CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA

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Tata Sonia entrò in casa, tenendosi Riccardo in braccio. Una volta all'interno gli diede un bacino e lo mise giù, dicendo "Eccoci qui, casa dolce casa."

Riccardo si lasciò andare ad un sospiro. Era felice di essere tornato alla privacy della propria dimora. Se ripensava alle due stronzette del bar gli ribolliva ancora il sangue. Certo, avevano avuto quel che si meritavano, ma che l'avessero infastidito in quel modo gli dava su i nervi. Ammise che un po' ci aveva sperato che si staccassero dal bancone e finissero all'asilo, ma forse era meglio così: non sarebbe stato costretto a rivederle.

La Tata gli scompigliò delicatamente i capelli, dicendogli "Che ne dici se ci andiamo a cambiare? O preferisci tenere il grembiulino?"

Riccardo scrollò le spalle, conscio che tanto la Tata gli avrebbe messo altra roba imbarazzante, ma ritenendo che tutto fosse meglio del grembiule dell'asilo rispose "Sì, va bene. Andiamo."

Tata Sonia ridacchiò e gli diede un bacino sulla fronte, per poi prenderlo per mano e condurlo alla camera da letto. Una volta lì aprì l'armadio, che con orrore il ragazzo notò essere stato riempito degli outfit più imbarazzanti che si possano immaginare: c'erano grembiulini come quello che aveva addosso, pigiamini, pigiamoni monopezzo, magliette con stampe infantili, salopette e tutine colorate. Sembrava l'armadio di un bambino, se non per il dettaglio che quella roba era della sua taglia. Il suo sguardo cadde poi su una sezione specifica dell'armadio, divisa dal resto con una piccola paratia in legno, e quando mise a fuoco ciò che vi era all'interno strabuzzò gli occhi: erano outfit da bambina, sempre della sua taglia, cose come gonnelline, magliette rosa e tutine delle principesse Disney.

"Tata!" esclamò "Io quella roba non la metto!"

Batté i piedi, mettendo il broncio. Essere vestito da bambino era già l'apice dell'imbarazzo, non si sarebbe mai fatto vestire da bambina.

Sonia gli sorrise dolcemente, replicando "Rilassati, amore. Questi sono vestiti di punizione, quindi se ti comporti bene non te li metterò."

Si avvicinò a lui e a sorpresa gli diede uno sculaccione volante che lo fece sobbalzare, per poi asserire severa "Ma non battere più i piedi, non è un bel gesto."

Lui annuì, ben poco convinto ma certo di non volerle prendere. Si strofinò il culetto, pensando a quanto facesse male un singolo sculaccione sul pannolino. Ormai lo sapeva per esperienza, certo, ma era sempre un po' uno shock costatare la forza assurda di quella aliene.

La Tata già che era accanto a lui sbottonò il grembiulino, poi ne afferrò la parte inferiore.

"Su le braccia." sorrise.

Riccardo ubbidì, alzando le braccia al cielo e lasciando che la donna gli sfilasse l'indumento. Si ritrovò così con addosso solo il pannolino di Winnie the Pooh, e ringraziò il cielo di non essere in pubblico.

Sonia mise il grembiulino in una cesta, presumibilmente per gli indumenti da lavare, poi prese degli abiti dall'armadio. Si voltò di nuovo verso Riccardo e gli fece togliere le ciabattine, per poi fargli infilare un paio di pantaloncini corti. Il ragazzo si vergognò terribilmente, perché per quanto fossero dei pantaloncini azzurri senza nessuna stampa particolare, erano veramente corti, di cotone molto spesso e l'elastico della coscia era in diagonale: praticamente più che pantaloncini erano un copri pannolino, giusto un pelo più lungo.

"Tata!" esclamò imbarazzato.

"Shh, sei carinissimo amore." replicò lei, sorridendo.

L'aliena gli fece quindi alzare di nuovo le braccia e gli infilò una maglietta bianca a maniche corte, al cui centro vi era stampata una scritta a caratteri dorati, "Principino", e sotto di essa una lievemente più piccola racchiusa tra parentesi tonde, "del parco giochi". Sulla O di "Principino" era stampata una piccola corona dorata.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now