CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY

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Con ancora Riccardo tra le braccia, Sonia spalancò la porta.

Oltre la soglia c'erano sia tata Anaya che tata Felia, ognuna con la sua bimba tra le braccia.

"Ciao Sonia." esordì Anaya, sorridendo "Siamo arrivate."

"Benvenute. Forza, entrate." fece Sonia, facendo loro il gesto di entrare e indietreggiando per lasciar libero il passaggio.

Le due non se lo fecero ripetere e come fu possibile varcarono la soglia, entrando nella casa.

Riccardo era rimasto per tutto il tempo tra le braccia di Sonia, e aveva osservato le due ragazze, in particolare Eleonora. La fanciulla per cui aveva una cotta era vestita con un pigiamino intero, ma sebbene avesse naturalmente un'apertura sul retro ad altezza sedere l'apertura principale era sul davanti, una chiusura a bottoni. Era completamente rosa, ma a righe bianche, e decorato con le stampe di tante bollicine azzurre sparse qua e là. Le maniche erano molto lunghe, coprivano buona parte dei suoi polsi, così come il colletto che le arrivava fin quasi al mento, e comprendeva anche la copertura dei piedi, come un paio di calze integrate direttamente nel pigiama. Naturalmente, anche al suo pigiamino era attaccata la catenella del ciuccio.

"Ciao, Ricky." sussurrò, arrossendo "Grazie per avermi invitata."

Il ragazzo arrossì a propria volta, mentre il cuore prendeva a battergli forte nel petto. Ancora faticava a credere che anche lei provasse qualcosa per lui. Avere la ragazza che gli piaceva a casa propria era una sensazione strana, e una cosa di cui normalmente sarebbe stato solamente felice... se non fosse per il fatto che entrambi erano in pigiamino e pannolino. Era imbarazzante, e ancora più imbarazzante era il fatto che come l'aveva vista vestita in quel modo l'aveva trovata veramente carina.

"Ciao, Ele." le rispose, accennando un sorriso "Spero ci divertiremo, insieme."

I loro sguardi si incrociarono, e il cuore del ragazzo riprese ad accelerare mentre si perdeva in quegli occhi pervinca, così magnetici e ammalianti eppur così dolci e pieni di purezza.

"Ne sono certa." replicò lei, rivolgendogli un sorriso imbarazzato che la mandò completamente in brodo di giuggiole. Nella sua mente si vide camminare mano nella mano con lei in mezzo ai campi in fiore tra le rose e i fiordalisi, ridendo e guardando le nuvole di un pomeriggio di prima estate.

Degli improvvisi colpi di tosse, palesemente simulati, fecero riscuotere i due dalla specie di trance in cui erano caduti. Di colpo Riccardo si ritrovò di nuovo tra le braccia di Sonia, alla realtà, ben lontano dall'idilliaco paesaggio bucolico che aveva pervaso la sua mente.

A dare quei colpi di tosse era chiaramente stata Alice, per distogliere l'attenzione dei due uno dall'altra.

"Ci sono anch'io, grazie." disse, visibilmente irritata.

Anche lei era con addosso un pigiamino intero, ma il suo era più simile a quello di Riccardo: doppia apertura sul retro e cappuccio. Quello della bionda però era completamente rosa, e al posto della criniera e delle orecchie da leone il suo cappuccio presentava una forma equina ed un grosso corno di peluche. Il pigiamino da unicorno era anche carino, e non si può dire che non le stesse bene, ma non sembrava minimamente adatto a lei. Ai piedi aveva delle calze antiscivolo, rosa anch'esse.

"Ciao anche a te, Alice." le disse il ragazzo, con tono lievemente più freddo "Benvenute a casa mia."

Le Tate a quel punto li misero giù. Anaya e Felia si inginocchiarono accanto alle loro bimbe e ognuna di loro fece girare la propria verso di sé.

Tata Felia mise le mani sulle spalle di Eleonora, e le disse "Bene, amore, io adesso vado. Mi raccomando, fai la brava."

"Vale anche per te, Alice." disse Anaya, prendendo la bionda per le spalle allo stesso modo "Ricorda che da quando varcherò quella soglia a quando tornerò a prenderti c'è in vigore l'in loco parentis."

La TatocraziaWhere stories live. Discover now