CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE

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Riccardo boccheggiò quando realizzò di essere disteso sulle ginocchia di quella sconosciuta, che gli aveva afferrato l'elastico dei pantaloni.

Prima che potesse fare alcunché, i suddetti pantaloni scesero fino alle caviglie, e poiché era nudo dalla vita in su era rimasto solo con le mutande.

"Ehy, ma che fai!?" esclamò, cercando di rialzarsi "Giù le mani, maniaca!"

La tata tuttavia non replicò a ciò. Si limitò ad aumentare leggermente la pressione sulla sua schiena, bloccandolo in posizione, dopodiché inserì le dita della mano destra nell'elastico delle mutande, commentando "A giudicare dalle condizioni di questi boxer, l'igiene intima è un tratto su cui dovremo lavorare parecchio."

"Ma come ti permetti?!" esclamò immediatamente il ragazzo, arrossendo vistosamente a quel commento inaspettato.

Ma le sue preoccupazioni presto divennero ben altre, quando Sonia gli abbassò le mutande fino alle caviglie, accanto ai pantaloni, dicendo severamente "Imparerai a rispettarmi, in un modo o nell'altro."

La Tata gli appoggiò la mano destra sul sedere, e aggiunse "Ora ti darò una bella sculacciata. Voglio che rifletti attentamente su ciò che te l'ha fatta meritare."

Il ragazzo sbuffò a quelle parole, replicando "Una sculacciata? Guarda che non sono un bambino. Alla mia età sono perfino eccitanti, razza di ignorante."

Sonia scosse la testa, senza dire una parola. Si sarebbe ben presto accorto che non c'era nulla di eccitante in una sculacciata data da una Tata.
La donna alzò la mano in aria e la lasciò cadere al centro del sedere di Riccardo. Il ragazzo percepì uno schiaffo veramente forte e si lasciò scappare un piccolo urlo.

Prima che potesse dire alcunché, la Tata cominciò a sculacciarlo con un ritmo serrato, cambiando natica ad ogni sculaccione.

Riccardo cominciò a gemere di dolore: quegli schiaffi facevano un male cane. Questo perché le Tate possedevano una forza immane e una perfetta conoscenza di come utilizzarla al meglio. Non sembrava affatto la sculacciata data da un adulto ad un altro adulto: Riccardo in quel momento si sentiva davvero come un bambino, la stessa sensazione che avrebbe provato ad essere sculacciato da un gigante.

Mentre il sedere del ragazzo si arrossava sempre di più, tata Sonia cominciò anche a sgridarlo "Sei veramente un bambino cattivo. Ho raccolto parecchie informazioni su di te prima di venire qui, e posso confermare che hai decisamente bisogno di qualcuno che ti tenga in riga."
Riccardo non stava prestando troppa attenzione alle sue parole. Stava cominciando a scalciare, e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Cercò di fare del suo meglio per trattenerle, ma dopo qualche altro sculaccione esse cominciarono a scendere dai suoi occhi mentre lui si lasciava andare ai singhiozzi.

"Prima di tutto, un'assenza quasi totale di igiene personale." cominciò ad elencare la Tata, senza mai fermare la propria mano "In secondo luogo, una tendenza veramente sgradevole a dire bugie. Sappi che i bambini che raccontano bubbole non piacciono alla tata, così come quelli che come te hanno la tendenza a dire parolacce e altre oscenità. Ogni volta che farai qualcosa di simile d'ora in poi, la tata ti laverà la bocca con il sapone. Non voglio più sentire la parola che mi hai detto prima."

Riccardo avrebbe voluto risponderle, dirle che non lo riteneva giusto e che non aveva alcun diritto di trattarlo così... ma stava usando tutta la sua energia per non scoppiare in lacrime come un bambino, travolto dal dolore che quei forti sculaccioni gli stavano causando, nonostante il sedere si stesse sì arrossando parecchio, ma non in modo esagerato. La particolarità di una sculacciata data da una Tata era anche quella: tanto dolore, ma danni alla cute praticamente inesistenti.

Sonia aumentò lievemente l'intensità dei colpi, e cominciò a mirare alla seduta, la parte bassa del sedere che notoriamente arrecava più dolore una volta colpita.

Dopo solo un paio di quella nuova sequenza di sculaccioni, Riccardo non ce la fece più e scoppiò a piangere, implorando la donna di fermarsi.

Ma tata Sonia era lungi dall'aver finito, e mentre sculacciava riprese a sgridarlo "Il terzo punto che intendo correggere fa impallidire i due precedenti. Il furto non sarà assolutamente tollerato. Perderai l'abitudine di rubare, te lo posso garantire."

Ormai il ragazzo era una fontana di lacrime. Avrebbe detto qualsiasi cosa purché quel dolore e quell'umiliazione finissero.

"Basta, ti prego, basta! Prometto che non ruberò più!" implorò.

La tata gli sferrò un ultimo poderoso sculaccione esattamente in centro al sedere, il colpo più forte sferrato fino a quel momento, il quale fece lanciare al ragazzo un forte grido, e poi si fermò. Riccardo si sentiva il sedere in fiamme, come se lo avesse appoggiato su dei carboni ardenti, ma in realtà era giusto un po' arrossato, neanche troppo.

La donna lo fece girare, in modo che si ritrovasse seduto sulle sue ginocchia, e lo abbracciò stretto. Il ragazzo, d'istinto, la abbracciò di rimando, sussurrando con voce rotta dal pianto "Mi dispiace"
Cullando Riccardo tra le proprie braccia, Sonia sussurrò dolcemente "Stai tranquillo, una buona sculacciata risolve sempre tutto. Tata Sonia ti perdona, piccolo."

Mentre lui appoggiava la testa sulla sua spalla, la tata continuò a cullarlo e a parlare con tono di miele "Ci sono anche cose di cui sono fiera, sai? Apprezzo molto il tuo impegno ecologico e la tua bontà verso gli animali."

Riccardo si lasciò cullare dalle sue braccia e dalla sua voce. Quelle parole di conforto sembravano essere tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

Quando Riccardo si fu tranquillizzato abbastanza, Sonia lo allontanò leggermente da sé e gli prese gentilmente il mento tra le dita, sussurrando "Va meglio, ora?"

Il ragazzo si ritrovò ad annuire. Avrebbe voluto scacciarla, ma non ne era in grado.

Sonia lo fece alzare dalle proprie ginocchia e delicatamente lo fece sdraiare al centro del letto, rimuovendogli però prima i pantaloni e le mutande che aveva attorno alle caviglie. Riccardo era troppo provato dalla sculacciata per fare alcuna resistenza.

"Ora aspettami qui." disse la Tata "Vado a prendere qualcosa da metterti."

Ed uscì dalla stanza, lasciandolo da solo sul letto, completamente nudo.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now