CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO

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Riccardo era coricato sul letto, ancora incredulo. Quella donna giunta dal nulla lo aveva completamente sopraffatto. Si sentiva il sedere bruciare, trovando spiacevole perfino il contatto con il morbidissimo materasso. Mai avrebbe pensato di ritrovarsi a piangere per una sculacciata, si era sentito proprio un bambino.

Mentre stava ancora ripensando alla strana e dolorosa esperienza, passarono alcuni minuti che parvero ore interminabili. Poi la Tata riapparve sulla soglia, con una borsa in mano.

"Eccomi. Scusa per l'attesa." annunciò, entrando.

Si diresse dritta ai piedi del letto, proprio davanti ai piedi del ragazzo. Appoggiò la borsa sul letto, di fianco a lui, e la aprì.

Il cuore di Riccardo perse un battito quando Sonia estrasse dalla borsa una confezione di pannolini.

"No!" esclamò, usando i gomiti per rimettersi seduto "Non mi farò mettere un pannolone! Non esiste!"

Tata Sonia lo fulminò con lo sguardo, e spiegò pazientemente "Non sono pannoloni, sono pannolini. È ben diverso. E tu te ne farai mettere uno senza tante storie, oppure ti farò di nuovo tot sul culetto."

Tot sul culetto, il modo più infantile possibile di riferirsi ad una sculacciata. Era chiaro che la Tata volesse farlo sentire un bambino piccolo. Ma la minaccia sortì il suo effetto: Riccardo, con il sedere ancora dolorante, non voleva certo rischiare di prenderle ancora. Arrossendo vistosamente, si sdraiò nuovamente.

"Che differenza c'è?" chiese invece, con tono meno aggressivo.

Sonia, dolcemente, spiegò "Beh, vedi, quando un adulto ha problemi di incontinenza o li sviluppa invecchiando, è meglio che metta il pannolone. I bambini invece mettono il pannolino."

La donna aprì la confezione e ne estrasse un pannolino, mostrandoglielo. Sembrava in tutto e per tutto un pannolino da bambini, avendo stampato su di esso disegni rappresentanti vari animali, sebbene fosse della taglia del ragazzo.

"Un pannolone medico è completamente bianco." continuò a spiegare, con un sorriso, aprendo l'indumento e ponendolo accanto a Riccardo "Mentre i pannolini sono belli colorati e decorati con disegni carinissimi."

Mentre estraeva dalla borsa delle salviettine umidificate e un tubetto di borotalco, completò la spiegazione: "Inoltre, anziché un banale indicatore di umidità, questi speciali pannolini suonano ogni volta che vanno cambiati."

Durante tutta quella spiegazione, Riccardo era rimasto incredulo, senza dire una parola. Riuscì a trovare la forza di parlare solo quando la Tata ebbe finito, mentre gli stava alzando le gambe in aria tenendogli le caviglie con la mano sinistra.

"Non ti aspetterai che io usi quel coso, vero?" domandò, guardandola con occhi spalancati.

La Tata lo fulminò con lo sguardo e gli sferrò quattro poderosi sculaccioni che fecero lanciare al ragazzo dei sussulti di dolore.

"Mi devi dare del lei. Non tollero la maleducazione." lo sgridò, prendendo una salviettina umidificata e cominciando a pulirlo approfonditamene, cominciando dall'ano. Una volta che ebbe pulito per bene la parte posteriore, facendolo vergognare non poco, Sonia prese un'altra salviettina e dedicò tutta la propria attenzione alla parte più intima del ragazzo.

Le guance Riccardo divennero due pomodori maturi e istintivamente stinse le gambe e si coprì con le mani, esclamando "No! Lì no!"

Per tutta risposta, la Tata appoggiò la salviettina e ricominciò a sculacciarlo.

"Piantala di fare resistenza, non fare il monello." lo sgridò ancora.

Volendo che tale supplizio finisse, il ragazzo, con le lacrime agli occhi, aprì le gambe e spostò le mani. A ciò la Tata smise immediatamente di sculacciarlo e gli fece invece un radioso sorriso, dicendo dolcemente "Molto meglio."

Sonia riprese la salviettina e pulì a dovere il membro di Riccardo, il quale ovviamente si drizzò in alto come un cavallo inalberato. Il ragazzo se ne stava vergognando terribilmente, ma tata Sonia, dimostrando un'estrema professionalità, continuò a pulirlo senza avere alcun tipo di reazione: non fece smorfie, né lo sgridò. Dopotutto la donna sapeva che quel tipo di reazione era assolutamente normale per un ragazzo e che si trattava di qualcosa di involontario di cui non aveva alcun controllo.

Una volta finito con la salviettina, la Tata buttò la salviettina dicendo con un sorriso "Ora aspettiamo che questo Torrazzo diventi una Torre di Pisa."

Tale affermazione fece vergognare estremamente il ragazzo, che si coprì il volto con le mani.

La Tata attese il tempo necessario, e come il membro si fu abbassato prese il pannolino e lo fece scivolare sotto il sedere di Riccardo, per poi inondargli il sedere e le parti intime con il borotalco. Una volta che ebbe concluso, gli lasciò andare le gambe e chiuse il pannolino con le fascette adesive, sorridendogli.

"Tutto fatto." commentò, dandogli delle amorevoli pacchette sul cavallo del pannolino "Il bambino è pulito e asciutto."

Riccardo fece una smorfia, replicando "Ero asciutto e pulito anche prima."

La Tata scosse la testa, dicendo semplicemente "Asciutto forse sì, ma a dire che eri pulito ci vuole un bel coraggio. Quand'è l'ultima volta che ti sei fatto un bidet?"

Il ragazzo scrollò le spalle ed incrociò le braccia, mettendo il broncio. Il fatto di essere vestito solo con un voluminoso pannolino decorato con animaletti colorati non aiutava certo a prenderlo sul serio.

Ridacchiando alla sua reazione, Sonia lo aiutò ad alzarsi e gli domandò "Sei pronto per una bella colazione?"

A quelle parole lo sguardo di Riccardo si illuminò per un attimo. Guardò la Tata, chiedendo "Non devo cucinare io?"

Sonia scosse la testa, continuando a sorridere, e replicò "Certo che no. Quando mai è il piccolo di casa a cucinare? Vieni, la Tata ti fa la sua specialità."

Riccardo non sorrise, ma perlomeno smise di fare il broncio e sbuffò "Beh, almeno c'è un lato positivo."

Tata Sonia ridacchiò, trovandolo veramente carino, e lo prese per mano, conducendolo verso la cucina.

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