva un ottima assorbenza, infatti se non fosse stato per il suono e per il fatto che si era leggermente gonfiato sarebbe stato quasi impossibile dire che necessitasse di essere cambiato. Probabilmente avrebbe potuto reggere anche altre pipì, ma chiaramente Sonia non voleva rischiare neanche lontanamente lo sviluppo di dermatite.

"Ecco qua, ora ci cambiamo." disse, slacciando le fascette adesive del pannolino e aprendolo.

Non fece commenti sulla quantità di pipì fatta, ma si limitò a prendere una salvietta umidificata ad appoggiarla sul membro di Riccardo.

"I maschietti tendono a fare la pipì durante il cambio." spiegò, una spiegazione assolutamente non richiesta che fece arrossire il ragazzo.

Gli alzò in alto le gambe e sfilò delicatamente il pannolino bagnato da sotto il suo sedere, per poi arrotolarlo, chiuderlo e gettarlo in un contenitore poco distante. Come fu atterrato nel cestino, il suono cessò di colpo.

Lasciategli andare le gambe, prese quindi la salviettina umidificata che gli aveva adagiato addosso e cominciò ad usarla per pulirlo a dovere. Il movimento delle dita della Tata gli fece nuovamente inalberare l'organo riproduttivo che si issò come una bandiera su un pennone. Riccardo a ciò chiuse gli occhi, desiderando con tutto sé stesso che si abbassasse il prima possibile.

Di nuovo la Tata non commentò la cosa, mostrando una professionalità disarmante, e anzi ne approfittò per pulire con maggiore precisione tutte le zone del suddetto organo.

Una volta finita la procedura, attese il tempo necessario affinché la bandiera si ammainasse. Quando ciò fu accaduto, gli alzò nuovamente le gambe e fece scivolare un pannolino, preso dalla propria borsa, sotto il suo sedere. Lo riempì di borotalco, sollevando una grande nuvola bianca, per poi lasciargli andare le gambe e chiudere il pannolino con le fascette adesive. A differenza di quello appena gettato, il nuovo pannolino non era decorato con volti di animaletti ma con tante stelline variopinte.

"Tutto fatto. Pulito e asciutto." commentò Sonia, facendogli il solletico sotto le ascelle.

Riccardo rise, essendo molto sensibile a ciò, e quando finalmente poté parlare si lasciò andare ad un sommesso "La ringrazio, Tata."

"Non potevo mica lasciarti con il pannolino bagnato, no?" replicò lei, sorridendogli.

Riccardo non era certo contento della situazione in cui si trovava, avrebbe fatto volentieri a meno del pannolino e di una donna che gli stesse col fiato sul collo in generale, ma dovette ammettere che la Tata era tanto amorevole quanto severa, e sembrava tenere davvero tanto a lui. Gli sarebbe piaciuto sapere se tutte le Tate fossero così, se per loro fosse solo un lavoro assegnato dal governo del loro pianeta o qualcosa di più, se ognuna tenesse a chi gli era stato affidato in modo particolare o se magari fossero semplicemente così verso tutti gli umani. La Tatocrazia era chiaramente un sistema ben collaudato, o non sarebbero riuscite ad instaurarla così rapidamente, ma per quanto ne avesse compreso le basi c'erano ancora un sacco di punti oscuri sui quali avrebbe voluto far luce.

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